CHI DI CROPPI FERISCE, DI CROPPI PERISCE: "LA CENA COL MINISTRO POLETTI? SI FESTEGGIAVA L’INTESA MARRONI-ALEMANNO PER PAGARE LE COOPERATIVE. IL COMUNE NON AVEVA PIÙ SOLDI" – E SALVA POLETTI: “NON SAPEVA I MOTIVI DELLA CENA“
Paolo Boccacci per “la Repubblica - Roma”
GIANNI ALEMANNO UMBERTO CROPPI
Croppi, ai tempi della foto della famosa cena con Buzzi, alla quale partecipavano Alemanno, Marroni, Ozzimo, Panzironi e il ministro del Lavoro Poletti, lei era appena uscito dalla giunta di centrodestra in cui era assessore alla Cultura. Che cosa si festeggiava?
«Da quello che mi risulta in quella cena si stava festeggiando in realtà un escamotage inventato per pagare le cooperative, perché il Comune non aveva più i soldi ».
Quale?
«Avevano messo a punto, in maniera bipartisan, un meccanismo, per cui i circa 30 milioni per le coop venivano pagati con un'anticipazione bancaria garantita dal Campidoglio, il cosiddetto “pro soluto”, che non mi pare sia ammesso dalla pubblica amministrazione».
Dunque si stava festeggiando un accordo tra centrodestra e centrosinistra?
«Mi spiegarono che, poiché si inventarono questo metodo, si ritrovarono a festeggiare insieme alla più grande cooperativa di Roma, quella di Buzzi. E perciò c'è Poletti che allora era alla guida della Lega delle cooperative e probabilmente non sapeva perché si facesse veramente quella cena».
Fra chi c’era stato l’accordo?
«Umberto Marroni e Alemanno si inventarono quel trucco contabile, che non appare in bilancio e crea un debito nascosto e a rischio, certo fuori bilancio nel caso degli interessi, che sono di 4 punti».
C’erano spesso in Campidoglio accordi bipartisan?
«Alemanno fu messo sotto pressione dai gruppi della maggioranza perché io ero un ostacolo. Davo fastidio proprio al sistema bipartisan. C'è una rete che dura da decenni, che Alemanno alimentò. È evidente che i 24 milioni per i campi rom non arrivano, basta andarli a vedere».
E la cosiddetta “manovra d’aula”?
«Quando si approvava il bilancio, con un maxi-emendamento venivano postate delle cifre, che poi erano ad appannaggio dei singoli consiglieri di ogni parte divisi per quote».