giorgia meloni

“IL POTERE È UNA PATATA” – L’EDITORIALE DEL DIRETTORE DELL’”ESPRESSO”, ALESSANDRO MARIA ROSSI: “IL COPYRIGHT È DI ROBERTO D’AGOSTINO. SÌ, UNA PATATA. EMERGE APPENA DAL TERRENO, PERÒ SOTTO HA LUNGHISSIMI FILAMENTI DI RADICI. ECCO, QUELLO È IL RADICAMENTO DEL POTERE” – “ANCHE GIORGIA MELONI DEVE FARE I CONTI CON LA PATATA. HA PROVATO AD AFFERRARE QUALCHE RADICE, POI PERÒ HA CEDUTO SULLE SUE DEBOLEZZE. CON I CASI SANTANCHÈ, LA RUSSA, DELMASTRO, IL GOVERNO PUÒ BALLARE. MA I PROBLEMI VERI SONO QUELLI DEL PNRR, DELLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA. LÌ SI VEDRÀ QUANTO MELONI SIA AGGRAPPATA AI FILAMENTI…”

ALESSANDRO MAURO ROSSI

Estratto dell’articolo di Alessandro Mauro Rossi per “L’Espresso”

 

Il potere è una patata. Il copyright è di Roberto D’Agostino […]. Sì, una patata, un tubero. Emerge appena dal terreno, quando non sta proprio sotto una sottile coltre di terra. Però sotto ha lunghissimi filamenti di radici. Ecco, quello è il radicamento del potere che si sviluppa non visto ma forte, ramificato, consolidato. Se non è legato a quel sistema, che non è né di destra né di sinistra, ma è semplicemente Potere, qualunque politico, pur sostenuto dagli strombazzamenti di giornali, siti e tv, non va da nessuna parte.

 

[...] Si dice che comandino i poteri forti. Ma chi sono? Sono quelli che si ritrovano alle riunioni della Bilderberg o di Davos? [...] Macché. È la Patata [...] le cui radici avvolgono quell’esercito di funzionari inamovibili, che governano ministeri e strutture pubbliche, apparentemente in seconda fila, ma senza i quali è impossibile muovere foglia.

GIORGIA MELONI ALLE PRESE CON I CASI LA RUSSA E SANTANCHE - VIGNETTA BY MANNELLI

 

Sono sempre gli stessi, magari girano tra una direzione generale e un’altra, una corte, un consiglio, una commissione, una prefettura. Ma sono sempre lì. [...] Chi vuole governare deve attaccarsi almeno a uno di questi filamenti. E sperare che sia il più forte.

 

Matteo Renzi a Palazzo Chigi ha resistito finché ha dialogato con la Patata. Poi è caduto. Giuseppe Conte [...] ha dovuto mollare appena ha creduto, magari malconsigliato, di essere il John Kennedy italiano. In sostanza quando si è allargato troppo. Persino Mario Draghi, nume tutelare del famoso Deep State, ha cominciato a vacillare quando si è autocandidato alla presidenza della Repubblica dando segnali di onnipotenza. [...]

 

GIORGIA MELONI DANIELA SANTANCHE - MEME BY GRANDE FLAGELLO

Anche Giorgia Meloni deve fare i conti con la Patata considerando che i suoi rapporti con le radici non sono un granché. Viene da anni di opposizione, di urla e proclami. Ha provato ad afferrare qualche radice filamentosa, usando uomini di provata esperienza, poi però ha ceduto sulle sue debolezze: il clan, i rapporti familistici, lo sbattere i pugni sul tavolo, la nostalgia autarchica, il pensiero di un’Italia che da sola può andare contro il mondo intero.

 

Con i casi Santanchè, La Russa, Delmastro, il governo può ballare. Ma i problemi veri, su cui la Patata non transige, sono quelli del Pnrr, della riforma della giustizia, dell’autonomia differenziata. Lì si vedrà quanto Meloni sia aggrappata ai filamenti. Dopo le Europee ci sarà la prova delle prove. Con importanti fette di debito pubblico in scadenza, potrebbe ripartire la tempesta finanziaria. Perché è in casi del genere che senza radici ramificate e profonde la patata (con la p minuscola) finisce per rotolare.

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