RICCHI E RICCHIONI – UNA BATTUTA DI LA VENDOLA SUL CASO DEPARDIEU (“I SUPER-RICCHI DEVONO ANDARE AL DIAVOLO”) FA DIMENTICARE DI COLPO AI GIORNALONI DEI POTERI STORTI DI AVERE UN CANDIDATO CHE NON HA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA CHE SEMPRE È STATO AL SERVIZIO DEI SUPER-RICCHI (DA FIAT A GOLDMAN SACHS) – TABACCI INVECE NON DIMENTICA DI ESSERE SEMPRE STATO CARO ALL’EX CRESO LIGRESTI E MINACCIA: “CONSIGLIO A VENDOLA DI NON RIPROVARCI”….

Alessandra Longo per "la Repubblica"

Di tutta una giornata di dichiarazioni, a Nichi Vendola ne rimane appiccicata una sola, di quelle scolpite nella pietra: «I super- ricchi vadano al diavolo». Pronunciata a «Uno Mattina» con vibrante trasporto, la battuta viene isolata, scarnificata, rilanciata da televisioni, siti e agenzie. Il contesto poco importa. Il leader di Sel l'ha proprio detto: «I super-ricchi devono andare al diavolo».

Parlava di Gerard Depardieu, il grande attore francese che, piuttosto di farsi tartassare fiscalmente da Hollande, si è seduto a tavola con il Rais Vladimir Putin accettando la cittadinanza russa: «Putin ha le sembianze del diavolo e dunque Depardieu è sulla direzione giusta».

«Ora lo inchioderanno a una battuta su Depardieu», è facile profeta Pierluigi Bersani. Che comunque i ricchi all'inferno non ce li manderebbe: «Devono pagare le tasse e non li mando da nessuna parte anzi, stiano qua e paghino qua le tasse».

È comunque un Vendola molto irritato in guerra con Monti, «guru di un classismo elitario e feroce che non vede il dolore del Paese». Un Vendola che risponde all'invocato «taglio delle ali estreme», fissazione dell'attuale premier («Roba da Grande Oriente d'Italia »), attaccando il «vippaio» che affolla la Lista Monti, «il ritorno delle élite, di quelli che chiunque vinca devono vincere sempre loro».

Lui con i poveri, i super-ricchi, nemmeno sfiorati dalla crisi, dall'altra parte. Uno schema "bipolare" già visto. E c'è chi evoca subito il manifesto partorito dalla bertinottiana Rifondazione all'epoca della discussione sulla Finanziaria 2007, governo Prodi. Un grande yacht bianco al centro e la scritta: «Anche i ricchi piangano». Allora nacque un putiferio, Massimo D'Alema bocciò l'idea come «infelice» dal doppio punto di vista dell'opportunità politica e del richiamo ai possessori di barche.

Questa volta niente lacrime da infliggere («La questione non è quella di far piangere i ricchi», assicura il leader di Sel) ma piuttosto l'invito secco agli obiettori delle maxi aliquote e della patrimoniale: «Vadano al diavolo». Di sicuro la frase di Vendola è piaciuta a gran parte dei suoi elettori. Molto meno a uno come Bruno Tabacci, leader del Centro Democratico, che sente odore di «invidia sociale»: «La storia di far piangere i ricchi la sinistra l'ha già sperimentata andando incontro a sonore sconfitte. Consiglio a Vendola di non riprovarci».

Che sia stata una gaffe? Da escludere visti i toni di Vendola nell'intervista televisiva. Piuttosto una provocazione che ha avuto se non altro la pessima ricaduta di una sortita del sempre più rarefatto portavoce del Pdl Daniele Capezzone, refrattario «all'ostilità ideologica e di classe»: «Ricordo a Nichi Vendola, che è persona colta, una frase attribuita a Olof Palme (già evocata da Veltroni e, più recentemente, da Renzi, ndr): "La sinistra non deve far piangere i ricchi, ma deve far sorridere i più poveri"». Twitta Vendola: «Vogliamo uscire a sinistra dalla crisi della II Repubblica e del berlusconismo ». Gli risponde cauta un'ammiratrice: «Nichi, attento, che a sinistra ti ritrovi in un vicolo cieco».

 

NICHI VENDOLAtabacciPUTIN CONSEGNA IL PASSAPORTO A DEPARDIEUFRANCOIS HOLLANDE MASSIMO D'ALEMA IN BARCA

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