LE DIMISSIONI SI DANNO? MACCHÈ, MOLTO MEGLIO ANNUNCIARLE: PACE TRA FASSINA E LETTA - IL VICEMINISTRO SCHIACCIATO NELLA MORSA DEI DUE EX BANKITALIA, SACCOMANNI E CERIANI

1. PACE FATTA TRA LETTA E FASSINA: "SEGUIRA ITER DELLA MANOVRA IN PARLAMENTO"
Da "Repubblica.it"

Incontro "positivo" fra il premier Enrico Letta e il viceministro Stefano Fassina durante il quale - spiegano fonti di Palazzo Chigi - si è esaminato il complesso della situazione e valutato come gestire ora sia il passaggio della legge di stabilità, che Fassina seguirà in Parlamento, sia il confronto con le parti sociali per migliorarla.

Nei giorni scorsi il viceministro dell'Economia aveva annunciato la volontà di dimettersi per ragioni legate alla "mancanza di collegialità" nella stesura del ddl.

Letta e Fassina, riferiscono fonti di Palazzo Chigi, hanno esaminato il complesso della situazione e hanno parlato di come gestire il passaggio della legge di stabilità alle Camere. I due hanno parlato dei "problemi di collegialità" e il confronto, stando ancora a quanto riferiscono le fonti, è stato positivo: "La volontà è ora di mettersi al lavoro per varare la legge di stabilità migliore possibile".


2. FASSINA STRETTO NELLA MORSA DI BANKITALIA
Francesco De Dominicis per "Libero"

«Se la questione è solo di metodo, allora probabilmente la risolviamo in pochi giorni» dice un pezzo da novanta del ministero dell'Economia. La questione è quella di Stefano Fassina: il viceministro Pd ha minacciato le dimissioni. Non ha gradito, appunto, il metodo con cui sta prendendo forma la legge di stabilità.

Fassina ha la delega sul fisco, ma di fatto è stato tagliato fuori dalle scelte strategiche sulla manovra. «Il clima era teso da tempo» spiegano a via Venti Settembre. «La finanziaria è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso». L'esponente del Partito democratico attende il rientro dagli Stati Uniti di Enrico Letta per un chiarimento faccia a faccia.

Letta ha detto che parlerà col viceministro ed è convinto di uscire dal confronto «più forte di prima». In attesa del premier dagli States, comunque, la bomba Fassina agita il Governo e la strana maggioranza. E dentro il Pd si registra qualche crepa. Il titolare dello Sviluppo economico, Claudio Zanonato, non si è nascosto: «Quando la domanda supera le disponibilità si creano difficoltà inevitabili» ha dichiarato facendo capire che le richieste del viceministro sono eccessive (Fassina era contrario all'aumento dell'Iva dal 21 al 22). Solite coltellate democrat.

C'è dell'altro. Che ha nome e cognome: Vieri Ceriani. Si tratta del consigliere fiscale del ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni. Entrambi provengono dalla Banca d'Italia. Ma Ceriani al Tesoro è arrivato prima di Saccomanni, visto che è stato sottosegretario nell'Esecutivo di Mario Monti. L'attuale ministro lo ha voluto trattenere a via Venti Settembre e non potendolo confermare coi galloni di sottosegretario, lo ha imbarcato come consulente esterno.

E qui nasce l'equivoco di fondo. Perché Ceriani in questa nuova veste - ecco cosa non digerisce Fassina e, dietro le quinte, pure altri pezzi da novanta del ministero - ha mantenuto le vecchie prerogative ed è così diventato il regista della legge di stabilità oltre che di tutti i provvedimenti chiave di Saccomanni. Che avalla questa impostazione. Non si tratta di gelosie, spiegano. I detrattori gli rimproverano anche il filo diretto con le lobby di banche e grandi industrie. Competenze extra large, insomma. «La sua casella di posta elettronica è intasata di email provenienti da Abi e Confindustria» dice una fonte ben informata.

 

Stefano Fassina vignetta ORFINI E FASSINA SACCOMANNI IN RITIROCERIANI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...