BIO E’ CON NOI! - MIGLIAIA DI PERSONE PROTESTANO IN PIAZZA A BERLINO PER CHIEDERE MAGGIORE ATTENZIONE AI CIBI BIOLOGICI CONTRO I VELENI DELLE GRANDI LOBBY AGRO-ALIMENTARI

Andrea Tarquini per "la Repubblica"

Decine di migliaia di persone in piazza a Berlino da tutta la Germania: soprattutto molti contadini, ma anche giovani, gente delle città, trattori a fianco di famiglie con carrozzine. In piazza, per la prima volta, per lo slow food, per il cibo biologico e di qualità e contro l'agricoltura industriale delle multinazionali.

In corteo da Potsdamer Platz alla Cancelleria, passando per il Bundesrat e il ministero dell'Agricoltura. E come oratore principale, l'italiano leader di slow food, Carlo Petrini, che ha invitato a nuove iniziative a livello continentale. Per convincere le autorità europee a un nuovo uso dei fondi della politica agricola (il 40% del bilancio di Bruxelles) a favore dei piccoli agricoltori, produttori e garanti del cibo biologico naturale e di qualità, e non più a vantaggio delle lobby agroindustriali.

«Contadini e cittadini assieme per rivendicare un cibo prodotto in modo sostenibile, senza l'arroganza dell'agricoltura industriale, una grande folla che rivendica la qualità alimentare», ci dice Carlo Petrini, facendo notare che proprio nella Germania dalle forti tradizioni di movimenti di base, in passato pacifiste, poi antinucleari, oggi lo slow food diventa un movimento che va in piazza.

«Vogliamo far sentire il nostro malcontento contro gli svantaggi imposti ai bioagricoltori dalla politica governativa e del Deutscher Bauernverband, l'organizzazione ufficiale e conservatrice dei contadini», ha dichiarato ieri all'edizione online del quotidiano liberal berlinese Der Tagesspiegel il bioagricoltore Stefan Palme.

«Una grande folla in piazza a Berlino, cuore dell'Europa, per la qualità del cibo, e la mobilitazione dei giovani, sono impressionanti », continua Petrini. Racconta del flash mob alimentare notturno di 400 giovani del movimento slow food tedesco. «Hanno tagliato e confezionato quintali di verdure, prodotti di qualità scartati dai grossisti per ragioni estetiche, carote o patate troppo grandi o con forme ritenute strane. Oggi il 30 per cento della produzione biologica in Europa viene sprecata così».

E' il segno che qualcosa sta cambiando nelle abitudini e nei bisogni a livello europeo, dicono Petrini e gli organizzatori tedeschi della manifestazione: chiedendo a tutti i candidati alle elezioni europee «di dire chiaramente ora se stanno a parole coi bioagricoltori per prendere i loro voti e poi fare gli interessi dell'agrobusiness».

Adesso, il movimento auspica più mobilitazione per premere su Bruxelles. Il bilancio agricolo, voce principale delle spese Ue, «non deve più aiutare proprietari terrieri e colture intensive, ma pensare ai piccoli contadini che garantiscono cibo di qualità e più salute, e che la Germania abbia questa sensibilità la dice lunga».

 

 

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