DAGONEWS: CHE SUCCEDE NEL PASTICCIO DELLE TOGHE? I MAGISTRATI DEL NORD SI SCHIERANO CONTRO QUELLI DEL CENTRO-SUD, ACCUSATI DI ''CONTIGUITÀ'' CON LA POLITICA. MA ANCHE CONTRO IL (VERO) CAPO DEL CSM, ERMINI, CHE NON HA DENUNCIATO LE PRESSIONI DEI SUOI COMPAGNI DI PARTITO LOTTI E FERRI - SI APRONO DUE FRONTI: QUELLO ENI E QUELLO DEL PIANETA RENZI - OCCHIO: PURE I GRILLINI ERANO SCHIERATI PER VIOLA, IL PROCURATORE SPINTO DA PALAMARA. ECCO PERCHÉ
DAGONEWS
Che succede nel pasticciaccio brutto delle toghe? Ieri si è svolta una riunione straordinaria del plenum del Csm in cui è emersa netta la spaccatura tra magistrati: toghe del Nord (Torino, Milano, Genova) contro toghe del Centro-Sud, accusate di eccessiva ''contiguità'' con la politica. Il fronte settentrionale ha detto in modo chiaro che i consiglieri del Csm coinvolti nella bufera mediatica di questi giorni dovrebbero dimettersi e non limitarsi all'auto-sospensione.
La tempesta ora si dividerà su due fronti: i processi intorno all'Eni con le accuse di depistaggi e coperture, e il Pianeta Renzi. Per cui si intendono i genitori, il suo braccio destro Lotti, il caso Consip e ovviamente gli strascichi che queste inchieste hanno avuto su due snodi sistematici come l'Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza.
Sempre le toghe del Nord hanno sollevato non pochi dubbi sull'operato del vero capo del Csm, il vicepresidente David Ermini (Pd), che Lotti ha incontrato più volte e che in una intercettazione è stato definito ''non collaborativo'' dal gruppetto che si riuniva a Roma. Si chiedono come mai Ermini non sia intervenuto sulle pressioni dei suoi compagni di partito Luca Lotti e Cosimo Ferri sulle nomine da far passare in Consiglio. Quelle pressioni erano più che indebite, eppure Ermini non ha fatto un fiato.
Al fronte del Nord si è ormai aggiunta anche la Procura di Perugia, competente a indagare sui magistrati romani e anche questa che spinge per le dimissioni dal Csm dei membri coinvolti.
Riguardo al voto per Viola (procuratore generale di Firenze) a capo della Procura di Roma, uno potrebbe accogliere con sorpresa la notizia che i consiglieri laici in quota 5 Stelle e Lega avrebbero votato compatti per il nome spinto da Palamara, che con Viola sarebbe diventato procuratore aggiunto.
marcello viola procuratore generale firenze 2
In realtà, ai grillini faceva comodo cambiare impostazione, visto che è stato Pignatone a far partire le indagini sulla Raggi e sullo Stadio della Roma che hanno azzoppato il Movimento romano. L'arrivo da Palermo di Lo Voi sarebbe stata una mossa in continuità con l'attuale impostazione. I leghisti al momento vivono un rapporto piuttosto delirante con la magistratura, e dunque un procuratore meno ''attivista'' sarebbe stato comunque un cambio positivo.
E ora che succede? La situazione è esplosiva, Mattarella che presiede il Csm non sa come muoversi. Il terrore di tutti è che qualche magistrato inizi a parlare, per difendersi, e racconti il sistema tutto politico che innerva la giustizia italiana…