renzi bettini ricci claudio mancini

DIETRO IL RITORNO DEL FIGLIOL PRODIGO RENZI NELL’AREA DI CENTROSINISTRA C’E’ LO ZAMPONE DI BETTINI – COME PEGNO D’AMORE DI MATTEONZO NEI CONFRONTI DI ELLY SI RAGIONA NON SOLO SULL’USCITA DI ITALIA VIVA DALLA GIUNTA DI BUCCI A GENOVA, MA DELL’INGRESSO IN QUELLA DI GUALTIERI A ROMA – A PESARO L’INCONTRO CON CLAUDIO MANCINI, ANIMATORE DELLA NUOVA CORRENTE DEM CHE HA TRA LE SUE TESTE PENSANTI BETTINI E IL SUO PUPILLO, IL SINDACO MATTEO RICCI – "GOFFRY" PUNTA A DIALOGARE NON SOLO CON RENZI E CALENDA MA ANCHE CON SALA…

Simone Canettieri per “il Foglio” - Estratti

 

(...)

 

RENZI ALLA FESTA DELL'UNITA' DI PESARO

Domanda senza crederci troppo: Renzi è davvero il ritrovato factotum della città “Campo largo” come il “Barbiere di Siviglia” di Rossini, altro figlio nobile di queste parti? A interrogare la sua nota vanità – che non va in ferie e non conosce default – la risposta sarebbe scontata.

 

C’è però da registrare un dato di cronaca: l’altra sera, nell’insenatura pavarottiana di Baia Flaminia, non solo ha fatto il pieno di curiosi in modalità nessun dorma. Ha strappato risate. Il più giovane presidente del Consiglio della storia d’Italia è stato applaudito, più e più volte.  Non solo quando attaccava il direttore del Fatto Marco Travaglio ma, soprattutto, quando ha iniziato a bombardare il leader del M5s Giuseppe Conte, velocissimo ad alzare il braccio come certi difensori di  una volta, per richiamare l’attenzione dell’arbitro (gli elettori) sul fuorigioco da fischiare: “Ci fa perdere voti”.

 

RENZI ALLA FESTA DELL'UNITA' DI PESARO

(…)

Alla fine dell’evento di Pesaro – si capirà se grande o piccolo – non ci sarà nemmeno una contestazione, un urlaccio. Niente. Manco una mezza pernacchia o un ululato dal fondo della platea: tutte eventualità che erano state messe  in conto dalla giornalista Myrta Merlino, moderatrice del dibattito con l’europarlamentare del Pd Matteo Ricci, sindaco ad honorem e anguilla capace di navigare fra mille correnti in questi ultimi dieci anni, nonché architetto dell’operazione reunion. Ricci lo fa per il centrosinistra nazionale, ma anche per quello regionale visto che sarà candidato – con molta probabilità – alla carica di governatore (alle europee ha preso nelle Marche 51.996 preferenze). Così assicurano tutti, e anche lui lo sa.

 

Ricci ha fatto da gruppo spalla al rientro sul palco del centrosinistra del capo di Iv in questo contesto democratico (tocca citare di nuovo gli Oasis?). La star non è mai stata fischiata dai loggionisti del Pd, pubblico che di solito non le manda a dire e che se la lega al dito.

 

RENZI ALLA FESTA DELL'UNITA' DI PESARO

Matteo Renzi, dopo una notte impastata di euforia, dice agli amici che “è andata decisamente meglio di qualsiasi più rosea previsione. Pieno di gente, abbracci prima e dopo, applausi à gogo. Anche dagli schleiniani, non solo dagli ex renziani. Bene bene bene”.

 

E così è stato. Una sorpresa, e dunque una notizia ascrivibile alla categoria “strano, ma vero”.

 

Impossibile sostenere che Ricci avesse addomesticato, messaggiato e massaggiato il pubblico locale in vista dell’evento: troppa gente. Oltre 1.500 persone. Un record per gli addetti alle cucine che alla fine sono stati costretti a dare indietro i soldi a chi aveva già fatto lo scontrino alla cassa e si era messo in fila. Tagliatelle stirate a mano con ragù di piselli, grigliata mista, pasticciata alla pesarese con erbe cotte:  tutto terminato. E’ l’indotto economico dell’evento che non ha creato mal di pancia al pubblico.

 

claudio mancini

Eppure la schiera di inviati dei giornali arrivati qui sull’Adriatico - gli stessi che ieri sono andati a seguire la riapparizione dopo le ferie della segretaria Schlein alle feste dell’Unità di Abbadia San Salvatore e a Campiglia Marittima – si aspettavano, forse, un momento tipo De Gasperi alla Conferenza di pace di Parigi (“Prendo la parola in questo consesso e sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me: è soprattutto la mia qualifica di ex nemico, che mi fa ritenere un imputato, l'essere arrivato qui dopo che i più influenti di voi hanno già formulato le loro conclusioni in una lunga e faticosa elaborazione”).

 

Non è stato così: non eravamo al Palais de Luxembourg e Renzi ha fatto Renzi, sempre all’attacco e mai di rimessa, guascone e autocritico quanto basta (cioè: zero). Ma allora come si spiega tutto questo? La sfiducia verso un politico in grado di far saltare premier, alleanze e patti come tappi di lambrusco viene comunque dopo la voglia di Fronte popolare anti Meloni? Esiste un’eterogenesi dei fini? Siamo già ai purchessia e nonostante?

claudio mancini 4 foto di bacco

 

Sono domande che restano dopo una serata vissuta con una certa apprensione dallo stato maggiore di Italia viva, questo va detto. Bastava osservarli. Prima che Renzi si presentasse alla festa sono spuntate le sue truppe in modalità bonificatori del territorio: il deputato ed ex tesoriere del Pd Francesco Bonifazi, il consigliere regionale del Lazio e già numero due del Pd di Roma nonché ex parlamentare Luciano Nobili, il dirigente romano di Iv Marco Cappa, e Mattia Peradotto, direttore generale dell’Unar   (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) presente forse quindi per lavoro e già segretario particolare della ministra Elena Bonetti (ora con Carlo Calenda). Tutti arrivati prima, con due auto civetta, per annusare l’aria e salutare Lucia Annibali, pesarese, ex deputata, presente anch’ella. 

 

“Tutto tranquillo, capo. Negli stand si raccolgono firme sul referendum contro l’autonomia e per la legge sul salario minimo. Passo”. “Ok, arrivo. Passo”. Nessun problema, anzi. Anche un buon numero di selfie (ne abbiamo contati dodici). Ritorno sereno, non nell’accezione renziana, filato via liscissimo.E così sarà con le dichiarazioni dell’amico ritrovato, o ospite gradito, prima delle 20 per i tg più importanti dietro lo stand del Pd. “Sembra di essere tornati indietro nel tempo”, dice Nobili.

 

Sbrigato il rito le telecamere, e prima dell’intervista sul palco, la compagnia delle opere renziane con Ricci e Merlino andrà a fare l’aperitivo in uno stabilimento balneare, quello dei Gemelli, intorno a una vecchia barca spiaggiata. Bollicine per l’ospite e Spritz a nastro per gli altri. Lunga tavolata queer con il figliol prodigo al centro. “Vieni qua seduta vicino a me, così ti rovino la carriera”, dirà Renzi alla trentenne Chantal Bomprezzi, segretaria regionale del Pd, mozione Bonaccini, ma ora a capo del partito con un vice tendenza Elly. “E’ una bella iniziativa, è il senso della nostra festa: allargare e discutere. Non a caso ci saranno anche Landini, D’Alema ed Elly, ovviamente, in chiusura domenica”. 

 

matteo ricci goffredo bettini

All’aperitivo si aggiunge, ormai al tramonto, anche Claudio Mancini, deputato romano del Pd, regista delle scelte di Roberto Gualtieri ma anche animatore di “Rete democratica”, nuova corrente del Pd per gli amanti del genere, che conta anche teste pensanti come Goffredo Bettini e pezzi da novanta à la Andrea Orlando. E poi: Arturo Scotto, Gualtieri e di sicuro Ricci, soprannominato “il pupillo”. E’ un’operazione romana, questa. Com’era chiaro. Un pezzo di Pd vuole costruire e dialogare con una gamba centrista e liberal con Renzi, ma magari anche con Calenda e, obiettivo, Beppe Sala, sindaco smart di Milano e finora grande mistero della politica italiana: gli piace, ha i numeri per farla, pensa solo a un bosco largo verticale?

 

bettini ricci

Prima del palco Mancini era curioso e forse un po’ preoccupato. Anche lui la mattina seguente sarà “colpito” dall’accoglienza, segno che l’esperimento è andato più che bene. C’è ancora una connessione sentimentale fra l’ex leader e la sua ex base al grido “ricacciamo il melonismo dentro Colle Oppio?”. E’ davvero così o siamo davanti a quelle partite del calcio agostano che fanno sognare le curve prima di iniziare di nuovo a giocare per la lotta salvezza? “E’ l’inizio di un percorso: in autunno faremo nuove iniziative”, dicono Ricci e Mancini.

 

Due tipi da spiaggia incontrati il giorno dopo sul lungomare, fuori da un ristorante a pranzo: in infradito di gomma l’europarlamentare, e con le Birkenstock, ceto medio riflessivo, il parlamentare romano. “Adesso lavoreremo per far parlare, grazie anche a Bettini, Renzi e Conte”, dice ancora Mancini, a cui vanno sentiti auguri. Ricci a questo proposito dice che se si indebolisce Conte, poi torna Grillo o peggio Alessandro Di Battista e addio tentativo di alleanza larga.

 

Alcune cose potrebbero accadere per scrollare ancora di più l’albero del campo largo. E da qui uno scenario molto interessante su cui si sta lavorando e che il Foglio è in grado di anticipare: se il centrosinistra vuole un pegno d’amore da Renzi potrebbe arrivare a Genova dove Iv ha due consiglieri in maggioranza ed esprime un assessore.

RENZI ALLA FESTA DELL'UNITA' DI PESARO

 

Si studia un’uscita dalla giunta e dalla maggioranza che sostiene il sindaco Marco Bucci. In compenso si ragiona   in un ingresso nella coalizione e forse giunta di Gualtieri, appoggiato da Iv (ma anche da Azione) in Aula Giulio Cesare su un argomento fatale e qualificante per la capitale come la costruzione del termovalorizzatore inviso alla sinistra-sinistra (oltre che al M5s di Virginia Raggi che sta all’opposizione).

 

(...)

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...