CYCLING IN THE SKY - PER EVITARE LO SMOG E IL TRAFFICO DI LONDRA, L’ARCHISTAR FOSTER SOGNA UNA CICLABILE TRA LE NUVOLE (MA SOLO PER REALIZZARE I PRIMI 6 CHILOMETRI E MEZZO SERVONO 263 MILIONI €)

Alessandra Baduel per ‘La Repubblica'

Pedalare fra le nuvole, in alto sui cieli di Londra, senza smog né pericoli, e guadagnando anche tempo per arrivare prima al lavoro. Ecco il nuovo sogno di Norman Foster, concepito nei minimi dettagli e già consegnato, per una valutazione, nelle mani del sindaco Boris Johnson e dell'amministratore di Network Rail David Higgins. Il sogno si chiama SkyCycle ed è fatto di dieci piste ciclabili sopraelevate costruite all'altezza di un palazzo di tre piani, usando le infrastrutture ferroviarie.

Il piano completo prevede un totale di 217 chilometri percorribili, con oltre duecento rampe d'accesso che permettano agli inglesi di salire vicino casa e scendere vicino alla destinazione scelta. Non è un gioco in più per i turisti, anche se potrà attrarli. È un modo di provare a concepire una città diversa.

Il problema dei ciclisti è da tempo dibattuto in una metropoli dove le rastrelliere con bici pronte all'uso sono ovunque e dove lo stesso Boris Johnson ha da tempo fatto creare piste ciclabili che però sono spesso teatro di incidenti, con macchine e bus che finiscono col travolgere i ciclisti. I morti, nel 2013, sono stati 14. Stessa cifra nel 2012, e proprio in questi giorni l'agenzia dei trasporti cittadina ha ordinato test su svariati sistemi di
allerta - via radio, radar, o con sensori - di cui dotare i mezzi pubblici perché riescano a evitare le bici.

La soluzione di SkyCycle è un "approccio laterale", come l'ha definito lo stesso Foster. «Credo che pedalare o camminare invece di guidare - ha spiegato l'architetto del Millennium Bridge al Sunday Times - renda le città luoghi più congeniali per vivere. Per incoraggiare la crescita di una nuova generazione di ciclisti, serve un modo sicuro di muoversi. L'ostacolo della strettezza di molte strade di Londra andava superato». Lasciandole cioè alle macchine, invece di continuare a combattere quella che qui chiamano "la guerra degli scoli", con la bici costretta a sfiorare il marciapiede per evitare le auto.

SkyCycle promette piste larghe sei metri e velocità a 24 chilometri orari, invece dei 16 raggiungibili in media nel traffico. Il Cycling touring group, una delle principali organizzazioni dei ciclisti inglesi, ha gradito l'ipotesi e chiesto assicurazioni soprattutto sul vento. E lo studio Foster ha ipotizzato barriere per proteggere sia loro che la privacy degli abitanti, a rischio nei passaggi più vicini alle case.

Nel frattempo, la Space Sintax, consulente sulla fattibilità, ha valutato che con SkyCycle quasi sei milioni di londinesi, sugli otto del centro e gli oltre 12 dell'area circostante, avrebbero un accesso alla rampa a poca distanza da casa. Certo il progetto ha tempi di fattibilità di 20 anni e per costruire i primi sei chilometri e mezzo, ipotizzati fra Stratford e Liverpool Street Station, servono, in euro, 263 milioni. Ma anche Sam Martin, dello studio Exterior Architecture, rimasto fuori dal progetto, ha ammesso: «Un balzo in avanti davvero coraggioso».

 

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