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QUANTO PIACE IL FILLON AI BIGOTTI FRANCESI! - JUPPÉ RINUNCIA A CANDIDARSI, IL REPUBBLICANO RESTA IN CORSA NONOSTANTE GLI SCANDALI - IERI LA DESTRA RELIGIOSA HA FATTO SFILARE LE SUE TRUPPE: LA MOGLIE HA INTASCATO STIPENDI PUBBLICI SENZA LAVORARE? L’IMPORTANTE È CHE SIA CONTRO ABORTO, NOZZE GAY E ‘TOTALITARISMO ISLAMISTA’

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1.FRANCIA: JUPPÉ, CONFERMO CHE NON SONO CANDIDATO

 (ANSA) - Il sindaco di Bordeaux, Alain Juppé, ha confermato in una dichiarazione davanti ai giornalisti di "non essere candidato" alla presidenza della Repubblica e di "non essere in grado" di riunire la destra nel caso di desistenza di Francois Fillon.

 

JUPPE FILLONJUPPE FILLON

Nel suo discorso, dai toni molto decisi e fermi, Alain Juppé si è tirato fuori dalla difficilissima situazione della destra, alle prese con una "determinazione, un'ostinazione" nell'insistenza di Francois Fillon a restare candidato. "Mai, sotto la Quinta repubblica, un'elezione presidenziale è stata così confusa", ha esordito l'ex primo ministro, apparso ferito nell'orgoglio dopo la sconfitta alle primarie proprio contro Fillon.

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E sull'attuale candidato, ha aggiunto che il suo "piano di difesa, fondato su un presunto complotto, ha portato la destra in un'impasse". "Per me è troppo tardi - ha concluso amaramente Juppé - non entro in trattative, la mia candidatura non incarnerebbe il bisogno di rinnovamento auspicato dai francesi".

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2.SARKOZY PROPONE RIUNIONE PER USCIRE DA CRISI

 (ANSA) - L'ex presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy, ha proposto stamattina con un comunicato una riunione con Francois Fillon e Alain Juppé per "trovare una via d'uscita" alla situazione della candidatura della destra alle presidenziali.

 

 

3.FILLON SI AGGRAPPA ALLA PIAZZA MA OGGI È IL GIORNO DEL GIUDIZIO

Francesco De Remigis per il Giornale

 

 Le ultime ore da candidato o quelle del rilancio? Ieri la risposta è arrivata dalla piazza, con François Fillon sul palco per spiegare le ragioni di un' insistenza che pare sconfessata dai sondaggi. «Pensano che io sia solo, ma lo siamo?

 

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», chiede alle migliaia di sostenitori che hanno raggiunto la manifestazione convocata al Trocadero, davanti alla Tour Eiffel, ieri pomeriggio. Duecentomila persone secondo gli organizzatori, la prefettura si astiene dai numeri. «Essere fieri della Francia e di essere francesi». Ecco perché siamo qui, insiste il candidato ufficiale dei Républicains.

 

Devastato politicamente da abbandoni in massa, ha ottenuto il sostegno della moglie Penelope dopo 40 giorni silenzio: «Vai avanti», ha detto ieri prima di raggiungerlo sul palco. La piazza di Parigi lo ha confortato: «Fillon, resisti! La Francia ha bisogno di te». «Devo ascoltare questa folla immensa che mi spinge ad andare avanti», ribadisce a più riprese.

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 Ma nel suo discorso non dice esplicitamente che continuerà fino alla fine, frase-ritornello di ogni comizio dal 25 gennaio, quando Le Canard Enchaîné ha rivelato i presunti incarichi fittizi della moglie come assistente parlamentare e di due dei suoi figli. Restano le scuse, per la cattiva comunicazione sul Penelope-gate definita «approssimativa», e il ritorno al programma, trascurato negli ultimi giorni per difendersi dalle accuse.

 

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Si scaglia contro il «totalitarismo islamista», cita frasi del suo libro che gli hanno fatto vincere le primarie contro ogni sondaggio. «Tolosa, Charlie, l' hyper Casher, Nizza, il Bataclan». Eventi su cui François Hollande ha mostrato tutta la sua fragilità: sul tema sicurezza «il nostro Paese non è stato governato», dice.

 

Parla soprattutto delle «diserzioni senza vergogna», invitando «i dirigenti della destra e del centro a fare un esame di coscienza, perché io ho fatto il mio». La «caccia all' uomo per impedirmi di svolgere correttamente la campagna presidenziale deve finire». Migliaia di bandiere bleu blanc rouge sventolano davanti a lui, eppure su Twitter un ex fillonista, sostenitore di Alain Juppé, scrive «Triste fine di campagna». Prematuro dirlo, visto che la base sembra aver risposto alla chiamata.

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Mentre Fillon si godeva il bagno di folla al Trocadero, a Place de la République andava in scena la contro manifestazione in sostegno della giustizia, un rassemblement di fatto anti-Fillon. Centinaia di persone con pentole e slogan per lo «Stop alla corruzione». Ma senza i Républicains. Ce n' erano, invece, nella piazza di Fillon. L' assenza voluta di bandiere del partito ha lasciato spazio ai volti: da Luc Chatel al sarkozista François Baroin, che in una fase incerta per definire le sorti del candidato spera in un passe-partout che potrebbe valergli la premiership in caso di vittoria di Fillon, o almeno un quieto vivere fino alla resa dei conti.

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Il ticket Fillon-Baroin era l' ipotesi ventilata da Sarkozy prima del piano B, che oggi vorrebbe Juppé candidato al suo posto grazie a sondaggi favorevoli: supererebbe il primo turno col 24,5%, Fillon sarebbe solo terzo col 17%. L' ufficio politico dei Républicains si riunisce oggi per «valutare la situazione».

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La contro-candidatura Juppé resta all' ordine del giorno. Il sindaco di Bordeaux ieri ha avuto un lungo colloquio con Nicolas Sarkozy (entrambi sono stati sconfitti da Fillon alle primarie) per studiare un' uscita di scena «dignitosa» del leader che non vuole mollare. Solo lui può dire basta. Lui ha le chiavi delle casse del partito, consegnate da 4,5 milioni di voti, e da ieri ha anche la piazza. Piena.

 

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