COSTA DISCORDIA: IL “PACCO” BY MONTI-CLINI A PIOMBINO

Vladimiro Frulletti per "L'Unità Toscana"

Per portare la Concordia a Piombino serve un decreto specifico che fissi strumenti, risorse e tempi certi. Altrimenti si parla di «fuffa» e per il prefetto Franco Gabrielli, capo della Protezione civile, invece serve massima chiarezza per rispondere all'impegno «morale» preso con gli abitanti del Giglio di liberarli il prima possibile da quel relitto davanti all'isola.

Dopo le polemiche fra Civitavecchia e Piombino, con lo scontro fra i presidenti di Lazio e Toscana, Zingaretti e Rossi, il Pd diviso (fra laziali e toscani) e le precisazioni del ministro all'ambiente Corrado Clini secondo cui la Concordia va considerata «rifiuto» e quindi le competenze sono della regione Toscana, Gabrielli ieri ha mandato (anche a l'Unità) una lettera di precisazioni.

Prefetto, lei non è convinto della soluzione Piombino?
«Non ho mai posto il problema Piombino o non-Piombino, ma ho sempre rilevato che Piombino è una soluzione complicata».

Per quale motivo?
«Perché così com'è il porto di Piombino non è idoneo, bisogna farci dei lavori. L'ipotesi Piombino nasce a ottobre avanzata dal presidente della Toscana che, in maniera assolutamente condivisibile, cerca di trovare una sorta di ristoro per un danno patito. Fin da quel momento io ho sempre detto che ammesso che questa sia la soluzione condivisa dal governo ci volevano risorse e poteri che io non avevo».

Per lei è preferibile Civitavecchia?
«No, io rispondo a quello che mi viene chiesto. La delibera del Consiglio dei Ministri dell'otto marzo che indica il Porto di Piombino mi chiede di fare una preventiva verifica di fattibilità e di convenienza dell'operazione. A casa mia la "fattibilità" attiene al sito indicato, cioè dobbiamo verificare se tutte le opere ipotizzabili per Piombino siano fattibili sotto il profilo economico e dei tempi che abbiamo a nostra disposizione. Poi però mi chiedono anche se è conveniente. E quindi vogliono sapere se è conveniente rispetto a quello che dice Costa e rispetto a portarla in un altro porto».

E qui spunta il porto di Civitavecchia.
«Perché sia a me che a altri soggetti istituzionali arriva l'auto-candidatura di Civitavecchia. Ma, ripeto, a me hanno chiesto di verificare fattibilità e convenienza del porto di Piombino. Se avevano le idee chiare perché allora chiedono a me di verificare? O è una domanda retorica o tutta questa fattibilità e convenienza non è così certa.».

Forse avevano bisogno del suo "timbro" sull'operazione?
«Non penso di essere così importante. E comunque dal momento in cui ho accertato questa fattibilità e convenienza, ancora mi mancano dei dati per il parere finale, darò la mia comunicazione al governo e lì mi fermerò perché l'ulteriore tratto di strada non sarò in grado di farlo perché servirà un commissario che abbia poteri e risorse».

Il ministro Clini lamenta un'opera di disinformazione.
«Non so se la colpa è dei giornalisti, forse è nostra che non sempre comunichiamo le cose bene. Però io ho sempre detto le cose chiaramente. Avevo poteri ben definiti che non mi sono dato io, ma me li ha dati il Consiglio dei Ministri. Quindi mi preoccupo quando il ministro Clini nella lettera a l'Unità scrive di non riuscire a capire perché Gabrielli non possa sovrintendere nello stesso modo che ha fatto fino adesso».

Perché la preoccupa?
«Perché in base all'ordinanza 3998 i miei poteri sono ben definiti. Cioè dovevo verificare che non ci fosse un impatto ambientale di un certo tipo etc. Ma dal momento che mi si chiede di rendere agibile un porto io non ne ho il potere. Perché la verità non è che non si vuole portare la Concordia a Piombino, ma che Piombino così com'è non può ricevere la nave».

Serve una nuova banchina e aumentare il pescaggio.
«E quelle sono opere infrastrutturali che io non posso fare. Il tema che ho sempre posto, e che oggi riconoscono tutti, è che serve un decreto per nominare un commissario straordinario, per dargli i poteri e le risorse necessarie. L'ho detto 5 mesi fa. Non perché abbia il dono della preveggenza, ma perché conosco gli strumenti di cui dispongo».

Ma se prima di portare la Concordia a Piombino c'è da sistemare il porto, non c'è il rischio è che la nave rimanga al Giglio più del dovuto?
«Questa è sempre stata la mia principale preoccupazione. Ma la nave la porteremo via dal Giglio su questo non temo smentite».

Quando?
«Nei tempi che necessitano, ma assicuro che questa vicenda non produrrà interferenze. La popolazione del Giglio, con tutto il rispetto per Piombino, Civitavecchia, Palermo e tutti i porti di questo mondo, ha la priorità delle nostre attenzioni. L'ho sempre detto: la priorità delle priorità è che la nave sia portava via dal Giglio».

Ma quando se ne andrà dal Giglio?
«È inutile dare una data per poi essere smentiti perché ad esempio le condizioni meteo marine hanno fatto ritardare qualcosa. In un Paese dove gli stati emergenziali sono durati anche 18 anni e non s'è risolto granché come a Orbetello, mi fa sorridere che si va da a fare sottigliezze su un mese in più o in meno per la rimozione della Concordia.
Lì stiamo facendo una cosa che nessuno prima al mondo aveva mai fatto. È un'operazione eccezionale dove nessuno sta lesinando intelligenze, sforzi e risorse. Costa ha già messo 500 milioni di dollari. Col naufragio della Concordia siamo stati al pubblico ludibrio internazionale, ora vorremo conquistarci un pubblico plauso internazionale portandola via nella totale sicurezza».

 

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