1. MA QUALE DIMINUZIONE DELLE TASSE! È VERO CHE NEL 2015 LA MANOVRA DI PITTIBIMBO LE FA SCENDERE DI 18 MILIARDI, MA POI RISALGONO DELLA STESSA CIFRA NEL 2016 (DOPO IL VOTO?), E POI ALTRI 24 MILIARDI DI TASSE IN PIÙ NEL 2017 E 28 NEL 2018. BELLA FREGATURA 2. COME NON BASTASSE, TRA IL 2016 E IL 2018 VERRANO ALZATE LE ALIQUOTE IVA, CON QUELLA CHE OGGI È AL 10% CHE ARRIVERÀ AL 13%, E QUELLA DEL 22% CHE TOCCHERÀ QUOTA 25,5% 3. ANCHE SUL FRONTE DELL’IRPEF C’È LO SCHERZETTO, PERCHÉ SEMPRE DOPO IL 2015 CALERÀ LA SCURE SULLE DETRAZIONI PER COMPLESSIVI 11 MILIARDI. SONO SOLDI IN PIÙ CHE SI PAGANO 4. GIOCO DI PRESTIGIO ANCHE SULLA FAMOSA RIDUZIONE DELL’IRAP PER LE AZIENDE: IL BLOCCO DELLE AGEVOLAZIONI PRECEDENTI PORTA LA RIDUZIONE DEL CARICO FISCALE A SOLI 4 MILIARDI 5. MA IL CAPOLAVORO DI BARBARIE GIURIDICA È L’AUMENTO DELLA TASSAZIONE PER FONDI PENSIONE E FONDAZIONI: È RETROATTIVO, CON TANTI SALUTI ALLO STATUTO DEL CONTRIBUENTE

Dagoreport

 

matteo renzi Barbara d'ursomatteo renzi Barbara d'urso

Ma che bella la manovra “che abbassa le tasse di 18 miliardi”, come ha detto Renzie presentandola a destra e a manca quando era solo in bozze. E che gioia il “bonus bebè” per le neo-mamme, annunciato in diretta tv da Barbara D’Urso su Canale 5. Adesso che però la legge di Stabilità è nero su bianco, nonostante manchi la vidimazione della Ragioneria generale dello Stato, si scoprono anche altre cose. Non tutte così allegre.

 

Sul fronte delle tasse, dopo il calo strombazzato nel 2015, ecco un aumento di 18 miliardi nel 2016, di 24 nel 2017 e di 28 nel 2018.

giancarlo padoangiancarlo padoan

 

La manovra prevede fin d’ora un robusto aumento dell’Iva: nel 2016 l’aliquota del 10% dovrebbe passare al 12 e poi salire al 13% nel 2017. Quella del 22% salirà invece al 24% nel 2016, per poi arrivare al 25,5% nel 2018. Quali effetti sui già deboli consumi possa avere una manovra del genere è facile da immaginare. Oltre al fatto che l’Iva colpisce di più gli strati di reddito medio-bassi.

 

Sul lato dell’Irpef, quella che viene ridotta di 80 euro per i redditi più bassi, ecco le brutte sorprese negli anni a venire: taglio delle detrazioni da 4 miliardi nel 2016 e meno 7 dal 2017 in poi. Non sono tecnicamente aumenti di tasse, ma al lato pratico, quando si tratta di calcolare il saldo delle imposte da versare, le minori detrazioni si traducono in un aumento delle somme da versare allo Stato.

 

Giorgio  Napolitano Giorgio Napolitano

La riduzione dell’Irap per le aziende, che Renzie aveva quantificato in 6 miliardi e mezzo per il 2014, in realtà rischia di essere di due miliardi e mezzo in meno perché vengono annullate già da quest’anno tutta una serie di riduzioni precedenti delle aliquote. A cominciare dal taglio del 10% deciso a maggio sotto elezioni. Saranno contenti in Confindustria.

 

Una vera primizia è poi l’aumento delle tasse applicate ai fondi pensione, che saliranno dall’11,5% al 20%. La particolarità dell’intervento è nel fatto che al momento sembra decorra dal primo gennaio. Insomma, si tratta di un aumento retroattivo, con tanti saluti a qualunque “galateo” e rispetto del contribuente. Lo stesso intervento retroattivo vale anche per le fondazioni, che con le loro erogazioni sul territorio spesso rappresentano una forma di welfare sussidiario a Regioni e comuni, e che dal 2010 a oggi hanno visto triplicare il proprio carico fiscale. 

volanti guardi di finanzavolanti guardi di finanza

 

Sul fronte dei possibili buchi, la parte del leone la fa la lotta all’evasione fiscale. Il governo prevede di recuperare così ben 4 miliardi di euro, ma in passato queste stime non venivano conteggiate come un incasso sicuro.

 

Nelle coperture sono conteggiati anche 10 miliardi di privatizzazioni, una somma da centrare con la mega offerta di azioni delle Poste. Peccato che sulla privatizzazione l’attuale vertice, ovvero Francesco Caio, ci senta pochino.

 

industrieindustrie

Problemi di coperture anche per la cassa integrazione in deroga, per la quale la legge di Stabilità stanzia un miliardo e mezzo, nonostante nel 2013 si sia speso il doppio. Significa che il governo prevede per l’anno prossimo un significativo miglioramento della congiuntura industriale. Beato lui.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)