conte merkel

CI SIAMO FATTI FREGARE - SONO BASTATE 24 ORE PER CAPIRE QUANTO L'ACCORDO RAGGIUNTO A BRUXELLES SUI MIGRANTI PENALIZZI L'ITALIA - SUI TRE PUNTI CHIAVE CHE DOVEVANO SEGNARE UNA SVOLTA PER LA GESTIONE DEI FLUSSI MIGRATORI DA PARTE DEL NOSTRO PAESE, SI SIANO ADDIRITTURA FATTI PASSI INDIETRO - RICOLLOCAZIONE, CENTRI E “VOLONTARIETÀ”: ECCO COME CI HANNO INCETRIOLATO

Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

 

DONALD TUSK ANGELA MERKEL GIUSEPPE CONTE MOAVERO

Sono bastate 24 ore per capire quanto l'accordo raggiunto a Bruxelles penalizzi l' Italia. E come sui tre punti chiave che dovevano segnare una svolta per la gestione dei flussi migratori da parte del nostro Paese, si siano addirittura fatti passi indietro. Passato il momento delle dichiarazioni di circostanza sul fatto che le «nostre frontiere sono le frontiere di tutti», si fanno i conti con la realtà. E si comprende come le regole stabilite dal consiglio europeo non abbiano affatto tenuto in considerazione le istanze di Roma.

 

Perché se era scontato che non sarebbe stata fatta alcuna modifica al trattato di Dublino, quanto stabilito per i centri di detenzione, la relocation e le Ong va nella direzione opposta a quello che era stato chiesto nei giorni precedenti alla riunione. Basta una parola per comprenderlo: volontarietà. La maggior parte degli Stati che aderiscono all' Unione europea non ha mai collaborato sull' immigrazione anche di fronte al rischio di sanzioni, sembra davvero impossibile che possa farlo spontaneamente.

giuseppe conte angela merkel

 

Sin dai primi giorni dopo il suo insediamento al Viminale Matteo Salvini ha dichiarato che i Centri di accoglienza «devono essere fatti nei Paesi di origine». E poi ha specificato che in ogni caso «i Cie devono essere chiusi perché basta avere i migranti a spasso».

In realtà i Cie sono già chiusi e dunque è probabile che il ministro si riferisse proprio ai centri per chi richiede asilo già presenti sul territorio, sia pur in numero molto ridotto rispetto ai posti necessari.

 

SALVINI DI MAIO CONTE

Il documento siglato a Bruxelles due giorni fa prevede la creazione di strutture di detenzione, ma senza alcun obbligo per i Paesi. La clausola principale dell' intesa stabilisce inoltre che soltanto chi li apre può chiedere il ricollocamento dei profughi e ottenere i fondi per effettuare i «rimpatri» forzati.

L' Italia invoca proprio redistribuzione e soldi, ma a questo punto non potrà avere nulla senza allestire centri.

 

La scelta di redistribuire eritrei e siriani in tutta l'Ue fu presa nel 2015 dopo il naufragio di Lampedusa che provocò oltre 300 morti. Dall' Italia e dalla Grecia dovevano partire complessivamente 40 mila stranieri, equamente divisi. Tre anni dopo il nostro Paese è riuscito a ricollocarne 13.739 tra mille difficoltà e rifiuti, nonostante la minaccia di infrazione da parte della Commissione europea per chi non avesse cooperato. D' ora in poi non se ne farà più niente. L' accordo appena raggiunto elimina del tutto l' obbligo di accoglienza e quindi gli stranieri già presenti in Italia certamente rimarranno, così come i nuovi arrivati.

CONTE E SALVINI

 

L' intimazione alle Ong contenuta nell' articolo 3 dell' accordo è chiara e perfettamente in linea con quanto già deciso dall' Italia: «Tutte le navi operanti nel Mediterraneo devono rispettare le leggi applicabili e non interferire con le operazioni della Guardia costiera libica». Il problema è quanto accadrà dopo e in realtà sta già accadendo. Perché le partenze dalla Libia certamente continueranno e anzi è probabile che si intensifichino.

 

conte macron

Si è già visto in passato che i trafficanti utilizzano gli sbarchi come forma di pressione nei confronti dell' Italia e più in generale dell' Europa, quindi non è escluso che - senza la presenza delle Ong nel Mediterraneo - riprendano i viaggi diretti verso le coste italiane. Questo naturalmente fa alzare il livello di rischio rispetto ai naufragi, tenendo conto che le organizzazioni criminali utilizzano gommoni e imbarcazioni scadenti. E fa scattare l' obbligo di soccorso per le nostre motovedette della Guardia costiera e per i mezzi della marina Militare.

 

Dunque, obbliga all' assistenza e all' accoglienza di chi sbarca, senza poter chiedere aiuto agli altri Stati perché non è ipotizzabile in casi del genere chiudere i porti e quindi l' Italia diventa «luogo di primo ingresso» in base al Trattato di Dublino.

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