PREGIUDICATI MA BUONI - SENZA I VOTI DI CESA, DOVA VA A SBATTERE PIERFURBY, GIA’ DEPRIVATO DEL “SERBATORIO” SICULO DI CUFFARO? - IL DRAMMA IN ATTO NELL’UDC: LORENZO CESA, CONDANNATO PER CORRUZIONE, SOSTIENE CHE MONTI L’AVREBBE AVVERTITO SE FOSSE STATO ESCLUSO - LUCIANONE CIOCCHETTI SE NE FREGA: “STO TRANQUILLO. HO PRESO 30 MILA PREFERENZE”…

Fabrizio Roncone per "Corriere della Sera"

Mario Monti, liste, la storia dei cosiddetti «incandidabili». Lorenzo Cesa ha il sospetto d'essere finito dentro a questa storia. La telefonata non lo sorprende.
«E cosa vuole che le dica? Mi metterò a fare un altro lavoro...».
Non mette giù, non si sottrae, non modifica il tono della voce.

Il segretario dell'Udc - 61 anni, da Arcinazzo Romano - non è tipo da perdere il controllo della scena. Ne ha viste tante, ne ha vissute tante. Democristiano da giovane, portaborse prima di Toni Bisaglia, poi del doroteo bresciano Gianni Prandini, accumula incarichi, s'insinua, il suo temperamento timido e impacciato negli anni della Prima Repubblica era una garanzia assoluta. Per colpa di Prandini resta però incagliato nello scandalo Anas e Wikipedia, la libera enciclopedia del web, per questo, adesso, gli dedica il tremendo capitolo «Procedimenti giudiziari».

Nel 1993 Cesa è infatti accusato di aver incassato tangenti per conto di Prandini, si dà alla macchia per due giorni e due notti, poi si consegna spontaneamente al pubblico ministero, che lo lascia al fresco per una settimana. Il tempo necessario per riflettere e decidere che è meglio collaborare.

Nel 2001 arriva la condanna in primo grado a 3 anni e 3 mesi di reclusione per «corruzione aggravata». L'anno dopo, la condanna è però annullata dalla Corte d'Appello che rileva un vizio di forma; e, pochi mesi più tardi, il reato addirittura evapora per prescrizione (negli anni a seguire, poi, Cesa uscirà indenne anche da una vicenda di finanziamenti europei incassati in modo sospetto da un'azienda di cui era socio).
«Mah... Io dico che comunque sono certi giornali che si divertono a diffondere sospetti...».

In che senso, onorevole Cesa?
«Nel senso che io ho incontrato Monti un sacco di volte e... beh, sì, insomma: credo che una persona corretta come lui, se davvero avesse avuto qualcosa da dirmi, me l'avrebbe detta».

Magari ci sono cose che, per delicatezza, non si riescono a dire in faccia.
«Uhhh... che noia queste chiacchiere... Senta: lo sa quanti amministratori locali ho sulle spalle?».

No.
«Oltre cinquemila».

Capito. Però...
«No no, aspetti... E sa l'ultimo sondaggio, poche ore fa, a quanto dava il mio partito? Al 5,8%... Perciò, dico: con cifre di questo tipo, vogliamo ancora parlare di stupidaggini, o vogliamo ragionare su come concludere la costruzione di un grande centro che noi dell'Udc, per primi, abbiamo coraggiosamente avviato?».

Lei preferirebbe un listone Monti o...
«Non mi interessano, questi dettagli».

Cesa li definisce dettagli ma il suo collega di partito Luciano Ciocchetti detto «Lucianone», ex vicepresidente della Regione Lazio nei tragici mesi in cui imperversava Franco Batman Fiorito, ha invece idee piuttosto chiare.
«Meglio, molto meglio un bel listone composto da persone specchiate, selezionate, indiscutibili».

Dice proprio così: come se niente fosse. Furbo, veloce, spregiudicato.
Ciocchetti pure nasce democristiano, ma è un democristiano diverso da Cesa: non ha fatto carriera nei corridoi dei ministeri, ma si è girato pazientemente tutti gli oratori di Roma e del Lazio, e anche gli ospedali, e i depositi della nettezza urbana, e i cantieri, e le stazioncine ferroviarie, e ha sempre avuto una parolina buona e una promessa di buona politica per tutti, per i giovani e per gli anziani, per i disoccupati e per gli impiegati, per i preti e per i chierichetti, e ride quando gli dicono che assomiglia al comico Martufello, e se non ride non ti farà mai capire che sta perdendo la pazienza.

Come ora, al telefono (sa bene che, in queste ore, non è una telefonata qualsiasi, su un argomento qualsiasi).
«Scusi, mi perdoni: qual è il problema? No, perché io non ho scheletri nell'armadio, casomai ho...».

Coraggio, Ciocchetti, lo dica...
«Lo sa: ho 30 mila preferenze contate alle Europee del 2009. E sottolineo preferenze: nel senso che 30 mila persone sono andate e hanno scritto "Cio-cche-tti" sulla scheda elettorale».

Quindi?
«Quindi io sono tranquillo... Ma proprio tranquillo... Cioè più tranquillo di così non potrei essere, giuro».

 

chi03 lorenzo cesa casiniCASINI CESA PIERFERDINANDO CASINI LORENZO CESA sca47 mario montiMARIO MONTI - Copyright PizziLUCIANO CIOCCHETTI Luciano Ciocchettiono13 luciano ciocchetti

Ultimi Dagoreport

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?