AZZ, ANNI DI RI-PIOMBO! - RAFFICA DI ACCUSE SU MAURIZIO AZZOLLINI, UNO DEI SIMBOLI DEGLI ANNI SETTANTA: OGGI è IL CAPO DI GABINETTO DEL VICE DI PISAPIA, LA CATTOLICA MARIA GRAZIA GUIDA - NEL ’77 FU IMMORTALATO MENTRE SPARAVA CONTRO LA POLIZIA - “AVEVO 16 ANNI, HO SBAGLIATO. MA HO PAGATO TUTTO IL MIO DEBITO CON LA GIUSTIZIA” - LA GUIDA LO DIFENDE: “IL SUO INCARICO NON È POLITICO: L’HO VOLUTO NEL MIO STAFF PER LA SUA CARRIERA E LE SUE QUALITÀ. HA LAVORATO COME EDUCATORE”...

1- «HO PAGATO IL DEBITO E NON SONO MAI FUGGITO»
Gianni Santucci per il "Corriere della Sera"

«Ancora una volta vengo descritto attraverso un'immagine, come se la mia vita si fosse cristallizzata in un fotogramma di quasi 35 anni fa». In quella foto, 14 maggio 1977, Maurizio Azzollini ha 16 anni, impugna un pistola, spara. Non colpì nessuno. Il vice brigadiere Antonio Custra venne ucciso da un'altra arma. Oggi Azzollini lavora al fianco del vice sindaco di Milano, Maria Grazia Guida. Il suo cognome corretto è con due elle, Azzollini. Ma è stato sempre scritto sbagliato. Come quello della vittima, per decenni scritto Custrà, con l'accento.

Cosa pensa quando rivede quell'immagine?
«Ho provato altre volte cosa significa aprire un giornale e ritrovarsi lì. Queste "notizie" di oggi a me sembrano una strumentalizzazione finalizzata a un modo di fare politica che mi sento di avvicinare a quello, sbagliato, che ho utilizzato a 16 anni. Lo dico per le persone che leggendo questi articoli staranno male, prima di tutte Antonia Custra e sua madre, che soffriranno ancora, che vedranno il nome del loro caro utilizzato in modo strumentale, non per riconoscere, ma per attaccare qualcuno».

Chi era lei nel 1977?
«Non avevo ancora 17 anni e come tantissimi giovani credevo di poter cambiare il mondo; l'ho fatto, impegnando tutto me stesso, in un modo tragicamente sbagliato. Le conseguenze sono state tragiche e l'ho compreso sin dal primo momento. La morte di un uomo non può mai essere il punto di partenza per un mondo migliore».

Cosa è successo dopo?
«Da quella tragedia si è aperta per me una nuova vita. Quell'esperienza, il carcere, l'incontro con chi "ultimo" lo era davvero, mi hanno dato la possibilità di capire che se il mondo è ingiusto si può e si deve cambiare, ogni giorno, a partire dalle piccole cose, con le piccole conquiste per aiutare davvero le persone».

Non è stato lei a uccidere.
«Ho però sempre avuto la consapevolezza della mia responsabilità, al di là delle verità processuali (è stato riconosciuto che ho sparato in aria), nei confronti della vita di un uomo e della sua famiglia e del mio debito nei confronti della società».

Alcuni «autonomi» di allora sono fuggiti. Perché non l'ha fatto?
«Ho pagato tutto il mio debito con la giustizia, scontando totalmente la condanna, parte in carcere (quasi 5 anni) e parte in libertà condizionale. Dopo una prima scarcerazione per l'assoluzione nel processo di appello, ho deciso di non fuggire, ma di presentarmi al nuovo processo ordinato dalla Cassazione. Lavoravo già come educatore con i ragazzi del carcere minorile e non potevo non fare quello che chiedevo a loro: avere fiducia nella giustizia e credere nella possibilità di rieducazione».

Come è arrivato in Comune?
«Se per la morte di un uomo e il dolore della sua famiglia non avevo strumenti per rimediare, alla società potevo invece restituire qualcosa attraverso il mio impegno. È quel che ho cercato di fare scegliendo di lavorare nella pubblica amministrazione occupandomi di sociale. Assunto al Comune di Milano attraverso un concorso, mi sono sempre occupato di interventi sociali ed educativi, progetti per i detenuti del carcere minorile, per i ragazzi in difficoltà, per l'integrazione scolastica dei bambini stranieri».

La sua ultima nomina ha sollevato polemiche.
«Ho fatto il mio percorso con le normali procedure, fino alla posizione di funzionario, che mantengo anche come capo di gabinetto del vice sindaco. Un incarico che, come si sa, non è politico, ma attribuito sulla base di competenze acquisite. Non sono stato nominato dall'esterno, è stata "valorizzata" una risorsa interna. Lo stesso aveva fatto il vicesindaco precedente, De Corato».

Un consigliere comunale, poliziotto in servizio quel giorno del '77, ha detto che se doveste incontrarvi uscirà dall'aula.
«Ho grande rispetto. Comprendo la sua difficoltà. Non voglio imporre la mia presenza. Ma credo che possa essere solo un gesto di rispetto nei confronti della famiglia Custra, non un gesto politico che potrebbe suggerire un volontà di strumentalizzazione».

Ha mai cercato di contattare la famiglia Custra?
«Le vittime, oltre alla giustizia, chiedono il riconoscimento del loro dolore. Un riconoscimento che, come ho imparato occupandomi di mediazione penale, può arrivare forse dall'incontro diretto con chi è stato causa del loro dolore. Dopo queste esperienze, e dopo aver letto il libro di Mario Calabresi, ho cercato contattare Antonia Custra e sua mamma. Aspetto che ciò sia possibile, senza voler forzare la loro volontà. Vorrei testimoniare loro il riconoscimento del dolore che ho causato e la possibilità di quel gesto riparatore che, ricordo, fu una delle richieste della signora Custra alla fine dell'ultimo processo: portare insieme un mazzo di fiori sulla tomba del marito».


2- IL VICESINDACO: NEL MIO STAFF PER LE SUE QUALITÀ
Dal "Corriere della Sera"

«Azzollini non riveste un ruolo politico. Il suo è un incarico di tipo organizzativo e amministrativo per cui fornisce un supporto prettamente operativo. È entrato al Comune di Milano nel 1982. Ha sostenuto tre concorsi ottenendo l'assunzione in ruolo, la carica di istruttore direttivo e poi quella di funzionario». Maria Grazia Guida nei primi giorni del suo incarico a Palazzo Marino come vice del sindaco Giuliano Pisapia ha chiamato Maurizio Azzollini come capo di gabinetto. Oggi spiega la sua scelta.

Nei giorni scorsi, dopo che il funzionario è stato vittima di un incidente vicino al Comune, il suo nome è stato riportato dai giornali e così è riemerso il collegamento con le sue vicende giudiziarie di 35 anni fa. Su questo punto l'opposizione ha sollevato accuse e polemiche. Sono intervenuti Riccardo De Corato e Carmine Abagnale (Pdl).

Maurizio Azzollini, sostiene però il vicesindaco Guida, nei suoi anni nell'amministrazione comunale (dopo aver scontato la sua condanna) ha lavorato come «educatore», si è occupato di adolescenti in difficoltà, ha diretto i servizi estivi e le case vacanza. Incarichi ottenuti, peraltro, durante le precedenti amministrazioni di centrodestra (Albertini-Moratti).

«Dal 2009 era responsabile del servizio adulti in difficoltà per il precedente assessore Mariolina Moioli, che in questi giorni gli ha rinnovato la propria stima - ha spiegato il vice sindaco -. Il suo curriculum dà conto dell'alto livello di esperienza, competenza e professionalità raggiunto in trent'anni di servizio all'interno di amministrazioni di diverso orientamento politico. In passato ho avuto modo di incrociarlo più volte per ragioni professionali. Di lui ho sempre apprezzato anche le doti umane di disponibilità, compostezza e pacatezza. Sono dunque la sua carriera e le sue qualità che mi hanno fatto prendere la decisione di inserirlo nel mio staff».

Quanto ai fatti del 1977 il vicesindaco si affida alle parole del sindaco Pisapia: «La costituzione italiana all'articolo 27 chiede alla pena di "tendere alla rieducazione del condannato". Credo dunque sia motivo di soddisfazione verificare che il ravvedimento possa portare a un reinserimento sociale pieno e pubblico che, per me, è anche un punto che qualifica la mia coscienza di credente. Nella vicinanza e rispetto della vittima credo che il ravvedimento e la riabilitazione siano un segno di offerta riparativa alla società tutta».

Da voce cattolica (è stata direttore della Casa della carità di don Virginio Colmegna) la Guida si affida alla «lezione» del cardinal Martini: «La dimensione della riconciliazione è centrale perché essa parte proprio dal riconoscimento della vittima».

 

WALTER TOBAGI MILANO SCONTRI IN VIA DE AMICIS MILANO SCONTRI IN VIA DE AMICIS MILANO AZZOLLINI IN VIA DE AMICIS A MILANO PISAPIA E MARIA GRAZIA GUIDA

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