rousseau m5s hacker

MA HA ANCORA SENSO VOTARE ONLINE? DOPO L’INTRUSIONE DEGLI HACKER NELLA PIATTAFORMA “ROUSSEAU”, LA BASE M5S SI RIBELLA: “ORA CAMBIARE TUTTO” - C'È CHI STA LANCIANDO PETIZIONI ONLINE SUL SITO CHANGE.ORG, CHI MISURA PROPOSTE E CHI VORREBBE TORNARE A USARE LIQUID FEEDBACK

Ste. P. per “il Messaggero”

 

associazione Rousseauassociazione Rousseau

Accelerano sul programma elettorale i Cinque Stelle ma il nodo non è più il cosa (sebbene gli intenti siano ambiziosi, molti di riforma della Costituzione: dall'introduzione del vincolo di mandato all'abolizione del pareggio di bilancio) ma il come arrivare alla sintesi politica. Dopo gli attacchi degli hacker, si voterà ancora online? Le consultazioni sul programma relativo allo sviluppo economico sono sospese a data da destinarsi, senza contare che in ballo c'è quella più importante per scegliere il candidato premier.

 

VULNERABILITÀ

«Tali vulnerabilità - avverte Rufo Guerreschi, studioso di sicurezza informatica, già ospitato di recente sul blog - espongono a compromissioni riservatezza e integrità voto utenti, ne scoraggiano un utilizzo già molto basso, creano presupposti di hackeraggio con timer per influire su prossime elezioni rendendo invalide primarie, o seminando dubbi interni sui suoi risultati, ed altro».

PIATTAFORMA ROUSSEAUPIATTAFORMA ROUSSEAU

 

C'è chi sta lanciando petizioni online sul sito change.org (Nicola Morra per la questione incendi in Calabria), chi misura proposte, ma anche seguito personale, con Facebook, chi vorrebbe tornare a usare Liquid Feedback, la piattaforma del partito dei pirati. Insomma, Rousseau in standby ha disorientato un po' tutti.

 

Anche i vertici lo sanno: Grillo ha voluto aprire un dibattito condividendo sul suo blog gli aspetti più problematici attraverso il commento di Rufo Guerreschi che in realtà ne aveva già parlato vis à vis con lui e con i parlamentari più attenti alla questione: «Ho incontrato molti leader interni - scrive Guerreschi - costituenti una minoranza in espansione, che sono da sempre genuinamente preoccupati e consci delle problematiche di sicurezza».

DAVIDE CASALEGGIODAVIDE CASALEGGIO

 

Molteplici sono infatti gli attivisti che nel corso degli anni avevano fatto notare a Grillo le vulnerabilità: «Gliel'abbiamo detto in tanti - scrive l'ex consigliere M5S di Torino Vittorio Bertola - con competenze di primo livello, che la loro piattaforma era insicura e mediocre e che si poteva e doveva fare molto di meglio, magari con un bel progetto di software libero. Hanno sempre voluto fare da soli». «Bisognerebbe resettare tutto...» confidano i più agitati.

 

Il Movimento appare scottato dalla vicenda hacker dove le attività online degli utenti che hanno cittadinanza sul blog sono state messe a nudo. Nel programma sicurezza già votato online non si accenna agli standard web e alla verificabilità dei processi di interazione.

beppe grillo davide casaleggio beppe grillo davide casaleggio

 

LA LEGGE REGIONALE M5S

Eppure nel 2014, la soluzione, il M5S ce l'aveva in casa: i consiglieri regionali del Lazio avevano cercato di introdurre i principi di e-democracy con una dettagliata proposta di legge sul «software libero, accessibilità di dati e documenti, hardware documentato, servizi telematici, trasparenti e partecipativi».

 

«Ci tengo a chiarire - sottolinea Guerreschi - come la preferenza di Casaleggio per soluzioni proprietarie, anche ai fini di sicurezza, ha in teoria potenziali vantaggi rispetto a soluzioni open source, o pubblicamente verificabili nel codice sorgente, poiché l'avere copia del codice sorgente è sicuramente un arma in più nelle mani dell'hacker. Ma la questione principale per sistemi così sensibili è di garantire nella governance dei processi organizzativi che ogni software and hardware criticamente-coinvolti siano testati». E giù altre dritte e consigli diretti a Milano: «Nel caso di Rousseau non si ha modo di poter verificare in alcun modo tali livelli di testing».

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