DOPO GLI SPETTACOLI COMICI E I VIDEOGIOCHI, IL REGIME CINESE DÀ UN GIRO DI VITE ANCHE AL KARAOKE, PASSATEMPO CHE VA ALLA GRANDE TRA I CINESI: AL BANDO LE CANZONI "IMMORALI", CIOÈ QUELLE CHE DANNEGGIANO L'UNITÀ NAZIONALE E RICHIAMANO I TEMI DI SESSO, DROGA E LIBERTÀ - NEL MIRINO OVVIAMENTE LE BAND DI HONG KONG E I RAPPER CHE LODANO LE RAGAZZE DI TAIWAN...
Estratto di un articolo di Gianluca Modolo per "la Repubblica"
«Novantanove yuan, può cantare per un'ora. La stanza è la 208: corridoio, destra, sinistra e poi ancora destra. Non può sbagliarsi». Mica detto. Qui al Melody Ktv di Chaoyang, Pechino Est, uno dei più grandi karaoke della capitale, di stanze ce ne sono almeno 80. Di tutte le dimensioni.
Pronte, dalle 11 di mattina all'alba del giorno dopo, ad accogliere intere famiglie, ragazzi in libera uscita la sera, colleghi di lavoro, gruppi di simpatiche sessantenni agghindate a festa. Tutti qui a cantare seguendo le parole sullo schermo, passatempo preferito dei cinesi, separati da pareti insonorizzate per stare lontano da occhi - e orecchie - indiscreti.
Dentro, divani in pelle nera, tv da 40 pollici, due grandi casse, luci stroboscopiche, microfoni da coprire con delle spugnette colorate per evitare di sputacchiarci sopra (siamo pur sempre nel mezzo di una pandemia) e un grande schermo touch dove scegliere le canzoni. Quelle, almeno, che ancora si possono cantare.
Sì perché ora il ministero della Cultura sta preparando un giro di vite - il terzo negli ultimi dieci anni - proprio sulle canzoni "ammesse" nei karaoke. Il Partito vuole soltanto testi "sani", che "promuovano energia positiva". E mette al bando - secondo quanto scritto nella bozza del documento che sta preparando - quelli che "danneggiano l'unità nazionale, la sovranità e che incitano all'odio etnico".
Un indice delle canzoni proibite che tocca pure quelle dove si parla di sesso, droga e comportamenti "immorali". La nuova blacklist non c'è ancora, ma è facile capire dove si andrà a parare.
Tra le hit non più disponibili (37 quelle cancellate nel 2011, salite a 120 nel 2015 fino alle 149 dello scorso anno) c'è quella Boundless oceans, vast skies della band di Hong Kong Beyond, inno delle proteste nel 2014 durante la rivoluzione degli ombrelli: "Perdonami, ma non posso rinunciare al mio amore per la libertà". Ritornello vietatissimo.
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