fillon theresa may merkel

ROTTAMA STOCAZZO - SE IN ITALIA RENZI VIENE SILURATO, E CON LUI IL SOGNO DELLA GIOVENTÙ AL POTERE, IN GERMANIA ANGELA MERKEL SI RICANDIDA PER LA QUARTA VOLTA - IN GRAN BRETAGNA THERESA MAY HA SPODESTATO IL “GIOVANE” CAMERON E IN FRANCIA VIENE RICHIAMATO IL 62ENNE FILLON PER DARE NUOVA LINFA ALLA DESTRA MODERATA

RENZI SCRIVE I SALUTI DOPO LE DIMISSIONIRENZI SCRIVE I SALUTI DOPO LE DIMISSIONI

Pierluigi Battista per il “Corriere della Sera”

 

La retorica del giovane che sgomita per spodestare i vecchi sta andando un po' fuori moda. Il rottamatore Matteo Renzi sembrava l' esempio della nuova generazione scalpitante e arrivata al potere. Non è detto che quell' esempio sia definitivamente tramontato, e in fondo a Torino e Roma due donne molto giovani Chiara Appendino e Virginia Raggi hanno così pochi anni secondo gli standard tradizionali da rendere stagionata persino la pimpante energia renziana. Però qualcosa sta cambiando verso: verso la vecchiaia, che sta conoscendo in Italia e nella politica internazionale una seconda giovinezza.

MERKELMERKEL

 

Le voci sussurrano che nel nuovo governo che dovrà portarci prima o poi alle elezioni potrebbero essere a capo il presidente del Senato Pietro Grasso e l' attuale ministro dell' Economia Padoan. Solo voci, ma che segnalano un cambio di rotta emotiva. Del resto non dicono le analisi del voto che a tradire Matteo Renzi sono stati i giovani sotto i 34 anni che hanno votato in massa per il No?

 

Il mondo innanzitutto. Si ricandida, contro ogni retorica rottamatrice, Angela Merkel, fiera dei suoi anni e della sua esperienza. Theresa May, sulla sessantina, ha spodestato il David Cameron che era stato indicato come l' esempio della giovinezza al potere, ma che ha rassegnato le dimissioni da tutto (con il 49 per cento dei voti, non con il 41) dopo la disfatta del referendum sulla Brexit.

THERESA MAYTHERESA MAY

 

A 62 anni, in Francia viene richiamato François Fillon per dare alla destra moderata francese la possibilità di battere l' astro di Marine Le Pen (che aveva già provveduto, peraltro, a rottamare il suo ingombrante padre). Anche Donald Trump, negli Stati Uniti, sembra il perfetto rovesciamento del giovanilismo simbolico che fu addirittura di John Fitzgerald Kennedy.

 

Non si può certamente dire che i suoi atteggiamenti e il suo stile possano richiamare la matura saggezza contenuta nel trattato «De Senectute» di Cicerone che era una delle letture preferite di Giulio Andreotti (che peraltro si affacciò la prima volta al governo nazionale in giovanissima età). Né che la sua età anziana non venga ripetutamente cacciata via con chiome stravaganti e colorate per nascondere il grigiore o il candore dell' anagrafe.

FILLON E PUTIN FILLON E PUTIN

 

Ma è un fatto che le elezioni americane sono state tutto tranne che un inno al giovanilismo, con Trump contrapposto a Hillary Clinton e soprattutto con il trionfo simbolico del settantacinquenne Bernie Sanders che ha stregato i più giovani con il ricordo delle sue battaglie durante la guerra del Vietnam, delle sue marce, del suo impegno contro i potenti di Wall Street.

 

L' immagine dei giovani leader in camicia bianca e le maniche arrotolate si sta inesorabilmente sbiadendo. E l'idea che nel Duemila già inoltrato potessero emergere leader e figure della politica senza un lungo tirocinio umano ed esistenziale alle spalle si sta decisamente scolorendo.

 

david   cameron  e famiglia lasciano downing streetdavid cameron e famiglia lasciano downing street

In fondo il giovane Matteo Renzi è stato battuto in questa ordalia referendaria da un leader molto più anziano di lui e che si chiama Beppe Grillo, senza considerare l' apporto al No di un politico che ha il doppio degli anni del premier dimissionario: Silvio Berlusconi, che con poche e tranquille e miratissime apparizioni televisive ha spostato più voti di quanto non abbia fatto Renzi con il suo spasmodico e scintillante tour elettorale. Un ritorno al passato, o forse un desiderio inconsapevole di moderazione, addirittura di prudenza, come sarebbero i nomi di Padoan e Grasso. Che non usano nemmeno Twitter.

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