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D’ALEMA SI RIPRENDE IL PD – NEL GIORNO DELL’ULTIMO DISCORSO DI ENRICO LETTA COME SEGRETARIO, TRA CITAZIONI EVANGELICHE E STOCCATE AL TERZO POLO, L’ASSEMBLEA DEM SANCISCE IL RITORNO DEI TRANSFUGHI DI ARTICOLO 1. E IN MOLTI PENSANO CHE DIETRO CI SIA LA MANINA DEL “LIDER MAXIMO”: IL SOSPETTO È CHE I D’ALEMIANI PUNTINO ALLA VITTORIA DELLA SINISTRATA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN PER RIPRENDERSI IL PD. E INFATTI LE TRUPPE BAFFINATE SONO GIÀ PARTITE: PROVENZANO E ORLANDO CHIEDONO IL CAMBIO DEL NOME, E LA SCHLEIN INVOCA IL REFERENDUM DEGLI ISCRITTI…

 

1. LETTA, L’ULTIMO DISCORSO AL PD CON UNA STOCCATA AL TERZO POLO

Estratto dell’articolo di Domenico Di Sanzo per “il Giornale”

 

enrico letta assemblea nazionale del pd

Marziani a Roma. Stavolta il parallelismo tra i dirigenti del Pd e gli alieni viene direttamente dal candidato favorito per la segreteria, Stefano Bonaccini, che in assemblea sferza i compagni di partito: «Un percorso congressuale troppo lungo, mesi e mesi di congresso ci fanno sembrare marziani». Per il resto, l’assemblea ratifica accordi già presi.

 

Dal voto online a metà al «Manifesto dei valori e principi» del nuovo Pd. Anche il documento, approvato con 18 voti e 22 astenuti, è il frutto di un faticoso compromesso tra le varie anime del Partito. […] Il regolamento del congresso, invece, ha avuto il via libera con 11 contrari e 24 astenuti. […] Il piatto forte della giornata è l’ultimo discorso del segretario Letta. L’ex premier cita San Paolo «Ho combattuto una battaglia buona» e nel finale rimanda al «Canto delle tre tende»: un canto liturgico che racconta del dialogo tra Gesù e i suoi apostoli accampati in una tenda affiancata da altre due, in cui c’erano i profeti Elia e Mosè. «Rimaniamo qui», dice un apostolo a Gesù. E il Messia risponde: «Dobbiamo scendere nella valle».

stefano bonaccini.

 

È un Letta da Via Crucis, quello che va in scena in Assemblea. «È stato giusto tenere duro e arrivare qui oggi. Le amarezze e le ingenerosità le tengo per me», si fa scappare l’ormai ex leader. «La segretaria o il segretario del Pd non può passare tutta la giornata a cercare di mediare tra le posizioni dentro il partito e poi, a fine giornata, pensare a cosa dire agli italiani con le residue forze che gli rimangono. Esco più determinato di quando ho cominciato, esco più innamorato del Pd», continua.

 

SPARTITI - IL TITOLO DEL MANIFESTO SUL PD

Letta sottolinea di essersi sacrificato in un momento difficile. Ma aggiunge: «Non mi sono pentito di essere tornato da Parigi». Evangelico e agnello sacrificale: «Ho accettato di guidare il Pd dopo la sconfitta, è una fase nella quale si tratta di prendere colpi».  Poi si toglie i sassolini dalle scarpe su M5s e Terzo Polo: «C’è stato chiaramente un tentativo di sostituire il Pd, un tentativo fallito». […]

 

2. IL PD VIRA (UN PO') A SINISTRA: RIENTRANO SPERANZA & CO. BONACCINI: ORA I CONTENUTI

Estratto dell’articolo di Andrea Bulleri per “il Messaggero”

enrico letta assemblea nazionale del pd

 

[…] Dunque si cambia per non cambiare: svolta a sinistra sì, ma non troppo. «Centodue anni fa esatti a Livorno si riunivano per consumare una scissione, quella del Partito Comunista ricorda qualcuno tra i big dem più canuti noi invece siamo qui anche per evitarne una».

 

«Oggi è finito l'inverno, comincia la primavera», chiosa a fine giornata Enrico Letta. Per il segretario uscente è il giorno dell'addio: triste, solitario y final. Perché Letta (al quale più d'uno giura di aver visto scendere una lacrima alla fine del discorso di commiato) non intende andarsene prima di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. «Non sono pentito di essere tornato da Parigi, esco più innamorato del Pd di quando ho cominciato», concede.

elly schlein

 

[…] Ma per un addio che si consuma, un ritorno si celebra: quello dei bersaniani di Articolo Uno, fuoriusciti nel 2017 e riammessi a partecipare alle primarie: «Di fronte a questa destra l'unità non è una opzione, ma una scelta obbligatoria», spiega dal palco l'operazione Roberto Speranza. L'impegno siglato dagli ex transfughi è quello di iscriversi al nuovo Pd entro l'inizio di febbraio. E al loro rientro nei ranghi plaudono tutti i contendenti al Nazareno: Bonaccini, Elly Schlein, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo. […]

 

3. IL NERVOSISMO PER L’«INVASIONE» DI ARTICOLO 1

Estratto dell’articolo di Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”

 

stefano bonaccini paola de micheli gianni cuperlo elly schlein

Sarà perché gli «ex», ossia i transfughi di Articolo 1, sono tornati. Sarà per la data scelta (inconsapevolmente) dal segretario uscente, il 21 gennaio, cioè il giorno in cui, 102 anni fa, nasceva il partito comunista. Fatto sta che ieri, nella platea dell’Assemblea nazionale del Pd, si respirava una certa inquietudine.

 

Quando Roberto Speranza ha preso la parola e ha messo in dubbio le primarie, che del Partito democratico sono l’atto fondativo, qualcuno ha sussurrato: «Sembra l’invasione degli ultracorpi». […]

 

massimo d alema vino 1

[…]  Dunque, il sospetto che serpeggiava ieri era che dietro l’ingresso di Articolo 1 ci sia un disegno di Massimo D’Alema. A dire al vero, all’ex leader dei Ds vengono attribuite molteplici operazioni, di cui non sempre è l’ispiratore. Ma le parole di Peppe Provenzano, che ha citato Sun Tzu hanno alimentato i dubbi: D’Alema ricorreva spessissimo nei suoi discorsi alle massime dell’autore dell’ Arte della guerra , di cui faceva letture commentate con il suo staff.

 

Il sospetto, è che Articolo 1 adesso punti alla vittoria di Schlein per riprendersi il Partito democratico, o, in subordine, a una sua onorevole sconfitta (che corrisponde alla soglia del 40-45%) per condizionare le mosse di Stefano Bonaccini.

 

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E la richiesta di cambio di nome, avanzata da Provenzano e caldeggiata da Andrea Orlando, o il ricorso all’uso del referendum degli iscritti, invocato dal palco da Schlein, farebbero parte di questa strategia di condizionamento e logoramento del futuro segretario. Non è allora un caso se nel suo discorso Bonaccini, pur avendo parole di «affetto» nei confronti di Speranza, abbia voluto sottolineare che se il rinnovamento del Pd si «limitasse» all’ingresso di Articolo 1 «sarebbe ben poca cosa»; o se abbia tenuto a sottolineare di non aver «mai trovato un iscritto o un elettore che mi abbia chiesto di cambiare il nome al Pd».

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