donald trump xi jinping giuseppe conte

DON’T GO HUAWEI – IL DIPARTIMENTO DI STATO USA MANDA L’ENNESIMO MESSAGGIO AL GOVERNO ITALIANO SUL 5G E CONFERMA CHE LO SPIONAGGIO CINESE È GIÀ ATTIVO – SCEGLIENDO DI DARE IL 5G AL COLOSSO DELLA TELEFONIA METTEREMMO A RISCHIO ANCHE LA SICUREZZA DEGLI ALLEATI. CHISSÀ CHE DICE IL "LOBBISTA TOP" DI HUAWEI CASALEGGIO...

XI JINPING GIUSEPPE CONTE

Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

 

Il segnale che il dipartimento di Stato manda al governo italiano è chiaro: «Consentire a fornitori inaffidabili come Huawei, soggetti agli ordini del Partito comunista cinese, di controllare il 5G, rende sistemi cruciali vulnerabili a interruzione, manipolazione, spionaggio, e mette a rischio delicate informazioni governative, commerciali e personali».

 

mike pompeo luigi di maio

In altre parole, affidandosi a Pechino per costruire la nuova rete delle telecomunicazioni, il nostro Paese comprometterebbe la propria sicurezza nazionale e quella degli alleati Nato. La minaccia è già in corso, come dimostrano le recenti operazioni di spionaggio condotte dai servizi non solo contro gli Usa, ma persino contro la Santa Sede.

GIUSEPPE CONTE E DONALD TRUMP

 

Dopo la chiusura del consolato cinese a Houston, l' amministrazione Trump ha organizzato un briefing a cui hanno partecipato tre alti funzionari del dipartimento di Stato, la Giustizia, e la comunità dell' intelligence.

 

Il funzionario della Giustizia ha rivelato che «la Cina fa il 60% dei furti di segreti commerciali, e l' 80% beneficia il suo governo». Il collega dell' intelligence ha aggiunto elementi che danno la sensazione di una invasione: «Negli ultimi 10 anni c' è stato un aumento del 1.300% dello spionaggio economico di Pechino. L' Fbi ha 2.000 inchieste di controspionaggio in corso contro la Repubblica popolare, e in media ne apre una ogni 10 ore».

LUIGI DI MAIO THOMAS MIAO

 

Il rappresentante del dipartimento di Stato ha denunciato che «l' offensiva non è solo contro gli Usa, ma globale». Quindi ha citato operazioni avvenute in Australia, come esempio degli assalti già lanciati contro i paesi occidentali.

 

DAVIDE CASALEGGIO HUAWEI

Partendo da questo allarme, «La Stampa» ha chiesto all' amministrazione se poteva fornire informazioni simili anche riguardo l' Italia, confermando che lo spionaggio cinese è già attivo, anche prima di affidare a Huawei il 5G. Dopo alcuni giorni, il dipartimento di Stato ha deciso di rispondere così: «Come ha notato il segretario Pompeo, c' è una crescente consapevolezza transatlantica riguardo le azioni aggressive e le attività maligne della Repubblica popolare». Considerando che la domanda riguardava specificamente le operazioni già in corso in Italia, la risposta sembra indicare che le nostre autorità dovrebbero essere a conoscenza del rischio.

 

HUAWEI

Washington collega direttamente la questione alle scelte strategiche che Roma deve fare sul 5G: «Ad esempio, come ha detto il segretario il 15 luglio, Huawei è "un braccio del sistema di sorveglianza statale del Partito comunista cinese".

 

Consentire a fornitori inaffidabili come Huawei, soggetti agli ordini del Pcc, di controllare qualunque parte dei network 5G, rende sistemi di importanza cruciale vulnerabili all' interruzione, la manipolazione, lo spionaggio, e mette a rischio delicate informazioni governative, commerciali e personali.

 

thomas miao con virginia raggi all'inaugurazione del nuovo ufficio huawei di roma

I paesi hanno bisogno di potersi fidare del fatto che le compagnie fornitrici dell' equipaggiamento e del software 5G non minacceranno la sicurezza nazionale, la privacy, la proprietà intellettuale, o i diritti umani».

 

Dunque scegliendo Huwaei, Roma metterebbe a rischio non solo la propria sicurezza nazionale, ma anche quella degli alleati occidentali con cui lavora. Inoltre diventeremmo complici di chi viola i diritti umani nel mondo, magari sfruttando proprio la tecnologia che l' Italia aiuterebbe a finanziare investendo nel rapporto commerciale con Huawei e la Cina

xi jinping conte

 

Perciò il dipartimento di Stato ha concluso così il suo appello: «Noi tutti vogliamo che la Repubblica popolare onori i suoi impegni internazionali, garantisca la parità di condizioni nel mercato domestico e cessi le attività maligne come la diffusione della disinformazione, la cooptazione delle istituzioni internazionali per i propri piccoli interessi ideologici e geopolitici, e l' esportazione dei suoi valori autoritari all' estero».

HUAWEI

 

Il portavoce ha suggerito di leggere i suoi commenti alla luce del discorso del 23 luglio, con cui Pompeo ha presentato la nuova linea del distacco dalla Cina, lasciando intendere che una mancata scelta di campo di Roma urterebbe Washington.

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO