luigi di maio marcello de vito

MORS TUA, DE VITO MEO – IL PRESIDENTE DEL CAMPIDOGLIO NON SI DIMETTE E DALLA GALERA SCRIVE UN MEMORIALE AL VELENO CONTRO DI MAIO: “MI SONO CHIESTO COSA POTREBBE DECIDERE SE FOSSE SOTTOPOSTO A GIUDIZIO. SICURAMENTE PROPORREBBE UN QUESITO AD HOC COME QUELLO SUL CASO SALVINI-DICIOTTI” – È SPARITO DAL SITO DEL CAMPIDOGLIO, MA LE NORME SONO DALLA SUA PARTE: PER RIMUOVERLO DALL’INCARICO NON BASTA UN CLIC

MARCELLO DE VITO A REGINA COELI

Simone Canettieri e Lorenzo De Cicco per “il Messaggero”

 

Dicono che appena arrivato nella cella di Regina Coeli, compagno di stanza un ragazzo magrebino, Marcello De Vito abbia chiesto quattro cose, ai secondini: «Lenti a contatto, carta e penna. E un tappetino, per la ginnastica». Con carta e penna, il presidente dell' Assemblea capitolina caduto in disgrazia, impelagato nell' inchiesta stadio con la pesante accusa di corruzione, ha buttato giù una lettera di quattro pagine.

MARCELLO DE VITO ROBERTA LOMBARDI

 

Spedite, tramite gli avvocati, alla sindaca Virginia Raggi e ai consiglieri capitolini, i colleghi che, fino all' arresto del 20 marzo, governava dal più alto degli scranni dell' Aula Giulio Cesare. Potrebbe essere solo un assaggio di quella che lui chiama «la mia verità», assicura chi lo conosce bene. La prefazione di un «memoriale» più denso - di ricordi, di accuse - e che metterebbe nel mirino gli ex compagni di partito.

 

MARCELLO DE VITO E VIRGINIA RAGGI

Perché ribadendo che non ha la minima intenzione di dimettersi, né da consigliere, né da presidente dell' Aula, De Vito nella lettera se la prende soprattutto con gli «amici» che lo hanno «abbandonato», per cui dice di provare «rabbia e delusione».

 

«Ho ricevuto maggiore solidarietà dalle persone in queste retrovie che in qualsiasi altro posto», annota con calligrafia leggera, e parole pesanti. Se la prende con Luigi Di Maio, senza menzionarlo mai per nome: «Mi sono chiesto in questo tempo cosa potrebbe decidere il nostro leader per se stesso, ove fosse sottoposto ad un giudizio: sicuramente proporrebbe un quesito ad hoc, come quello ideato sul caso Salvini-Diciotti, da sottoporre al voto online».

ROBERTA LOMBARDI MARCELLO DE VITO VITO CRIMI

 

Lui, che è stato espulso in direttissima dal capo politico, rimarca che «il nostro codice etico prevede l' espulsione dal M5S solo in caso di condanna e non si presta ad interpretazioni ad personam». «Ho compreso - scrive ancora De Vito - che abbiamo perso totalmente i nostri valori fondanti della solidarietà e della coesione». Attacca la stampa, poi; e alla mole di intercettazioni e accuse, ribatte che «non sono corrotto né corruttibile», «ho una grande prova da affrontare, sono pronto per il giudizio».

stefano donnarumma luca lanzalone

 

Promette battaglia: «Ho reagito, ho dedicato questo tempo all' anima, alla mente, al corpo».

Sembra quasi una svolta garantista, rispetto al De Vito che mostrava beffardo le arance quando a finire in carcere erano gli esponenti del Pd. «È complesso far comprendere quanto queste mura possano insegnarti e farti ragionare sui valori di base. Sono più forte di prima», dice. E non molla lo scranno, soprattutto. «Ci ho pensato, ma non posso, non voglio e non debbo farlo!». Cita gli articoli del Regolamento del Consiglio comunale, che conosce a menadito. «La mia sospensione e sostituzione temporanea è priva di presupposti», così come «qualsiasi atto mi abbia privato» dell'«iscrizione al M5S».

 

MARCELLO DE VITO

CANCELLATO DAL SITO WEB

 È una lettera che riapre la ferita fresca dell' arresto, tra gli ex «amici» a 5 stelle. A cominciare dai consiglieri di maggioranza, sballottati tra dispiaceri umani e preoccupazioni pratiche: non si è ancora capito, per esempio, come rimuovere materialmente De Vito dalla presidenza dell' Assemblea capitolina. Per il momento, il numero uno è sparito dal sito web del Comune.

MARCELLO DE VITO VIRGINIA RAGGI

 

Ma per scalzarlo dall' incarico, non basta un clic. I tecnici del Campidoglio, interpellati dai grillini, hanno scritto in un parere che non ci sono precedenti per una rimozione, che le norme consentono solo in caso di «gravi violazioni nell' esercizio delle funzioni».

MARCELLO DE VITO A REGINA COELI

 

E non per un' indagine in generale. «Se lo destituiamo e fa ricorso, rischiamo seriamente di perderlo e di pagare i danni», mugugnano in tanti, nelle chat stellate. Ecco perché, con la sponda dell' opposizione, il gruppo grillino sta pensando di mettere mano al Regolamento dell' Aula. Cambiarlo, insomma, ma servirà tempo. «Mentre il Consiglio comunale, oggi, è paralizzato - dice Giulio Pelonzi, capogruppo del Pd - e tutti si aspettano che De Vito abbia ancora altro da dire, molto altro, soprattutto ai 5 Stelle».

de vitomarcello de vitomarcello de vito 4marcello de vito 5marcello de vito 3marcello de vito 1marcello de vito 23marcello de vito 2marcello de vito 22marcello de vito 26virginia raggi marcello de vitomarcello de vito 20marcello de vito 21marcello de vito 19marcello de vito 24marcello de vito 18MARCELLO DE VITO A REGINA COELI

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...