umberto bossi silvio berlusconi matteo salvini giancarlo giorgetti

“FAI COME FECE BOSSI NEL 1994” – GIORGETTI NON HA GRADITO LO STRAPPO DI SALVINI E GLI DÀ UN CONSIGLIO: RINUNCIA AL VIMINALE PRIMA DELLE COMUNICAZIONI DI CONTE - DAL M5S HANNO DETTO CHE “SI PUÒ DISCUTERE CON LA LEGA SE LUI SI FA DA PARTE” E COSÌ SAREBBERO SPIAZZATI – MA I RAPPORTI TRA SALVINI E IL POTENTE SOTTOSEGRETARIO SONO ORMAI GELIDI, ANCHE SE GIORGETTI NEGA TUTTO: "SIAMO COMPATTISSIMI"

1 – GOVERNO: GIORGETTI, SIAMO COMPATTISSIMI

UMBERTO BOSSI E SILVIO BERLUSCONI

(ANSA) - "Siamo compattissimi". Lo assicura Giancarlo Giorgetti, smentendo i rumors che lo vorrebbero in freddo con Matteo Salvini, entrando alla riunione dei senatori leghisti al Senato prima delle comunicazioni del premier Giuseppe Conte. "La Lega e' stracompatta non ci sono stati capricci o volontà di rottura. Se c'è stata una frattura è solo per la consapevolezza che bisogna fare le cose per bene A noi interessa arrivare prima possibile a una soluzione ‎senza perdere tempo. La Lega e' stracompatta", ribadisce entrando anche il ministro Giulia Bongiorno.

 

2 – FAI COME FECE BOSSI NEL 1994

Francesca Schianchi per “la Stampa”

 

silvio berlusconi roberto maroni

«Matteo, chiamati fuori da tutto. Fai come Bossi quando era potente: resta fuori dal governo. E ai Cinque stelle potrai dire: se il problema sono io, ecco risolto».

L' ultimo consiglio di Giancarlo Giorgetti al suo segretario è un azzardo. Ma forse non più di altre mosse e contromosse andate in scena in questi tredici giorni di crisi di governo. Alzarsi in Aula e fare il bis della settimana scorsa, quando, inaspettatamente, ha detto sì alla richiesta del Movimento di anticipare il voto sul taglio dei parlamentari, lasciando di stucco l' intero emiciclo: «Sfida accettata».

 

matteo salvini giancarlo giorgetti

Ora dal M5s filtra un' altra provocazione, «si può discutere con la Lega solo se Salvini si fa da parte»: ebbene, perché non spiazzarli un' altra volta, sfilando loro anche questa arma? Certo, rischia di essere letta all' esterno come un' umiliazione del leader del Carroccio. Ma è anche vero, si ragiona tra i leghisti, che lo stesso fondatore Umberto Bossi, alla nascita del primo governo Berlusconi, decise di non fare il ministro.

 

Vicepresidente del Consiglio era Roberto Maroni, mentre lui, il Senatùr, comandava da fuori. E da fuori decise quando staccare la spina. Così facendo, poi, Salvini avrebbe la possibilità di contrastare la retorica delle «poltrone»: ecco, potrebbe dire, tanto poco tengo alle poltrone che rinuncio alla mia. Ieri si è diffusa anche la voce di sue possibili dimissioni prima ancora delle comunicazioni di Conte.

giorgetti bossiSalvini Di Maio

 

Sono ore convulse di trattative e scenari incrociati. Di tattiche che si sovrappongono, dichiarazioni pubbliche e conciliaboli privati. Oggi a mezzogiorno, tre ore prima delle comunicazioni in Aula al Senato del premier Giuseppe Conte, Salvini riunirà i suoi senatori.

DI MAIO SALVINI CONTE

 

«La linea da tenere non è ancora decisa», la versione ufficiale di ieri sera dei vertici del partito. Il ministro dell' Interno non ha ancora preparato un discorso, molto dipenderà - dicono - da quello che sentirà dire a Conte. Dagli attacchi che gli arriveranno, dalle politiche che verranno elogiate e da quelle da cui il presidente del Consiglio cercherà di prendere le distanze. Ancora non si sa se la Lega chiederà un voto. «Faremo di tutto per impedire un governo Renzi-Boschi-Lotti», è l' unica cosa che ripetono compatti, l' ipotesi che Luigi Di Maio sdegnosamente respinge definendola «frutto solo delle bufale della Lega».

 

UMBERTO BOSSI SILVIO BERLUSCONI

Difficilmente Salvini spariglierà seguendo i suggerimenti del sottosegretario alla presidenza, un' idea che pure qualche sherpa avrebbe già fatto arrivare al M5S. I rapporti tra il leader e il suo dirigente più autorevole sono gelidi: Giorgetti aveva in mente un percorso ordinato per la crisi, da farsi prima, quando la tempistica era più favorevole, o da rinviare di qualche mese.

 

salvini giorgetti

Si sarebbe potuto trovare un accordo coi Cinque stelle su due o tre sole cose da fare, affrontare la manovra, e poi annunciare al presidente della Repubblica la crisi insieme agli auguri di Natale, in modo da andare a votare in primavera. Un cronoprogramma saltato con l' apertura della crisi a ridosso di Ferragosto. «Sulla crisi ha deciso Salvini da solo», ha fatto cadere il solitamente schivo sottosegretario, come a sottolineare una distanza dalle scelte del suo leader.

matteo salvini e giuseppe conte approvazione decreto sicurezza bis 1

 

LUIGI DI MAIO MATTEO RENZI

«Salvini farà la fine di Renzi», sussurrano sconsolati quelli che la pensano come lui: la parabola dell' ex premier dem, il suo exploit alle Europee seguite da una altrettanto vertiginosa caduta, è uno spettro dentro al Carroccio. Come ricordò lo stesso Giorgetti alla nascita del governo, quando consigliò scherzosamente a tutti i ministri leghisti di tenere una foto dell' ex segretario Pd sulla scrivania, un monito per ricordarsi che passare dal 40 per cento al 18 è un attimo.

 

LUIGI DI MAIO E MATTEO SALVINI INVECCHIATI CON FACEAPP

Ora, ironia della sorte, è stata proprio un' iniziativa di Renzi a inceppare il meccanismo che, secondo Salvini, doveva portare al voto di corsa. Tentare fino all' ultimo di ricucire o bombardare da fuori un governo Pd-M5s: oggi è il giorno della verità.

salvini al quirinale con giorgettiLUIGI DI MAIO E MATTEO SALVINI matteo salvini, giancarlo giorgetti, gian marco centinaiosalvini giorgettiPAOLO SAVONA GIANCARLO GIORGETTI GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINIsalvini giorgettimatteo salvini giancarlo giorgetti 1matteo salvini giancarlo giorgetti 2matteo salvini giancarlo giorgetti

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…