pensionati spiaggia

SOTTO A CHI CASTA! - ATTENTI DIRIGENTI, PILOTI, HOSTESS, PREFETTI, TELEFONICI, FERROVIERI E BABY PENSIONATI: A FORZA DI COLPIRE I VITALIZI DEI PARLAMENTARI, SI SCOPERCHIA IL SEGRETO DI PULCINELLA DELLE PENSIONI ITALIANE - TRE MILIONI PRENDONO PIÙ DI QUANTO HANNO VERSATO. ECCO QUANTO PERDEREBBERO SE 'CONVERTITI' AL CONTRIBUTIVO - È PER QUESTA DISPARITÀ CHE LA RIDICOLA LEGGE RICHETTI, SOLO UNO SHOW PRE-ELETTORALE, SARÀ BOCCIATA (SE NON DAL SENATO) DALLA CORTE COSTITUZIONALE

PENSIONATI IN FUGA DALL ITALIA PENSIONATI IN FUGA DALL ITALIA

Marco Ruffolo per 'la Repubblica'

 

Nella giungla delle pensioni italiane, non sono solo gli ex parlamentari ad essersi sottratti finora ai calcoli più rigorosi del sistema contributivo, quello che lega gli assegni ricevuti ai contributi versati. Anche se con privilegi di gran lunga inferiori a quelli di deputati, senatori e consiglieri regionali, intere generazioni di pensionati dai 60 anni, chi più chi meno, sono state doppiamente avvantaggiate rispetto ai loro figli e nipoti: perché hanno potuto lasciare prima il lavoro e perché la loro pensione è stata ed è ancora oggi calcolata sulla base dei redditi via via guadagnati e non dei contributi pagati. Per loro infatti, a differenza di quanto potrà accadere tra poco agli ex parlamentari, le regole più rigide introdotte nel 1996 non vengono applicate retroattivamente. Almeno finora.

PENSIONATI IN FUGA DALL ITALIA PENSIONATI IN FUGA DALL ITALIA

 

Nel tracciare l' identikit di questi pensionati più "fortunati", si scopre che tra il 2000 e il 2010 ben tre milioni di lavoratori hanno potuto lasciare all' età di 58 anni con una pensione media di quasi 2 mila euro lordi al mese. Ovviamente, in questo gruppone ci sono anche gli ex operai che sono usciti prima dell' età di vecchiaia avendo iniziato a lavorare molto presto, e che non godono certo di un assegno cospicuo. Ma sono una minoranza. I due terzi hanno una pensione superiore a 1.500 euro.

 

Prendiamo allora uno di questi pensionati- tipo: uno dei primi baby-boomers figli del dopoguerra, classe 1951, assunto ventenne da un' impresa privata, in pensione nel 2009 a 58 anni dopo 38 di lavoro. Oggi riceve un assegno di 2.120 euro lordi al mese. Quando nel 1996 Lamberto Dini introdusse il sistema contributivo, lui aveva già più di diciotto anni di lavoro alle spalle, e dunque resta immune dalla riforma: gli si continuerà ad applicare il vecchio calcolo retributivo per tutta la sua carriera.

giuliano amato vitalizigiuliano amato vitalizi

 

Insomma, niente riduzione retroattiva, come invece potrebbe succedere ora agli ex parlamentari, se la legge venisse approvata dal Senato e superasse le forche caudine della Corte Costituzionale. In soldoni, tutto questo significa che ancora oggi il nostro pensionato- tipo riceve ogni mese più di quanto ha pagato come contributi durante la sua vita lavorativa. Se la sua pensione fosse calcolata con il sistema contributivo, spiegano diversi studi di esperti previdenziali, dovrebbe prendere non 2.120 euro ma 1.520. Seicento euro in meno, una differenza del 28%.

 

Ed è proprio questo il divario medio in Italia tra quanto riceve e quanto ha versato chi è andato in pensione anticipata con il retributivo. Fin qui non stiamo certo parlando di pensioni ricche, ma lo squilibrio si amplia notevolmente quando si passa alle classi di reddito più alte. Chi è andato in pensione con 4.100 euro mensili non avendo neppure compiuto 60 anni, oggi riceve ogni mese 1.400 euro in più di quanto avrebbe se gli si applicasse il sistema contributivo, il 34% in più. Questo significa che il doppio vantaggio dei pensionamenti anticipati e del sistema retributivo ha favorito soprattutto le classi più agiate.

 

PENSIONATI RITIRANO ALLA POSTA PENSIONATI RITIRANO ALLA POSTA

QUEI PENSIONATI ANCORA UN PO' "SPECIALI"

Ma le discriminazioni pensionistiche non si fermano qui. Non è solo la linea di demarcazione intergenerazionale a squilibrare la nostra previdenza pubblica, anche se è la più macroscopica, perché divide le famiglie italiane tra sessanta-settantenni con pensioni superiori al dovuto e giovani o meno giovani con carriere precarie, penalizzati dal contributivo.

 

Anche tra i pensionati fortunati che continuano a ricevere l' assegno in base al sistema retributivo, c' è chi è più favorito di altri: sono gli ex lavoratori dei fondi speciali, in parte confluiti nell' Inps perché in rosso cronico, e messi sotto esame già da qualche anno dall' Istituto guidato da Tito Boeri. Prendiamo gli ex lavoratori delle aziende elettriche. Fino al 1992 il legame tra la loro pensione e la retribuzione era molto più vantaggioso rispetto a quello degli altri dipendenti privati.

 

L' assegno si calcolava in base alla retribuzione degli ultimi sei mesi, e non degli ultimi 5 anni. E inoltre il rendimento era fissato al 2,5% e non al 2. Lo stesso, o quasi, accadeva per ex telefonici ed ex ferrovieri. E ancora più favorevole era il trattamento degli ex prefetti, che vedevano la loro pensione seguire addirittura lo stipendio dell' ultimo giorno di servizio, maggiorata del 18% e senza tetti. I dirigenti d' industria, dal canto loro, potevano pagare contributi percentualmente più bassi dei loro dipendenti. Poi le regole sono cambiate e sono state equiparate a quelle di tutti i dipendenti privati.

VITALIZI M5SVITALIZI M5S

 

Tutto risolto? Neppure per idea, perché per gli iscritti a quei fondi i vantaggi sono cessati solo parzialmente. Ancora oggi, infatti, la parte della loro pensione calcolata sugli anni di lavoro precedenti al 1992, continua a godere di quei favori ereditati dal passato. Per avere un' idea di quanto essi possano pesare ancora, prendiamo un pensionato iscritto a uno di quei fondi speciali, e ipotizziamo che sia stato assunto nel 1971 e abbia lavorato per 38 anni (come nell' esempio precedente).

 

Prima del 1992 ha maturato 21 anni, dopo ha lavorato per altri 17. Questo significa che la sua attuale pensione viene calcolata per il 55% con le condizioni favorevoli delle vecchie leggi, e solo per il restante 45% con le più rigide regole vigenti. Il risultato di questo retaggio è che per i lavoratori dei fondi speciali lo squilibrio tra contributi versati e pensione ricevuta è ancora più marcato che per gli altri dipendenti privati.

 

TITO BOERITITO BOERI

A ricevere il 30% in più di quanto versato sono i due terzi degli ex piloti e delle ex hostess, la metà dei pensionati dello spettacolo e un terzo di ex telefonici ed ex ferrovieri. Tutto questo ovviamente ha un costo.

 

Tra il 2008 e il 2012 quasi un milione di lavoratori sono usciti con un' età media di 58 anni e con il sistema retributivo. Sono dipendenti privati, autonomi, ma anche dipendenti pubblici, i quali godono tuttora di pensioni di anzianità più alte del 20% rispetto alla media. Per tutti loro lo Stato ha pagato e continua a pagare il 28% in più di quanto avrebbe versato con il sistema contributivo. Significa che se magicamente quel sistema fosse esteso a tutti, risparmieremmo 46 miliardi l' anno.

 

Qualche tempo fa Tito Boeri, presidente dell' Inps, e Stefano Patriarca (oggi consigliere economico di Palazzo Chigi) proposero di imporre solo ai più benestanti un contributo di solidarietà, commisurato allo squilibrio esistente, per aiutare i numerosi giovani privi di un dignitoso futuro pensionistico.

matteo richetti (2)matteo richetti (2)

 

Si gridò allo scandalo, all' attentato ai diritti acquisiti e non se ne fece nulla. In realtà, non si trattava affatto di ricalcolare retroattivamente le pensioni in base al sistema contributivo (come si vuol fare adesso per gli ex parlamentari), ma di prevedere un "obolo" (in percentuale sulle pensioni avute oltre il dovuto) per riequilibrare almeno in parte una delle più forti discriminazioni economiche presenti in Italia. Che probabilmente sarà destinata a restare tale.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…