GLAMOUR E SCANDALI AL COVO DI NORD-EST: A DE ANDRÈ LANCIARONO LE MONETINE, PATTY PRAVO SE NE ANDÒ URLANDO ‘MERDE’ E POI SI RIPRESENTÒ TUTTA NUDA AL MOLO: ‘COSì VA MEGLIO?’ – E NELLA NOTTE DEI TRANS QUALCUNO SI CACCIÒ FUORI IL BATACCHIO!


Tatti Sanguineti per ‘Il Giornale'

Sono Lello Liguori, so¬no nato tantissimi an¬ni fa, mi è sempre pia¬ciuto il divertimento. Ho scoperto il Covo di Nord-Est di Santa Margherita Ligure nel 1966: il proprietario era un certo Peppo Vannini, proprie¬tario di tutte le pasticcerie di Lugano. Era in auge perché aveva preso due grandi artisti inglesi - Brian Auger e Julie Dri¬scoll - e faceva dei pieni incre¬dibili. Il Covo mi piacque, co¬minciai a frequentarlo, alla fi¬ne lo comprai.

100MILA LIRE A TESTA
Era un locale per ricchi.L'ul¬tima volta che ci si esibì Mina, nel '69,si pagavano 100mila li¬re a persona.

JANNACCI E LA SINISTRA
Avevo cominciato a giocare a pallone con Enzo Jannacci. Eravamo nati a 50 metri l'uno dall'altro. Lui stava in viale Corsica dove c'era il Motta, io abitavo all'inizio di viale Corsi¬ca. Andavamo a giocare a pal¬lone insieme, lui era un patito. Poi siamo cresciuti, ci siamo persi di vista e poi lui ha comin¬ciato a lavorare con Beppe Vio¬la e tutto quel gruppo lì, e l'ho visto poco. Poi l'ho fatto lavo¬rare a Milano in un locale stra¬no che avevo, l'ho trasformato insieme a Pozzetto e Boldi. E poi un giorno me lo sono ritro¬vato grande personaggio.

Gli ho chiesto di far una serata al Covo e lui la mise giù un po' du¬ra p¬erché era diventato di sini¬stra, e tutti quelli di sinistra non volevano venire al Covo col suo pubblico di ricchi. Mi chiese una cifra notevole, ven¬ne, cantò. La gente gli chiese 4-5 bis e lui dapprima rifiutò. Allora gli dissi «Enzo, scusa, siamo amici da tanti anni, per¬ché mi fai una cosa del gene¬re? » e allora lui li fece. Invece nelle serate che aveva fatto per me nei ristoranti, era stato sempre divertentissimo.

IO, MERCENARIO
Ero in Marocco all'epoca della guerra d'Algeria. E a un certo punto si scatenò una cac¬cia ai bianchi, dovetti rimane¬re chiuso in casa per cinque giorni. Poi scappai attraverso il deserto per arrivare in Alge¬ria. Portavo le merci per i lavo¬ratori italiani che lavoravano all'Eni nei pozzi di petrolio. Poi mi arruolai con i mercena¬ri e dopo due mesi scappai. Fi¬nii a Nizza dove ho conosciuto Delon che mi è stato molto d'aiuto. Lui, Belmondo, era tutta una cricca. Divenni an¬cor più famoso grazie a loro.

CHE TEMPI CON BING CROSBY
Io volevo solo i grandi arti¬sti. Ma i grandi artisti avevano cachet altissimi. Non ci si sta¬va coi costi, perché il Covo è piccolo e lo dovevo allargare. Avevo sempre problemi di agi-bilità. Con più posti ho comin¬ciato a portare Iglesias, Azna¬vour, quella gente lì. E tutti gli americani: Minnelli, Sinatra, Bing Crosby, Stevie Wonder... Se un artista arriva in ritardo, poi, per recuperare, fa serate fantastiche, leggendarie.

PAZZI PER BARRY WHITE
Barry White non arrivava. Io mi preoccupo, chiamo un vigile per andare a vede¬re se lungo la strada aves¬se avuto un incidente. Il vigile torna dopo un quarto d'ora e mi dice: «Sono fermi al semafo¬ro con i finestrini oscurati. Sono chiusi lì dentro. Viene il verde e non si muo¬vono, viene il ros¬so e non si muovo¬no ». Avevano co¬minciato a fu¬mare. E allora sono andato là io e gli ho detto «Guar¬da che sei in ritardo... non so più come tenere la gente». Fece una serata incredibile, tutti in piedi sui tavoli.

PATTY PRAVO TUTTA NUDA
Ogni serata ha la sua storia. Se al pubblico piace ti fanno anche 50 canzoni, e sono tan-te. Se al pubblico non piace ti fan fare 20 canzoni e ti manda¬no via. Patty Pravo fece cinque canzoni. Nelle prime file c'era un generale dei carabinieri che non apprezzava, si girava, parlava male di lei. Lei ha pre¬so un posacenere, gliel'ha tira¬to e se n'è andata dicendo « merde » in francese non in ita¬liano. Poi andò in albergo, pre¬se una barca, e si ripresentò sotto il molo nuda sul mare. Si è messa lì davanti e ha detto «Così va me¬glio? ».

MONETINE CONTRO DE ANDRÉ
Al Covo, un locale per ricchi, i cantanti di sinistra hanno sempre fatto fatica. Io e Ber-nardini ci avevamo messo due mesi a convincere De André che allora era all'apice, a veni¬re. Lo aspettava tutta la più ric¬ca borghesia genovese. Gli chiesero subito Marinella e per dispetto lui non la fece. At¬taccò «Quando la morte mi chiamerà...». Cominciarono a tirargli monete da 100 lire, e l'hanno fatto scendere dal pal¬co. Idem con Benigni. Benigni qui al pomeriggio ha fatto le prove, un piccolo spettacolo. Perciò, fra i camerieri che era¬no quasi un centinaio e tutta la gente della spiaggia, li ha fatti impazzire tutti. La sera la gen-te, quelli con la puzza sotto il naso, quelli che avevano paga¬to il biglietto, non la presero bene. Gli lasciarono fare sì e no dieci pezzi.

CHARTER PER IL «54»
Quando ho aperto il 54 a Mi¬lano abbiamo fatto un gemel¬ laggio col 54 di New York. Ci scambiavamo gli aerei: 8 char¬ter il sabato sera li mandavo io da qua, e dall'America, dal 54, mi mandavano 8 charter. Ha funzionato tantissimo, anche perché gli artisti che ho fatto qua- Tina Turner, Donna Sum¬mer, tutta gente di quel livello lì - li ho portati a New York do¬ve c'era metà della capienza.

UN SET SULLA CURVA
Nel 1972, davanti al Covo, è stata girata la scena di insegui¬mento di macc¬hine più rocam-bolesca di tutto il cinema italia¬no: La polizia incrimina la leg¬ge assolve, con Franco Nero, di¬retto da Enzo G. Castellari. È un inseguimento di 8 minuti fra una Lancia della polizia e la macchina dei gangster, una Ci¬troën camuffata da ambulan¬za. Lo schianto avviene pro¬prio davanti al Covo. Avevano costruito un mezzo casolare al¬l'angolo della strada, proprio sulla curva, e Franco Nero con uno stuntman arrivava spara¬to con una macchina, natural¬mente mettevano le due assi per terra, la macchina si mette¬va su due ruote. È una scena fa¬mosissima.

LA NOTTE DEI TRANS
Il Covo ha sempre avuto una tradizione un po' trasgressiva. Quando iniziò la moda dei trave¬stiti io feci venire dalla Fran¬cia, dall'Alcazar, dieci travesti¬ti belgi. E la gente è impazzita, col locale esaurito. Quando ho visto che le cose piacevano e si mettevano bene, per non fare proprio la serata trasgres¬siv¬a che poteva dar fastidio an¬che al cardinal Siri, sono anda¬to giù al porto e ho fatto salire dieci travestiti locali coi mu¬scoli così e le tette così. Quan¬do hanno iniziato a ballare, tut¬ti si sono alzati per andargli dietro. Qualcuno si era messo nudo e tirò fuori il batacchio. Io avevo fatto fare mille tartes à la crème da dare alla gente. Ma tutti era¬no su di giri e cominciarono a tirarsele...

UN MILIONE PER SINATRA
Quando portai Sinatra nel¬l' 87, arrivò in elicottero da Montecarlo dove aveva dormi¬to. Arrivò solo con due perso¬ne, senza la consueta schiera di guardaspalle. Anche per¬ché io il giorno dopo dovevo portarlo a Genova perché era la festa di San Giovanni e ave¬vo promesso al presidente del¬la Regione che l'avrei portato lì.Al Covo c'era un pieno incre-dibile: per i primissimi posti si pagava un milione. Ma erano venuti da tutto il mondo, ave-vo prenotazioni da tutte le par¬ti. Italiani forse il 50 per cento.

I TRUCCHI DEL MESTIERE
Gestendo il locale, ho sem¬pre imparato a mettermi alla porta. Io, in prima persona, ho sempre fatto la porta: facevo entrare chi volevo. Magari si presentava uno con le scarpe da tennis e tu non lo considera¬vi e invece era un personaggio importante. Ma avevo un cer¬to occhio... La porta è la cosa più importante che esista. Per¬ché tu devi avere il coraggio di tenere fuori i balordi, quelli che possono far casino, tirar fuori un coltello. Poi siccome sei tu che scegli i tavoli, facevo degli enormi cartelloni nume¬rati, in modo che io sapevo esattamente dov'era il perso¬naggio da dover eventualmen¬te proteggere.

CHE BOTTO CHARLIZE THERON
La scena più mitica girata qui è lo spot della Martini con Charlize Theron. Feci questo contratto con una casa di pro¬duzione americana e la Marti¬ni. Vennero almeno in cento, rimasero qui una settimana. Elicotteri, motoscafi: avevano tutto, girarono e rigirarono tut¬to cento volte. C'era lei che camminava dal Covo al porto con questo vestito che man mano le si sgomitolava addos¬so, però senza far vedere completa¬mente il la¬to B.

L'INTER¬VENTO DI PERTINI
Il Covo è fallito una volta sola. Nell'85, quando io ho avuto il proble¬ma di Sanremo, sono manca¬to dal Covo per tre anni. Tanto è vero che il Covo è andato giù. Ed il giudice di allora aveva det¬to al prefetto di chiuderlo. E al¬lora io mandai la mia compa¬gna da Pertini, che aveva una casa nel Tigullio, e lo feci ria¬prire subito. Però avemmo un calo, un piccolo calo. Poi nel¬l' 87 ho ricominciato a picchia¬re forte con i personaggi e mi sono rifatto le ossa.

WALTER CHIARI BANDITORE
A Walter Chiari ho sempre voluto bene. E gli ho sempre fatto fare più ferragosti e capo-danni che ho potuto. Per me provò addirittura a fare aste di quadri, ma la gente voleva le barzellette.

QUANDO SCOPRII GRILLO
Grillo l'ho scoperto io.Veni¬va qui quando aveva 14 anni e mi rompeva le palle tutti i gior¬ni per andare sul palco. Gli die¬di la sua occasione la sera di De André facendolo presenta¬re a lui. Tutto andò bene fin¬ché il pubblico non chiese a De André di attaccare Marinel¬la.

 

 

tatti sanguinetiWALTER CHIARI COVO COVO DI NORD EST Frank Sinatrafrank sinatra x02foto covo FABRIZIO E CRISTIANO DE ANDRE COVO DI NORD EST CONCERTO PATTY PRAVO AL TEATRO DAL VERME jpegcarr corrado patty pravo PATTY PRAVO DURANTE UN CONCERTO AL COVO

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