meloni

LA "DUCETTA" FA GIRARE I MELONI AGLI ALLEATI – FORZA ITALIA: "ARROGANTE. SEMBRA SI SIA MONTATA LA TESTA. E POI L’ATTACCO ALL’AMERICA, COSÌ DURO, NON È DETTO LE VENGA PERDONATO OLTRE ATLANTICO” (LA MELONI AVEVA DETTO: "MAI SUDDITI DEGLI USA") – SALVINI: "IO DA IMBUCATO NON VADO DA NESSUNA PARTE. QUANDO AVRANNO VOGLIA CI VEDREMO” – MA I SONDAGGI PREMIANO FRATELLI D’ITALIA - LO SHOW DELLA DUCETTA: ALLA DOMANDA SULLE CAMICIE NERE STRABUZZA GLI OCCHI E RISPONDE A GESTI. E QUANDO I GIOVANI DI FRATELLI D’ITALIA INTONANO CORI PER LEI SI METTE A BALLARE – VIDEO

 

 

 

Paola Di Caro per corriere.it

 

 

giorgia meloni

Forse ha portato chiarezza, sicuramente non armonia. La Conferenza programmatica di Fratelli d’Italia di Milano — per il partito un successo organizzativo, per Giorgia Meloni l’occasione per lanciare con grande visibilità il suo nuovo progetto di partito conservatore che mira a dare una casa a tutti gli elettori di area — lascia strascichi fra gli alleati. Che non hanno gradito i toni, i modi, l’atteggiamento della padrona di casa.

 

«È stata arrogante, aggressiva, per niente conciliante... Sembra si sia montata la testa», sussurrano dai piani alti di Forza Italia, da dove non arrivano però commenti ufficiali. E «sono venuti fuori accenti molto diversi dai nostri: come l’attacco all’America, così duro, che non è detto le venga perdonato oltre Atlantico...».

giorgia meloni

 

Malumore anche dalla Lega, espresso stavolta ad alta voce direttamente da Matteo Salvini. Il capo della Lega aveva manifestato l’intenzione di passare a fare «un saluto» all’alleata, ma ha capito presto di non essere gradito. E dopo le parole rilasciate al Corriere della Sera da Ignazio La Russa («Giorgia non si imbucherebbe mai a Pontida»), Salvini ieri ha replicato: «Io avrei offerto il caffè, ma hanno detto che sarei stato un imbucato, e io non vado da imbucato da nessuna parte, il caffè me lo sono preso da solo, quando avranno voglia ci vedremo...».

 

Di vertici in vista, ad oggi, però non ce ne sono, anche se tutti si dicono disponibili. Ma resta il gelo. Sempre il leader della Lega ragiona: «Se il centrodestra andrà compatto alle Politiche del 2023? Io dico di sì ma c’è qualcuno che nel centrodestra che dice invece “potremmo anche andare da soli”: secondo me è un errore». Lui giura che «la Lega lavora per un centrodestra unito mentre c’è qualcun altro che un giorno sì e uno no dice “potremmo anche far da soli”. Da soli non si vince, uniti sì».

 

giorgia meloni

Il tema caldo che comunque va risolto in fretta è quello della Sicilia, dove si continua a trattare per andare con un candidato unico almeno a Palermo: FI e Lega sembrano più disposti di prima a convergere su Roberto Lagalla, candidato di Udc e FdI, ma non a dare il via libera alla ricandidatura di Musumeci in Regione, come invece la Meloni pretende. «Noi siamo impegnati a ricomporre», dice Salvini, ma se sul governatore Musumeci «tre quarti della coalizione dicono no, evidentemente c’è un problema».

giorgia meloni

 

Non è l’unico, e non solo sulle Amministrative, perché mai come in questo momento il centrodestra è apparso così profondamente diviso, anche come messaggio e atteggiamento. Tanto che l’idea di una legge elettorale proporzionale che permetta a ciascuno di correre per conto proprio comincia a farsi strada tra molti azzurri. Per ora sono pourparler, ma sicuramente quello che sembrava un tabù fino a qualche settimana fa, oggi non lo è più. Si vedrà anche il risultato della tornata amministrativa, ma dopo un anno e mezzo di governo di governo separati, i partiti del centrodestra sono divisi da un solco.

 

Acuito dai sondaggi che rendono più forte e quasi pronta a tutto la Meloni. Anche a correre da sola, se non ci sarà accordo. E la storia può avere molti, diversi finali.

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI

 

SONDAGGIO

Da iltempo.it

Il sondaggio Swg presentato lunedì 2 maggio nel Tg La7 di Enrico Mentana fa i conti sugli effetti della guerra sul consenso ai partiti. Dopo la convention di Milano, Fratelli d'Italia cresce ulteriormente e fa un balzo dello 0,4 per cento. Il partito di Giorgia Meloni è sempre in testa tra le forze politiche con il 22,1 per cento. Invariato il distacco con il Pd che sale al 21,6 per cento in virtù di una crescita analoga a quella di FdI.

 

La Lega cresce di due decimali, e si attesta al 15,8 per cento mentre il Movimento 5 stelle torna in negativo. Il partito di Giuseppe Conte perde lo 0,2 per cento e cala al 12,5 per cento. Scende all'8 per cento Forza Italia (-o,2 per cento)  mentre Azione +Europa guadagna due decimali e sale al 5,3. Nel gruppone del "2 per cento" piccolo tonfo di Sinistra Italia che cede lo 0,3 per cento e si attesta 2,4 per cento. Tutti in negativo Verdi e Mdp Articolo 1 (2,3), Italia Viva (2,2) e ItalExit. Il partito di Gianluigi Paragone perde un decimale e perdere il "due" attestandosi all'1,9 per cento.

salvini meloni berlusconi

 

 

 

Non ero gradito. Salvini svela perché non è andato da Giorgia Meloni

"Non ero gradito". Salvini svela perché non è andato da Giorgia Meloni

Nel sondaggio anche indicazioni utili su cosa pensano gli italiani dell'invio delle armi in Ucraina. Il 46 per cento è si dice in disaccordo con la scelta di armare Kiev. Tra questi il 24 per cento è convinto che in questo modo si prolunga soltanto la guerra. D'accordo si dice il 43 per cento del campione intervistato.

giorgia meloni foto di bacco (2)

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…