DA DOVE CHIAMI, SCIABOLETTA? - LE INTERCETTAZIONI, (PER EVITARE LE QUALI SI ERA FATTO COSTRUIRE UNA STANZA SCHERMATA A IMPERIA) ANGOSCIANO SCAJOLA - L’EX MINISTRO AVREBBE UTILIZZATO E UTILIZZA ANCORA UN TELEFONINO DELLA POLIZIA DI STATO - IL CAPO DELLA POLIZIA MANGANELLI HA AVVIATO UN’INDAGINE, E SE I SOSPETTI SI RIVELASSERO FONDATI, SCIABOLETTA RISPONDEREBBE DI PECULATO…

Marco Preve per "la Repubblica"

Per un telefono cellulare di proprietà della polizia, che usa da più di due anni probabilmente senza alcun titolo, l'ex ministro Claudio Scajola rischia una denuncia per peculato oltre a una richiesta di rimborso per diverse migliaia di euro. Dopo che Repubblica, il 15 aprile, ha rivelato la vicenda, il capo della polizia Antonio Manganelli ha aperto un'inchiesta interna per verificare "la correttezza delle procedure connesse all'assegnazione e all'utilizzo dell'utenza".

Per tre giorni i collaboratori del prefetto e l'ufficio stampa hanno provato a risolvere il giallo del cellulare e ieri hanno annunciato l'indagine. Servirà a capire sia chi ha consegnato al parlamentare del Pdl la scheda telefonica, nonché per accertare se le sue telefonate, pagate da tutti gli italiani, fossero di servizio. In caso contrario, potrebbe doverne rispondere su vari fronti.

Il caso è legato all'inchiesta sulla presunta truffa per la costruzione del porto di Imperia che vede indagato, oltre a Scajola, anche il costruttore romano Francesco Bellavista Caltagirone. Nelle intercettazioni depositate agli atti compare più volte la scritta "Numero 334... intestato a Ministero dell'Interno, Dipartimento Polizia di Stato, in uso a Claudio Scajola". Risalgono al 2010 ma il numero è ancora nella disponibilità dell'ex ministro degli Interni.

Scajola guidò il Viminale nel 2001-2002 ma all'epoca la Ps aveva una convenzione con un gestore diverso. Sembra che a Roma sia già stato scoperto l'ufficio cui il cellulare era assegnato, e si tratterebbe un settore che cura questioni riservate, ma ancora non è stato individuato chi lo consegnò al deputato. Manganelli ha affidato l'inchiesta al direttore dell'ufficio ispettivo, il prefetto Gaetano Chiusolo, che nel suo curriculum vanta anche le indagini sui delitti della Uno Bianca e il serial killer Donato Bilancia.

Il mistero del cellulare fantasma viene vissuto con imbarazzo dal ministero degli interni. Anche perché l'inchiesta di Imperia ha fatto registrare altre due vicende spinose. Dalle intercettazioni risulta, infatti, che Francesco Bellavista Caltagirone attraverso l'onorevole Giustina Destro (all'epoca, ottobre 2010, del Pdl, oggi indipendente) cercò di avere un incontro con il capo della polizia.

La Destro disse al costruttore che lo avrebbe contattato il 19 ottobre e quella mattina richiamò Bellavista Caltagirone per dirgli: «Domani ti posso vedere cinque minuti? Perché io stamattina ho visto una persona». Il prefetto Manganelli ha però negato di aver mai avuto contatti con il costruttore, spiegando che lo incontrò una sola volta, molto tempo prima, ad una cena pubblica organizzata da Giustina Destro.

Infine, in un'altra intercettazione, Scajola invita uno degli indagati a raggiungerlo, ad Imperia, in un ufficio dove il deputato spiega: «Mi metto in una stanza schermata». Potrebbe trattarsi, secondo gli inquirenti, di un locale anti-intercettazioni realizzato quando era ministro degli Interni.

 

CLAUDIO SCAJOLA CLAUDIO SCAJOLA Claudio Scajola e Francesco Bellavista Caltagirone GIUSTINA DESTRO Il capo della polizia Antonio Manganelli

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