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TE LA DO IO LA GLOBALIZZAZIONE - BREXIT, "GUERRA" TRA SPAGNA E CATALOGNA, IL TRIONFO DELL’ULTRADESTRA IN GERMANIA CONTRO LA POLITICA LIBERAL DELLA MERKEL SUI MIGRANTI. MA I GIORNALONI NON CI AVEVANO DETTO CHE LE DIFFERENTI IDENTITÀ SI SAREBBERO PROGRESSIVAMENTE EMULSIONATE IN QUESTA MAIONESE D'UMANITÀ? LA NOTIZIA È CHE LA STORIA NON SI CANCELLA CON UN CLIC

Alberto Mattioli per La Stampa

REFERENDUM CATALOGNA1REFERENDUM CATALOGNA1

 

ALBERTO MATTIOLI  ALBERTO MATTIOLI

Al di là dei torti e delle ragioni, dei distinguo giuridici e delle motivazioni economiche, del folklore protestatario e di concretissime manganellate, la complicata vicenda del referendum catalano svela inaspettati limiti della globalizzazione e dimostra che certi antichi rancori e remote aspirazioni sono un fiume carsico che torna in superficie quando meno te l'aspetti (e anche meno di quanto se l' aspettasse Rajoy, pare).

 

globalizzazione globalizzazione

Il mondo sarà pure a portata di mouse, e noi tutti, ormai, suoi cittadini. Si è rimpicciolito abbastanza per stare dentro il nostro pc, le lingue che parliamo sono ormai tutte una variante dell' inglese, mangiamo tutti gli stessi cibi, vestiamo tutti gli stessi vestiti, ascoltiamo tutti le stesse musiche, ingrassiamo tutti le stesse multinazionali e ci comportiamo, pare, tutti allo stesso modo.

 

La globalizzazione è una bicicletta che sta in piedi soltanto se chi c' è sopra continua a pedalare, e sempre più veloce. Chi si ferma è perduto, o ben che vada casca per terra. Così gli intellettuali prêt-à-penser, sempre bravissimi a spiegarci quel che loro per primi non capiscono, ci avevano detto che le differenti identità si sarebbero progressivamente emulsionate in questa maionese d' umanità, speriamo almeno non impazzita.

estrema destra protesta contro merkel migranti e islam 8estrema destra protesta contro merkel migranti e islam 8

 

IL PARLAMENTO DELLA CATALOGNAIL PARLAMENTO DELLA CATALOGNA

Invece capita che una «piccola patria» che esiste solo nell' anima della sua gente non voglia rinunciare a diventare una Patria a tutti gli effetti, «una d' arme, di lingua, d' altare / Di memorie, di sangue e di cor», come diceva Manzoni che aveva almeno l' attenuante di essere un romantico. La Catalogna ha sette milioni e mezzo di abitanti, in pratica come un quartiere di una delle nuove megalopoli cinesi. Gode già di un' ampia autonomia amministrativa e del bilinguismo.

 

IL PARLAMENTO DELLA CATALOGNAIL PARLAMENTO DELLA CATALOGNA

Eppure vuole separarsi, e non da una lontana madrepatria colonizzatrice, ma dalla Spagna con cui divide buona e cattiva sorte da mezzo millennio. Sembra una storia peggio che insensata: anacronistica. E tuttavia succede che un Paese europeo sia alle soglie di una guerra civile perché i catalani vogliono una bandiera dove i colori sono gli stessi di quella spagnola, ma disposti in maniera diversa. E che, per reazione uguale e contraria, a Madrid si tornino a sentire accenti da vecchia Spagna imperiale, toni da quell' orgoglio castigliano che affascinava tanto i romantici (ancora: è davvero una vicenda fuori dal tempo) come Hugo o Verdi.

 

estrema destra protesta contro merkel migranti e islam 7estrema destra protesta contro merkel migranti e islam 7

La notizia è che la storia non si cancella con un clic. Che dietro all' accelerazione del mondo, a questo nostro agitarci sempre più freneticamente, a questa visione «a 360 gradi», come dicono in tivù ignorando che se si fa un giro a 360 gradi ci si ritrova al punto di partenza, ci sono riflessi psicologici costanti e ostinati, cementati da vicende collettive un po' più impegnative del cazzeggio su Facebook, cicatrici della storia profonde ma che si riaprono a ogni minima scalfittura.

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Le stesse per cui i catalani vogliono sulla loro bandiera nove righe rosse e gialle sottili invece che tre larghe. E per cui noi italiani ci emozioniamo ancora quando vediamo quelle altre tre righe, però verticali, verde, bianca e rossa. O almeno si spera che sia ancora così.

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