renzi d'alema orlando emiliano

‘RENZI? UN GUAPPO’- GLI SCISSIONISTI D’ALEMA E BERSANI BOMBARDANO L’EX PREMIER: “LA SCISSIONE E’ COLPA’ SUA” - LA SERRACCHIANI REPLICA: "RIUSCIRANNO A STARE 24 ORE SENZA PARLARE DI LUI?" - BAFFINO PUNGE ANCHE ORLANDO: “GLI CONSIGLIAI DI USCIRE DAL GOVERNO MA QUESTI RAGAZZI FATICANO” -EMILIANO SCAVALCA PURE GRILLO: “FARE COME A CUBA, VIA ANCHE GLI STIPENDI DEI POLITICI”

M.Gu. per il Corriere della Sera

RENZI PDRENZI PD

 

Renzi? Per D' Alema è «un guappo», per Bersani sta «portando contro un muro» il Paese, il Pd e «i destini individuali». Alla prima uscita dopo la scissione l' ex segretario del Pd, ora padre nobile di «Articolo 1», ha sferzato l' ex premier: «Non sia così umile, la disgregazione del partito ha un regista che si chiama Renzi».

 

Il dilemma di chi sia l' artefice della separazione ha tenuto banco tutto il giorno, con i Democratici e progressisti impegnati a respingere le accuse.

 

D' Alema «autore, produttore e regista» della scissione, come ha detto Renzi in tv? Macché, reagisce Gotor, «Renzi è tornato dalla California accecato dal rancore e in preda a un' ossessione anti-dalemiana». Scontro frontale.

 

D'ALEMAD'ALEMA

Bassolino si sbilancia contro Renzi, dice che «la fissazione è una brutta bestia» e gli consiglia di «non parlare sempre di D' Alema», per pensare di più «al Sud e al Paese». E se Orlando dichiara che «non si può ridurre tutto alla manovra di D' Alema», lui rivela di aver suggerito all'«amico» Guardasigilli di lasciare il governo contro l' Italicum: «Gli dissi "esci, fai un gesto"... Ma questi ragazzi faticano».

 

Nella giornata degli insulti, Renzi incassa la difesa del vicesegretario del Pd Deborah Serracchiani («Da Bersani e Emiliano odio personale») e le lodi del ministro tedesco Sigmar Gabriel, ammirato per «riforme che nessuno mai aveva fatto prima in Italia». Ma Fausto Bertinotti lo punzecchia: «Renzi? L' ho visto invecchiato e appesantito».

 

BERSANIBERSANI

A sera la scena cambia. Nella sala della polisportiva Modena Est ci sono oltre 400 persone e altrettante fanno la fila per la cena di finanziamento. Arriva Bersani e si vede che è contento, perché i suoi gli dicono «tien bota», non mollare, e perché finalmente, lo ringraziano, sanno per chi votare: «Quanta bella gente...». Sul palco la senatrice Cecilia Guerra, in corsa per diventare capogruppo di Mdp, e Paolo Trande, ex capogruppo al comune di Modena. In sala esponenti della Cgil, l' assessore regionale Massimo Mezzetti e un paio di consiglieri appena usciti dal Pd.

 

Intervistato da Chiara Geloni, Bersani smonta il «partito pigliatutto» di Renzi e disegna «un movimento mescolato e plurale» che riesca nel miracolo di costruire «un centrosinistra alternativo alla destra e sfidante per i 5 Stelle».

ANDREA ORLANDOANDREA ORLANDO

 

Oggi i nuovi gruppi parlamentari, 38 deputati e 13 senatori. «Siamo il quarto gruppo, non stiamo scherzando - è soddisfatto Speranza -. E tanti arriveranno». Per guidare i deputati di Articolo 1 molti vorrebbero l' ex capogruppo del Pd, ma Speranza preferisce dedicarsi alla costruzione del movimento.

 

Il favorito è l' ex cuperliano Francesco Laforgia, mentre a Palazzo Madama la scelta è tra le cinque senatrici. In testa Doris Lo Moro e Guerra, ex viceministro. «È opportuno che il capogruppo sia una donna», suggerisce Gotor. Intanto il M5S sfida il Pd, chiede di abolire il «privilegio medievale dei vitalizi» e sprona a bombardare di mail il Parlamento. Emiliano scavalca Grillo e propone «l' eliminazione totale degli stipendi dei politici». Come a Cuba.

 

EMILIANOEMILIANOBERSANI D'ALEMABERSANI D'ALEMA

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