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DOPO GLI SCHIAFFONI PRESI DA JUNCKER, RENZI POTREBBE “VENDICARSI” FACENDO SALTARE SANDRO GOZI, SOTTOSEGRETARIO CHE HA LA DELEGA AGLI AFFARI EUROPEI – LA NOMINA DI CALENDA AD AMBASCIATORE A BRUXELLES FA IMPAZZIRE LE FELUCHE: “NON C’ERA UNO DI NOI ADATTO A QUELLA SEDE?”
Ugo Magri e Francesca Schianchi per “la Stampa”
Renzi rivoluziona l' intera squadra che lo assiste sul fronte europeo. Non si accontenta della sorpresa di Carlo Calenda, che sarà l'ambasciatore italiano a Bruxelles pur senza avere un pedegree diplomatico. Ieri ha nominato il suo nuovo consigliere a Palazzo Chigi nella persona di Maria Angela Zappia, fino a ieri rappresentante alla Nato. La scelta del premier è caduta su di lei perché conosce come pochi l' ambiente comunitario e sa muoversi con un giusto mix di savoir faire e fermezza.
Non ruberà il posto a nessuno, dal momento che il suo predecessore Armando Varricchio è destinato a Washington. Da dove l' ambasciatore attuale, Claudio Bisogniero, si trasferirà alla Nato, chiudendo il cerchio.
I cambiamenti della task force renziana non si esauriscono qui. Negli ambienti istituzionali circola insistente la previsione secondo cui il premier potrebbe riprendersi la casella oggi occupata dall' attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Sandro Gozi. Sul quale si sono scaricate, tipo parafulmine, tutte le tensioni in atto con Bruxelles.
sandro gozi saluta marco pannella
Nei giorni scorsi il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, aveva lamentato una cattiva comunicazione con Roma, quasi addebitando la colpa delle incomprensioni a chi ne è incaricato per via della delega agli Affari europei, Gozi appunto. Già prima di Natale il sottosegretario si era molto esposto su una querelle interna alla Commissione che aveva per oggetto le dimissioni di un funzionario italiano, Carlo Zadra.
A quanto risulta, Renzi non aveva affatto gradito che il sottosegretario desse l'impressione di difendere una poltrona, quando ben altri sono i motivi del contendere con Bruxelles. Sia come sia, la nomina di Calenda svuota di fatto le competenze di Gozi. Per il quale si ipotizza un dignitoso trasferimento agli Esteri, dove tra parentesi è tuttora vacante una poltrona da vice-ministro (ma non è detto che venga affidata a lui).
Quale possa essere in quel caso la sorte della delega europea, oggi conferita a Gozi, ancora non si sa. Potrebbe forse riprenderla la Farnesina, magari a titolo di risarcimento per il danno d' immagine che la nomina di Calenda ha recato alle feluche.
Già, perché tra i diplomatici c'è amarezza e delusione, sebbene l' incarico presso la Ue fosse stato offerto tanto a Bisogniero quanto all' ambasciatore moscovita Cesare Ragaglini.
il palazzo della commissione europea a bruxelles
Comune è il leit-motiv di chi ha abbracciato quella carriera: «Pensare che non ci fosse uno di noi adatto alla sede di Bruxelles è molto triste, perché mette in discussione la nostra competenza». Il sindacato Sndmae spera che si tratti di una soluzione irripetibile. E il ministro Gentiloni coglie la palla al balzo per chiarire: «È una scelta eccezionale con pochi precedenti nel dopoguerra. Rottamazione dei diplomatici? Macché.
Calenda lavorerà con la piena collaborazione della Farnesina che dalla prossima settimana diventa la sua casa». Eppure qualcuno, dentro il Palazzo, già immagina un seguito: «Riflettiamo sul peso che avrebbero Prodi in Cina, o Letta in Francia, o Monti in America...». Sogni a occhi aperti, per ora.