marcello foa mattarella

DITE A DI MAIO CHE A MATTARELLA E’ ANDATO DI TRAVERSO IL NOME DI MARCELLO FOA COME PRESIDENTE DELLA RAI - IL GIORNALISTA, IN UN TWEET DEL 27 MAGGIO RIFERENDOSI ALLO STOP DEL COLLE ALLA NOMINA DI SAVONA MINISTRO, ESPRIMEVA “DISGUSTO” VERSO MATTARELLA - IL PD ACCUSA ESPLICITAMENTE FOA DI VILIPENDIO: “SULLA SUA NOMINA INTERVENGANO FICO E CASELLATI”

marcello foa disgustato da mattarella

Stefania Piras per “il Messaggero”

 

Se a livello istituzionale è stato chiamato «governo del cambiamento», per la tv pubblica la formula è trionfale e diventa una fiera «rivoluzione culturale». Con questa espressione ieri il vicepremier Luigi Di Maio ha annunciato via Twitter alle 15,40 il nuovo direttore generale della Rai. Sarà Fabrizio Salini, romano, 51 anni, ex Fox e Sky. Salini è diventato direttore generale di Stand By Me, la società di produzione televisiva che curò le campagne dell' ex segretario Pd Renzi.

 

«La Rai - è il primo commento dell'Ad in pectore - è una grande azienda che appartiene ai cittadini, colma di personalità, di creatività e di risorse. Il mio compito sarà quello di valorizzarle tutte per poter offrire un prodotto che rispecchi l' eccellenza italiana con contenuti diversificati, ampi e ricchi di stimoli». Come presidente invece si è deciso di puntare sul giornalista Marcello Foa che su Facebook ha raccontato di essere stato contattato la sera prima con una telefonata.

Marcello Foa

 

«Sono orgoglioso ed emozionato per la nomina a presidente Rai, che - scrive su Facebook dalle vacanze in Grecia - è giunta inaspettata nell' arco di pochissime ore. Ringrazio di cuore per la fiducia accordatami. Mi impegno sin d'ora per riformare la Rai nel segno della meritocrazia e di un servizio pubblico davvero vicino agli interessi e ai bisogni dei cittadini».

 

VIGILANZA

Il governo considera le due nomine, indicate dal Tesoro in Consiglio dei ministri, blindate. «Ora ci liberiamo dei raccomandati e dei parassiti», annuncia Di Maio. Il premier Giuseppe Conte mezz'ora più tardi conferma il ticket con un tweet, anche se in realtà la legge prescrive che sia la Vigilanza parlamentare ad esprimere il presidente, votandolo con la maggioranza dei due terzi tra i consiglieri.

 

MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA

A Foa servono dunque 27 voti su 40, la maggioranza ha 21 voti mentre le opposizioni 18. E di Foa il Pd ricorda ora esternazioni anche recenti destinate a complicare non poco la ricerca di una maggioranza larga. Come il tweet del 27 maggio in cui, riferendosi allo stop del Colle alla nomina di Savona ministro, esprimeva «disgusto» verso Mattarella.

Di qui il silenzio gelido che ieri è trapelato dal Quirinale, mentre il Pd accusa esplicitamente il giornalista di vilipendio: «Sulla sua nomina intervengano Fico e Casellati».

 

Sovraniste e fieramente anti euro, le bacheche social di Foa sono dense di giudizi taglienti. Inoltre il giornalista milanese dal 2014 è vicepresidente di Asimmetrie, l' associazione italiana per lo studio delle asimmetrie economiche fondata e presieduta dal leghista Alberto Bagnai.

Marcello Foa

 

Il leghista no euro Claudio Borghi, presidente della commissione Bilancio, esulta per la nomina: «Finalmente si sostituisce Monica bilderberg & trilateral Maggioni», che era l' etichetta affibiata alla presidente Rai uscente dal senatore M5S Alberto Airola. «Valuteremo nei prossimi giorni: la Commissione di Vigilanza si deve ancora riunire. Quando si riunirà, valuteremo quali debbano essere le scelte, fino ad ora non siamo stati coinvolti», osserva cauta anche Giorgia Meloni.

michele anzaldi

 

Il dem Michele Anzaldi intanto accende le micce: «L'indicazione di Marcello Foa nel Cda Rai è vietata dalla legge per incompatibilità: è amministratore di un gruppo concorrente, violato l' art.2 c.4 bis della riforma». E infatti Fabio Soldati, presidente del consiglio di Fondazione del Corriere del Ticino, dove è ancora ad Foa, ieri si affrettava ad annunciarne le dimissioni. «Finalmente ci saranno tante voci diverse alla Rai», taglia corto a sera Matteo Salvini, «non ci sarà solo la voce della sinistra renziana, ma tante voci diverse».

 

Ultimi Dagoreport

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...