carlo calenda

DIO PERDONA, CALENDA NO! IL CHURCHILL DEI PARIOLI SU TWITTER FA IL BULLO TRA FRECCIATE AI RIVALI E ULTIMATUM AGLI ALLEATI – “O NOI O FRATOIANNI”, "DELLA SORTE DI DI MAIO, D'INCÀ, DI STEFANO E COMPAGNIA NON CE NE IMPORTA NULLA”, “DARIO FRANCESCHINI, IL TERZISMO ALLA VOLEMOSE BENE CON NOI NON FUNZIONA” – IL DEM ORFINI HA UN'IDEA: "UN HACKER CHE MANDA IN DOWN IL TWITTER DI CALENDA PER TRE GIORNI LO ABBIAMO? COSÌ MAGARI RIUSCIAMO A COMPLETARE LA COALIZIONE SENZA DRAMMI"

 

 

Fabrizio Caccia per il Corriere della Sera

 

carlo calenda 3

E finalmente ieri alle 19.44, dopo oltre 4 ore di insolito silenzio - ma nel pomeriggio era impegnato, doveva incontrare di nuovo Enrico Letta e Benedetto Della Vedova - Carlo Calenda è tornato su Twitter, decisamente la sua comfort zone . Stavolta se l'è presa con Silvio Berlusconi che aveva appena detto «il centro siamo noi»: «Guardi che il Ppe è alleato con i Socialdemocratici (leggi Pd) contro Salvini e Meloni. Quindi seguendo il suo ragionamento lei è un pericoloso bolscevico...», la frecciata al Cavaliere.

 

Insomma, botta e risposta, Calenda non perdona. Lui è fatto così, non ne fa passare una, Twitter è la sua arena.

 

carlo calenda 2

Tweet su tweet, un cinguettio continuo. Ieri adunata alle 7.25: il leader di Azione posta un sondaggio secondo cui insieme a +Europa sarebbero sopra a Berlusconi. E twitta: «Bene. Primo sondaggio in cui si supera Forza Italia. Allora via così». Ma poi la giornata prende un'altra piega. Dalle 8 in poi, con una raffica di post, Calenda (ribattezzato non a caso «er mitraglia» da una sua follower) dà fuoco alle polveri e il destinatario è sempre indirettamente Enrico Letta, il segretario del Pd.

 

Ore 8.08: «Della sorte di Di Maio, D'Incà, Di Stefano e compagnia non ce ne importa nulla. Al contrario, prima tornano alle loro professioni precedenti meglio è per il Paese.

letta calenda

E per quanto concerne l'agenda o è quella di Draghi o è quella dei no a tutto. Chiudiamo questa storia ora».

 

Ore 8.29: «C'è una ambivalenza che tormenta la sinistra dalla sua origine: riformismo o massimalismo. L'accordo sottoscritto è una scelta. Può essere cancellata ma non annacquata. Decidete».

 

Ore 10.20: «Ogni giorno vediamo aggiungere alla coalizione un partito zattera e iniziative incoerenti con quanto definito. Anche basta». Partiti zattere? Così, Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana, si risente e twitta anche lui: «Agenda Draghi? Non esiste. Lo ha detto #Draghi stesso. Povero Calenda, deve correre in cartoleria a comprarsene un'altra». E la polemica esplode: «Direi che abbiamo raggiunto un punto di chiarezza - twitta di rimando Calenda -. A queste condizioni non c'è spazio per loro nella coalizione». Per cercare di placare gli animi, prova a intervenire Dario Franceschini, il ministro dem della Cultura. Sono le 11.13: «Calenda e Fratoianni, fermatevi! - twitta -.

 

carlo calenda 1

Ci aspetta una sfida molto più grande dell'interesse dei nostri partiti: evitare che l'Italia finisca in mano a una destra sovranista e incapace. Per iniziarla e vincerla occorre rispettarci a vicenda e accettare le nostre diversità». Macché, 7 minuti dopo, Calenda replica pure a lui: «Dario, il terzismo alla volemose bene con noi non funziona. Avete firmato un patto: Nato, rigassificatori, equilibrio di bilancio, revisione Rdc, agenda Draghi. Dall'altro lato c'è una dichiarazione al minuto contro tutto questo. Chiarite. Punto». Una mattinata al fulmicotone. #LettaCalenda ieri è stata una delle tendenze di Twitter.

 

carlo calenda 4

Passano pochi minuti e Angelo Bonelli, leader dei Verdi, va a dire al TgLa7 : «Il bambino va educato perché se sei viziato poi cresci male, quindi la nostra funzione è pedagogica». E Calenda, il «Churchill dei Parioli» come lo chiama beffardamente il sito Dagospia , anche qui non la prende bene. Altro tweet: «Vorrei capire se si può pensare di lavorare insieme così @Enrico Letta. Boh». Ferito dagli attacchi personali, lui non transige: su Nato, agenda Draghi e il resto, vuole che il Pd prenda una posizione precisa. Altrimenti l'accordo salterà.

CALENDA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…