sergio mattarella mario draghi

DRAGHI HA FATTO DI TUTTO PER ESSERE MANDATO A CASA – “MARIOPIO” NON È APPARSO AFFATTO CONCILIANTE IN SENATO: SI È PRESENTATO IN VERSIONE TIGNA E SPOCCHIA E HA ASSESTATO UNA SERIE DI CAZZOTTI AI PARTITI, MANDANDOLI SOSTANZIALMENTE A FANCULO. COME POTEVA SPERARE DI OTTENERE LA FIDUCIA? NON LO SPERAVA AFFATTO, MA VOLEVA SOLO SCAPPARE DA QUELLA GABBIA DI MATTI – I VAFFA ALLA LEGA E LE DUE FRECCIATONE A CONTE SU SUPERBONUS E REDDITO…

Michele Arnese per www.startmag.it

MARIO DRAGHI

 

“Draghi si autoaffonda”, titola Il Fatto Quotidiano.

 

“Draghi si è mandato a casa”, titola Verità & Affari.

 

Due quotidiani di orientamento opposto – il primo sensibile alle istanze di M5s, Leu e sinistra varia, il secondo considerato vicino al centrodestra, non solo di governo – fotografano una medesima sensazione: il presidente del Consiglio non ha fatto proprio nulla – anzi ha fatto di tutto – per essere mandato a casa.

 

GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI MEME

Per ribadire che le sue dimissioni non erano state un capriccio ma una decisione frutto di una constatazione: tre partiti della maggioranza – non solo M5s – non credevano più all’esecutivo di larghe intese.

 

Basta andare a rileggere le attese del centrodestra di governo solo poche ore prima delle comunicazioni di Draghi in Senato.

 

Lega, Forza Italia, Udc e Noi per l’Italia si attendevano che l’attività dell’esecutivo si concentrasse ora “su temi prioritari come ridimensionamento del reddito di cittadinanza, controllo dell’immigrazione clandestina, pace fiscale con la rottamazione delle cartelle esattoriali, investimenti sul nucleare”.

la replica di mario draghi al senato 2

 

Nulla di tutto ciò è stato menzionato o evocato da Draghi.

 

Poi, ovviamente, il premier non ha esaudito gli auspici del centrodestra di governo per un nuovo esecutivo senza M5s (considerato da Draghi, come ripetutamente detto, un pilastro della maggioranza).

 

Ma nelle comunicazioni in Senato Draghi ha deluso anche i pentastellati: gli accenni draghiani su reddito di cittadinanza, salario minimo e superbonus sono stati o evanescenti o per nulla rassicuranti, secondo i grillini.

 

mario draghi esce dal senato

Non solo: nella replica in Senato, Draghi – nel mentre chiedeva la fiducia (anche a M5s) sulla risoluzione presentata da Casini e non su quella firmata da Calderoli – ha sbertucciato ancora e in maniera più ruvida sia su reddito di cittadinanza che sui superbonus per le ristrutturazioni edilizie.

 

Ecco le parole precise di Draghi.

 

Primo: “Il reddito di cittadinanza è una cosa buona, ma se non funziona è una cosa cattiva”.

 

Secondo: “Sul superbonus voi sapete quello che ho sempre pensato, ma il problema non è il superbonus, il problema sono i meccanismi di cessione che sono stati disegnati: chi ha disegnato quei meccanismi di cessioni senza discrimine e senza discernimento, lui o lei o loro sono i colpevoli di questa situazione in cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti. Ora bisogna riparare al malfatto”.

 

la replica di mario draghi al senato 1

Due Vaffa ben assestati.

MARIO DRAGHImatteo salvini dopo il discorso di draghi CONTE SALVINIla replica di mario draghi al senato mario draghi 1matteo salvini roberto calderoli

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...