CALIPPI DI LOTTA E CONI DI GOVERNO - DALLA PASCALE ALLA MADIA, MA NON SOLO: IL GELATO ALIMENTA UN GIRO D’AFFARI DA QUASI 3 MLD. SE CI FOSSE UNA POLITICA ECONOMICA IL DIBATTITO POTREBBE SEMBRARE UNA CAMPAGNA A SOSTEGNO DI UN SETTORE STRATEGICO PER PIL DECOTTI!

1. VIDEO - I BRONCOVITZ AD “AVANZI”: L’ANTICA SEGRETERIA DEL CORSO, SULLE MAGNATE SOCIALISTE AI TEMPI DI TANGENTOPOLI

 

2. L’ITALIA AI TEMPI DEL GELATO

Michele Masneri per www.rivistastudio.com

 

renzi e beppe grillo con il gelatorenzi e beppe grillo con il gelato

«Ci sa fare col gelato», va bene, non sarà il titolo più elegante della storia del giornalismo, però conferma un’ossessione nazionale delle più archetipiche: non son passati ancora tre mesi dal carrettino a palazzo Chigi, dopo la solita copertina perfida dell‘Economist con un premier italiano che mangiava un cono su una nave tipo Concordia, però europea; e dunque Renzi convocava questo carrettino e ostentava coni artigianali dall’accoppiamento discutibile;

 

e alla Leopolda, un mese fa, ecco, nella navata sinistra, sotto le volte sgarrupate-basiche dell’ex stazione, sotto i grandi cartelli già celebri di profeti non capiti in patria (i Beatles, l’automobile, Picasso), un altro carretto dei gelati proprio uguale a quello Grom, e però qui a chilometri zero, di una gelateria “Il Fiorino”, forse appartenente a gigli magici o forse controllata estero su estero dal caymanese Davide Serra (si attende puntata scomoda di Report).

 

renzi mogherini gelatorenzi mogherini gelato

Adesso questa contrapposizione anche antropologica e andrologica tra calippi di lotta e coni di governo: che però, se ci fosse una politica economica, parrebbe una campagna orchestrata benissimo a sostegno di un settore tanto importante per pil decotti.

 

Secondo dati Cna Alimentare-Sole24 Ore, il comparto del gelato rappresenta infatti un giro d’affari in Italia da 2,7 miliardi: 2 miliardi arrivano da coni, coppette e vaschette venduti lo scorso anno (con 150mila addetti); 300 milioni li fattura l’industria delle macchine specializzate (15 imprese e 450 dipendenti, senza considerare i 500 milioni di ricavi e i 500 occupati per gli arredamenti e le attrezzature specializzate); 450 milioni è il business dell’industria di ingredienti e semilavorati (80 marchi, 1.600 addetti). Il settore soffre un po’ la crisi, ma non tanto: apertura di nuove gelaterie +0,5% nell’ultimo anno, ma dopo un +13% nei quattro anni precedenti; e, in totale, 20.500 gelaterie più 30.000 bar con gelati sfusi.

matteo renzi gelato mattarellomatteo renzi gelato mattarello

 

Dunque, al netto del solito dualismo nel paese di Capuleti-Montecchi, Dc-Pci, Leopolda-Cgil, ecco un dibattito che può far bene, sostenendo i consumi, con simbolismi forse trucidi ma che funzionano sempre e fanno parte di immaginari consolidati ma attuali: dal gelatino che Ugo Tognazzi ispettore dell’Agenzia delle entrate lecca sul lungolago come sostitutivo di altri piaceri dopo aver concupito una serie di sorelle molto liquide e relativo coccolone (Venga a prendere un caffè da noi, regia di Alberto Lattuada, 1970) al Gelataio Simac, elettrodomestico aspirazionale in tempi pre-Nespresso, quando ancora si esportava;

 

MARIANNA MADIA SU CHI CI SA FARE COL GELATOMARIANNA MADIA SU CHI CI SA FARE COL GELATO

il Gelataio, in versione da 1,6 o 0,8 chili che si chiamavano rispettivamente “The ice cream man” e “The ice cream boy”, sempre rigorosamente al maschile, corrispettivi forse oggettivi alla “forza di venti braccia” di un altro modello Simac, la Pastamatic, già celebrata come foriera di amplessi made in Italy in Wall Street (1987, Oliver Stone), entrambe trovate di un ingegner Alfredo Cavalli di Gessate, già produttore di pentole, inventore della Simac e molto amico di Silvio Berlusconi, a cui commissionava grandi risorse pubblicitarie ai tempi molto sessisti di spettacoli come Drive in.

FRANCESCA PASCALE NEL VIDEO O CALIPPO FRANCESCA PASCALE NEL VIDEO O CALIPPO

 

Ma il gelato italiano da sempre alimenta non solo inconsci collettivi ma anche fatturati soggettivi: inventato da un siciliano Procopio Dei Coltelli a Parigi nel 1686, che sperimentava gusti dai nomi oggi perfetti da reintrodurre in gelaterie senza glutine e crudiste (“fiori d’anice”, “fiori di cannella”, “frangipane”), ha sfruttato con successo l’avvento televisivo, con certi claim che forse inconsapevolmente incarnavano e definivano spiriti nazionali meglio di diciture governative retoriche: in fondo, “Cuore di panna” ci rappresenta meglio come nazione del solito “Un popolo di eroi santi navigatori”, forse.

 

FRANCESCA PASCALE NEL VIDEO O CALIPPO FRANCESCA PASCALE NEL VIDEO O CALIPPO

In fondo, “Cuore di panna” ci rappresenta meglio come nazione del solito “Un popolo di eroi santi navigatori”, forse.

 

Poi, certo, le allusioni e illusioni sessuali, sempre da spiaggia, quasi sempre bonarie: Motta (oggi Nestlè) già inventrice del diminutivo Mottarello, ha poi puntato sull’onomatopea Xl, forse seguendo trend di crescite anatomiche nazionali conseguenti al boom, con prodotti come Maxibon, e sex symbol da cinema non ancora Mibac e approcci balneari però timidi (Motta promuoveva anche un panettone ricoperto di cioccolato fondente, Tartufone, con un attore nero invece molestato da signore milanesi bionde, dunque altri razzismi?).

 

calippo calippo

Su altre spiagge, il massimo industriale italiano disprezzava invece il prodotto nazionale – lo ricorda Marco Ferrante in Casa Agnelli, Mondadori: «Ogni tanto arrivava Gianni, piaceva ai nipoti. Una volta dette dieci lire a uno dei maschi più grandi e disse: “Vatti a comprare un bel gelato di merda”»;  ma in anni più tardi lo stesso Avvocato per nemesi e per Eugenio Scalfari sarebbe diventato «di panna montata», a significarne l’inconsistenza.

 

Romina e Debora le ragazze di Bira e CalippoRomina e Debora le ragazze di Bira e Calippo

Però gelati interclassisti, e anche la distinzione, su cui si sono lette finora poche analisi sociologiche, tra il gelato turgido e industriale di Francesca Pascale e quello artigianale del ministro Madia – pure così evidente – lascia il tempo che trova; del resto anche il Calippo ha un suo pedigree filologico e araldico; è Algida (oggi marchio Unilever, con sede legale in Olanda, come la Fca), azienda creata nel 1945 da un Italo Barbiani già lavorante della pregiata gelateria del quartiere Esquilino,

Le Ragazze Calippo 3Le Ragazze Calippo 3

 

Fassi, fornitrice non solo di casa Savoia ma anche di Mussolini. Mentre oggi Fassi con gran clamore è stata rilevata dai coreani, e  l’epicentro dei tiramisù romani, Pompi, è passato ai cinesi (e le uniche merger e acquisition e notizie di qualche rilevanza economica riguardano solo il gelato, nella capitale).

 

vladimir luxuria ci so fare anche io col gelato vladimir luxuria ci so fare anche io col gelato

Mentre a Milano, oggi, il gelato di governo Grom (coi commessi briffati a rimestare esageratamente nei paioli per creare file artificiali a significare successo, e giù metafore e similitudini) campeggia in Galleria, la stessa galleria dove Carlo Emilio Gadda riceveva dall’alto traumi primari, con i piccioni che centravano un suo cono appena preso da Savini, e mai più ricomprato dai genitori.

 

Ma tra Milano e Roma, già la fine della cosiddetta prima repubblica era segnalata, molto più che da pensosi articoli, da una strepitosa parodia non garantista di uno spot per Antica Gelateria del Corso, marchio un po’ leopoldo oggi di proprietà Nestlè. Lì, il gelato prendeva parte alla temperie giustizialista, declinando una intera gamma di prodotti (“l’Appaltato al caffè corrotto con Cioccolato tangente”; “i fragranti Ligresti”; “gli Approfiterol”) in previsioni anche giudiziarie che si sarebbero dimostrate molto di lungo periodo.

MARCO PANNELLA GELATOMARCO PANNELLA GELATOGELATOGELATOLECCATA DI GELATO LECCATA DI GELATO SERGIO VALENTE SI GUSTA IL GELATO SERGIO VALENTE SI GUSTA IL GELATO barillari gelatobarillari gelatoprodi gelatoneprodi gelatoneIL GELATONE PER EDWIGE FENECH IL GELATONE PER EDWIGE FENECH nttgmll05 gnocca gelato gnamnttgmll05 gnocca gelato gnamGELATO FOTO BY TERRY RICHARDSON GELATO FOTO BY TERRY RICHARDSON LORENZIN E QUAGLIARIELLO MANGIANO IL GELATO FOTO LAPRESSE LORENZIN E QUAGLIARIELLO MANGIANO IL GELATO FOTO LAPRESSE x pop x pop anche berlusconi ci sa fare col gelatoanche berlusconi ci sa fare col gelato

Ultimi Dagoreport

nicola calipari giuliana sgrena nicolo pollari

DAGOREPORT – PIENONE DI AUTO BLU STASERA ALL’AUDITORIUM DI ROMA: DA MELONI E MANTOVANO A GIULI E BERNINI, TUTTI IN FILA PER ASSISTERE ALLA PRIMA DE “IL NIBBIO”, IL FILM ISPIRATO ALLA MORTE IN IRAQ DELL’AGENTE DEL SISMI, NICOLA CALIPARI, UCCISO NEL 2005 MENTRE STAVA RIPORTANDO IN ITALIA LA GIORNALISTA DEL “MANIFESTO”, GIULIANA SGRENA - A VENT’ANNI DALLA TRAGEDIA, RENDE OMAGGIO A CALIPARI ANCHE SERGIO MATTARELLA: “LE SPIEGAZIONI DELLA SUA MORTE PERMANGONO TUTTORA NON ESAURIENTI” - ESSÌ, LA VERITÀ NON È MAI VENUTA FUORI. SE IL SOLDATO AMERICANO HA SPARATO PER ERRORE, È ALTRETTANTO VERO CHE NESSUNO L’AVEVA AVVERTITO DEL PASSAGGIO DELLA TOYOTA - QUINDI, LA DOMANDA: COME MAI LA NOTTE DEL 4 MARZO 2005 LA TOYOTA SU CUI VIAGGIAVANO CALIPARI E SGRENA NON ERA STATA SEGNALATA DALL’INTELLIGENCE ITALIANA AGLI ALLEATI AMERICANI? LA RAGIONE PIÙ PROBABILE È QUESTA….

donald trump giorgia meloni vertice europeo

DAGOREPORT - ADDIO ALLA LOVE-STORY CON TRUMP, MELONI DOVRÀ ACCONTENTARSI DI UN POSTO DI SECONDA FILA DIETRO A MACRON E STARMER - COME NELLA FOTO UFFICIALE DEL SUMMIT DI LONDRA: SBATTUTA IN UNA POSIZIONE "PERIFERICA" (MA GIÀ ALL’INSEDIAMENTO DI TRUMP ROSICO' PER ESSERE STATA RELEGATA IN FONDO ALLA SALA, ACCANTO AL BOSS ARGENTINO JAVIER MILEI) -E QUANDO, PRIMA DEL SUMMIT DI LONDRA, LA DUCETTA HA TELEFONATO A KING DONALD PER UN INCONTRO ALLA CASA BIANCA (AL PARI DI MACRON E STARMER) E' STATA RIMBALZATA CON UN "SE VEDEMO": IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, CHE HA IN MENTE DI MOLLARE NATO E ONU, SE NE FOTTE DI ASCOLTARE PIPPE SUL "TENERE UNITA LA NATO" E "MANTENERE IL DIALOGO USA-UE” - SE PER L’UCRAINA SI FA DURISSIMA DOPO LO STOP AI RIFORNIMENTI DI ARMI, ANCHE PUTIN HA I SUOI GUAI: I GIOVANI RUSSI SONO SEMPRE PIÙ RESTII A FARSI AMMAZZARE PER IL DONBASS...

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…