giuseppe conte - massimo morale della casina valadier - emmanuel macron salvini

DOPO LA CENA TRA CONTE E MACRON A CASINA VALADIER (RIVELATA DA DAGOSPIA), ARRIVA IL CONTO DI SALVINI: “SE PER MACRON IN ITALIA NON ESISTE UN PROBLEMA IMMIGRAZIONE, ALLORA CHE APRA SUBITO LE PORTE DI CASA SUA AI 9MILA IMMIGRATI CHE LA FRANCIA SI ERA IMPEGNATA AD ACCOGLIERE DALL'ITALIA CON GLI ACCORDI FIRMATI IN EUROPA. TROPPO FACILE FARSI LA FOTO COL PAPA SENZA RISPETTARE GLI ACCORDI..."

1 - SALVINI INSISTE SULLA LINEA DURA: "ARROGANZA FRANCESE, NOI ITALIANI NON RIPRENDEREMO CHI È DA LORO"

Amedeo La Mattina per “la Stampa”

 

GIUSEPPE CONTE - MASSIMO MORALE DELLA CASINA VALADIER - EMMANUEL MACRON

Matteo Salvini non intende cedere di un millimetro. Per il ministro dell'Interno non c'è alcun margine per un compromesso che veda l'Italia farsi carico dei movimenti secondari, ovvero riprendersi i migranti approdati in Italia che, in attesa del riconoscimento dello status di rifugiati, sono fuggiti in un altro Paese europeo. Un punto che la Lega considera assodato e sul quale non ci sarebbero divisioni nel governo. Il condizionale è d' obbligo perché non sembra tutto così tranquillo nel governo gialloverde.

 

giuseppe conte emmanuel macron 5

Al Viminale però non risulta che il premier Giuseppe Conte abbia posizioni divergenti nelle trattative in corso con la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese Macron in vista del vertice di Bruxelles. Magari il presidente del Consiglio usa forme diplomatiche e un linguaggio che possono ingenerare equivoci nei suoi interlocutori, ma è la sostanza quella che conta. E per Salvini prima di ogni cosa bisogna mettere nero su bianco quanti migranti sono rimasti sul nostro territorio e non sono stati ricollocati perché gli altri Paesi si sono rifiutati di ottemperare ai patti.

 

Ecco perché, dice, «non ce ne riprendiamo nemmeno uno se non è chiara la responsabilità di coloro che ci fanno lezioni di moralità». Nel mirino del leader leghista c'è sempre Parigi, soprattutto Macron che continua a sostenere che in Italia non esiste un'emergenza immigrazione.

 

giuseppe conte emmanuel macron 3

«Allora che apra subito le porte di casa sua ai 9 mila immigrati che la Francia si era impegnata ad accogliere dall' Italia con gli accordi firmati in Europa. Troppo facile farsi la foto col Papa senza rispettare gli accordi e respingendo donne e bambini alle frontiere». Parole taglienti che arrivano il giorno dopo l' incontro tra il premier italiano e il presidente francese: i collaboratori del responsabile del Viminale spiegano che non vanno interpretate come un attacco diretto a Conte.

 

Anche perché, viene precisato, Salvini non ha dubbi sulla correttezza del presidente del Consiglio. In questo senso viene infatti sottolineato che il premier aveva informato Salvini di aver chiesto l'incontro informale all'inquilino dell'Eliseo. Nessun gioco nascosto. Il problema sono «quel gentiluomo di Macron» e «l'arroganza francese che però non va più di moda in Italia».

 

CONTE E SALVINI

Dunque nulla è scontato: al vertice europeo del 28 e 29 giugno può accadere che non si arrivi a un accordo. Per la Lega non ci saranno cedimenti sui movimenti secondari. L'Italia non può farsi carico dei problemi che ha in casa la cancelliera Merkel sotto la pressione dei suoi alleati bavaresi e del suo ministro dell'Interno Horst Lorenz Seehofer. L'Italia ha ottenuto l'apertura dei porti maltesi per la nave Lifeline. Ora però dovrà farsi carico della distribuzione dei 234 migranti in Europa. Quanti ce ne prendere noi? Secondo Salvini 18 in tutto: solo donne e bambini.

 

horst seehofer angela merkel

2 - INCONTRO SEGRETO CONTE-MACRON «LIFELINE», L'ITALIA SEGNA UN PUNTO

Andrea Cuomo per “il Giornale”

 

Una vittoria italiana, da qualsiasi punto si voglia guardare. C'è un Matteo Salvini che mostra i muscoli e un Giuseppe Conte che tratta con pazienza, secondo il vecchio stile da commedia all'italiana del poliziotto cattivo e di quello cattivo. Ma di certo c'è una cosa: la Lifeline che vaga da giorni per il Mediterrano dovrebbe sbarcare a Malta il suo carico di 233 migranti partiti dalla Libia a bordo di gommoni malmessi diretti in Italia, e salvati dalla nave dell'ong tedesca, che ha ignorato gli ordini delle autorità italiane e maltesi di riconsegnarli alla guardia costiera di Tripoli.

 

macron e brigitte a roma foto barillari

Il piccolo arcipelago a Sud della Sicilia esita, prima di aprire il porto della Valletta vuole incassare la certezza che l'Europa si divida la refurtiva umana. Ma il finale sembra scritto. Malta doveva essere e Malta sarà.

 

A sbloccare la situazione un lungo colloquio avvenuto lunedì alla Casina Valadier di Roma tra il premier italiano Giuseppe Conte e il presidente francese Emmanuel Macron, prima che quest'ultimo vedesse il papa. I due - alla presenza della premiere dame Brigitte - hanno parlato per novanta minuti dell'emergenza, dopo che l'inquilino di Palazzo Chigi aveva telefonato tra gli altri anche alla cancelliera tedesca Angela Merkel e al primo ministro maltese Joseph Muscat.

 

macron e brigitte a roma foto barillari 7

Quest' ultimo - a sua volta impegnato in un'incessante lavoro di uncinetto - ha accettato l' accordo ponendo solo la condizione che venisse messo nero su bianco un accordo fra sette Stati per la ridistribuzione dei migranti a bordo. A prendere in carico i «passeggeri» della Lifeline, oltre a Malta e Italia, saranno Francia e Portogallo. Si aggiungeranno forse anche Germania, Spagna e Paesi Bassi, ma fino a ieri sera stavano ancora valutando il caso. Sullo sfondo di queste grandi manovre il nuovo asse tra Berlino e Madrid, con la Merkel che ha garantito al neocollega Pedro Sánchez l'impegno tedesco perché la Spagna riceva maggiore sostegno da parte dell'Ue.

 

lifeline

Un altro successo per la nuova linea dura di Roma. Un primo segnale di superamento di fatto delle regole di Dublino, un trionfo della diplomazia sugli irrigidimenti, un precedente di cui non si potrà non tener conto nel prossimo futuro. Certo, c'è ancora chi come il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini, mostra i muscoli.

 

Dapprima scagliandosi contro «la nave fuorilegge che finalmente verrà sequestrata», un attacco appena ammorbidito dalla promessa che «per donne e bambini davvero in fuga dalla guerra le porte sono aperte». Poi prendendosela ancora una volta con il presidente francese: «Se per Macron in Italia non esiste un problema immigrazione, allora che apra subito le porte di casa sua ai 9mila immigrati che la Francia si era impegnata ad accogliere dall' Italia con gli accordi firmati in Europa. Troppo facile farsi la foto col Papa senza rispettare gli accordi e respingendo donne e bambini alle frontiere. L' arroganza francese non va più di moda in Italia».

VANESSA FRAZIER CON NAPOLITANO

 

Il premier Giuseppe Conte smorza invece i toni: «Ho appena sentito al telefono il presidente Muscat: la nave della ong Lifeline attraccherà a Malta. Coerentemente con il principio cardine della nostra proposta sull'immigrazione, secondo cui chi sbarca sulle coste italiane, spagnole, greche o maltesi, sbarca in Europa, l'Italia farà la sua parte e accoglierà una quota dei migranti che sono a bordo della Lifeline, con l'auspicio che anche gli altri Paesi europei facciano lo stesso».

 

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini

La Valletta ha comunque annunciato che aprirà un'inchiesta sulla nave tedesca - i cui «armatori» ieri si sono lamentati di aver ricevuto per giorni solo informazioni di seconda mano da Twitter - perché «la #Lifeline ha ignorato le istruzioni impartite dalle autorità italiane, in conformità alle norme internazionali, determinando questa situazione», come ha scritto su Twitter l'ambasciatrice di Malta in Italia, Vanessa Frazier. E ieri la Aquarius, priva di migranti, è stata costretta a fermarsi a Marsiglia per uno scalo tecnico, visto che dapprima l'Italia e poi anche Malta le hanno rifiutato l'attracco. «Come mi dispiace...», non perde occasione di twittare il solito Salvini.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…