dalema renzi giornalisti

DUCETTO COME BAFFETTO: RENZI COPIA D’ALEMA NELL’ALLERGIA PER GIORNALI E GIORNALISTI. SOPRATTUTTO QUELLI CHE, PER SBAGLIO, SI METTONO A FARE DOMANDE – E GIORDANO RICORDA DI QUANDO MATTEO DISSE A BELPIETRO: “NON ROMPERE I COGLIONI” (TESTUALE)

 

Mario Giordano per la Verità

 

lilli gruber e matteo renzi otto e mezzolilli gruber e matteo renzi otto e mezzo

Come l' Autan per le zanzare, come l' aglio per i vampiri. Così l' informazione per Matteo Renzi: appena ne sente l' odore, sta male. Eruzione cutanea, sversamento di bile, perdita evidente di lucidità: l' altra sera dalla Gruber ha detto che vuole portare tutti in tribunale. Tutti quelli che hanno osato scrivere della Consip senza farsi passare il pezzo dal caporedattore Tiziano (Babbo) o dal vicedirettore Luca (Lotti).

 

Ma come si sono permessi? I loro nomi saranno appesi alle porte del tribunale, ma solo perché non si possono ancora appendere fisicamente, per i piedi, a testa in giù: un apposito comunicato stampa renderà noti alla nazione i nomi dei reprobi in modo che le persone perbene ne stiano alla larga.

 

LUCA LOTTI E TIZIANO RENZILUCA LOTTI E TIZIANO RENZI

Non si sa mai: il rischio è altissimo. Le notizie come è noto sono un virus contagioso. Eppure all' ex premier non sfuggirà che l' inchiesta Consip è tutt' altro che finita. Non sfuggirà che l' esistenza di un atto falso su un documento di quasi 1.000 pagine non cambia la sostanza delle accuse.

 

Non sfuggirà che ci sono vari indizi, tutti in piedi, pizzini imbarazzanti e testimonianze clamorose (fra l' altro di alcuni suoi ex uomini). E non sfuggirà nemmeno che proprio ieri, ironia della sorte, la Procura di Roma (Roma: non Napoli, si chiaro) ha ordinato una perquisizione negli uffici della Consip per sequestrare documenti relativi a tutti i 18 lotti del maxi appalto da 2,7 miliardi di euro, al centro dell' inchiesta. Non sfuggirà nulla, si capisce: ma probabilmente l' allergia da informazione è più forte di lui.

 

In effetti: perché rovinarsi la vita con tutta questa overdose di notizie? Non è meglio tacere? Dimenticare? E, magari, mandare un larvato avvertimento a chi osa contravvenire agli ordini del comitato di salute pubblica? «Ci vediamo in tribunale», dice il premier. E sembra un po' quei bulli che minacciano: ci vediamo fuori.

 

renzi vs travaglio a otto e mezzo  renzi vs travaglio a otto e mezzo

Diciamolo: seppur mascherato sotto l' apparente aplomb istituzionale («Ho fiducia nei giudici», continua a ripetere Renzi) stona un po' questo atteggiamento intimidatorio che storpia i nomi («Falso quotidiano»), attacca la meglio produzione del giornalismo tv («Denuncio Report»), pregusta duelli rusticani («Travaglio è scappato»: non è vero, ma anche se fosse? È un processo o Mezzogiorno di fuoco?) e soprattutto annuncia querele a destra e a manca, perché adesso «non starò più buonino ad aspettare».

 

Non starà più buonino, proprio così. E che farà? Cercherà i giornalisti redazione per redazione? Li spennerà vivi? Li ridurrà alla fame? Li costringerà a mendicare sui marciapiedi? Vendetta, tremenda vendetta. «Sono parte lesa», dice. E come dargli torto? Parte lesa, in effetti. Molto lesa. Ma non diciamo dove altrimenti ci troviamo pure noi nei comunicati stampa appesi a testa in giù.

DALEMA PADOANDALEMA PADOAN

 

E questo, con simili toni, si candida ad essere il nuovo leader della sinistra? Si candida a ridiventare presidente del Consiglio? Sulla scorta degli avvertimenti ai giornalisti che non si piegano al peana? Che non accettano il diktat: o suoni la trombetta o ti suono come un tamburo? È questa la nuova linea del Pd sull' informazione?

 

Beh, non sarebbe una grande novità: D' Alema, per dire, ha un bel curriculum in fatto di idiosincrasia con la libera stampa, dalle famose frasi sulle iene dattilografe alle querele contro Forattini per via dello sbianchettamento. Ma Renzi non voleva rottamare questo passato oscuro come certe Botteghe? E perché, invece, ogni giorno dimostra di averne ereditato i vizi peggiori?

 

D' altra parte anche per lui non si tratta di una gran novità. Ricorderete tutti l' allegra gogna della Leopolda, quando il renzismo ancora ascendente si divertiva a mettere alla berlina i titoli di giornale non graditi. Roba che se l' avesse mai fatto un circolo berlusconiano o un meet up 5 Stelle veniva fuori una polemica mondiale, con girotondi e appelli alle corti internazionali, ordini professionali e caschi blu dell' Onu compresi.

fabrizio rondolinofabrizio rondolino

 

Del resto se Renzi avesse avuto rispetto della libertà di stampa e non avesse invitato Maurizio Belpietro a «non rompere i coglioni» (testuale) con questa fastidiosa pratica di pubblicare le notizie (ma insomma? Come vi permettete? Non l' avete capito che non vanno più di moda? Non vi basta lo storytelling? O il post su Facebook? Non vi accontentate del retroscena di Maria Teresa Meli o della verità rivelata da Fabrizio Rondolino?), ebbene, questo giornale non sarebbe mai nato.

 

Per questo, alla fine, siamo perfino un po' grati alla conclamata intolleranza informativa di Matteo Renzi, alla sua allergia da stampa libera, all' orticaria da news: è quella che ogni giorno ci fa sentire vivi. È per lui che è un veleno. E per il Paese, purtroppo, pure.

 

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…