''CRESCE LA FRONDA DI FICO''. AHO, SO' TRE MESI CHE 'STA FRONDA CRESCE, CRESCE, MA SUI MIGRANTI LA FAZIONE CHE SI DEFINISCE UMANITARIA E DE' SINISTRA DEL MOVIMENTO 5 STELLE DI FATTO NON ESISTE - SALVINI ''SEQUESTRA'' I MIGRANTI, SALVINI VIENE INDAGATO, SALVINI DECIDE LA LINEA DEL GOVERNO? LA FRONDA RUMOREGGIA NEI RETROSCENA DEI QUOTIDIANI, ZEPPI DI ''CONFIDENZE AI SUOI'', MA IN PUBBLICO TUTTI ZITTI E COMPATTI DIETRO AL ''CAPITANO''…
Alessandro Trocino per il ''Corriere della Sera''
Se tra 5 Stelle e Lega il punto d' attrito ora è sulla giustizia, con le pulsioni giustizialiste del Movimento a confronto con il «garantismo» di Matteo Salvini (e di Silvio Berlusconi), la prossima grana per gli equilibri interni del partito fondato da Grillo e Casaleggio potrebbe essere su Dublino. La riforma del trattato è nel «contratto» di governo, ma l' incontro di oggi del ministro dell' Interno italiano Matteo Salvini con il presidente ungherese Viktor Orbán preoccupa Roberto Fico, nonostante le rassicurazioni di Luigi Di Maio. E rischia di riaprire un conflitto, nel caso di concessioni anche simboliche ai sovranisti estremi, contrari alla solidarietà europea sui migranti.
Sulla questione dell' avviso di garanzia a Salvini per sequestro di persona, abuso d' ufficio e arresto illegale, interviene dopo giorni di silenzio il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che chiede «rispetto per la magistratura». Ma su questo tema il Movimento ha una posizione sostanzialmente omogenea, che difficilmente sfocerà in un contrasto vero con l' alleato di governo e tantomeno porterà all' attivazione del Comitato di Conciliazione, previsto dal contratto di governo e per ora in sonno. Più delicata è la questione di Dublino. Perché il punto di caduta del caso Diciotti è proprio l' atteggiamento da tenere nei confronti dell' Europa.
ROBERTO FICO VERSIONE BOLDRINI
In una prima bozza del contratto di governo, poi superata e pubblicata dall' Huffington Post, si parlava di un meccanismo per uscire dall' euro. La spinta centrifuga verso l' Europa è stata poi mitigata. Ma la questione dei migranti l' ha riportata al centro del dibattito. La mossa di Salvini, l' incontro con Orbán, preoccupa Fico.
Così come preoccupano le prossime mosse di previste, ovvero il veto al bilancio europeo: «A cosa servirà il veto? - confida ai suoi - Se serve a modificare e superare Dublino, per ottenere una vera solidarietà europea, bene. Ma se invece la strada scelta è quella di paralizzare l' Europa e seguire Orbàn e i Paesi di Visegrad, allora andiamo a sbattere».
E su questo è pronto a dare battaglia. Del resto fu lui stesso per primo a spiegare che Orbán doveva accettare la redistribuzione dei migranti. La nota dei capigruppo M5S e le parole di Di Maio lo rassicurano fino a un certo punto. E Fico osserva che finora non è intervenuto il premier Conte: «Che uso farà Salvini di questo incontro? Quali effetti avrà?».
Anche perché è vero che nel contratto si vuole il superamento di Dublino - cioè il passaggio da un sistema nel quale si elimini il criterio del «primo ingresso», per cui la protezione spetta al Paese nel quale è arrivato il migrante, in favore della redistribuzione automatica dei migranti -, ma è anche vero che i 5 Stelle votarono contro la riforma che vuole introdurre le quote.
Ufficialmente il no del Movimento fu detto perché la riforma era «poco ambiziosa», perché non teneva conto dei migranti economici e perché il sistema delle quote faceva eccezione per chi non ha i requisiti per la protezione internazionale o per chi è pericoloso per la sicurezza nazionale (questi dovrebbero continuare a fare richiesta nel primo stato d' ingresso). Ma in realtà, il nodo di ambiguità del Movimento su questo tema non si è mai sciolto.
La fronda dentro il partito negli ultimi giorni è cresciuta, in misura persino superiore alle aspettative. Difficile capire quanti siano i parlamentari legati a Fico. Spiega un deputato a lui vicino: «Possono essere 60, 100 o anche più. Dipende dalle materie. Non ci sono più le correnti stile Dc, non c' è una fedeltà al capo, nel Movimento ci sono diverse sensibilità».
Per esempio, un deputato spesso avvicinato a Fico, Carlo Sibilia, sulla questione migranti in realtà è più vicino a Di Maio. E il comandante Gregorio De Falco, non proprio vicino al presidente della Camera, sulla vicenda Diciotti ha espresso una posizione fortemente critica.
I parlamentari preoccupati per la deriva di destra continuano a farsi sentire. C' è Giuseppe Brescia: «La politica delle chiusure serve a poco».
E c' è, durissima, Paola Nugnes: «La frase "prima gli italiani", i bianchi o i neri o quelli con gli occhi azzurri, non è una frase che semplicemente non comprendo: è un pugno nello stomaco». Secondo la senatrice, la strada da prendere è quella di «un internazionalismo solidale non individualistico, con rispetto di ogni localismo culturale ed etnico».