renzi orlando

ITALIA DI PULCINELLA - IL CAZZONE METTE I FEDELISSIMI IN LISTA E CERCA IL VOTO DELLE NONNE ("RIPARTIAMO DA LI', DAI VALORI VERI") – AL NAZARENO PIANGONO: SICURI SOLO 5 SEGGI NELL’UNINOMINALE – LE AMBIZIONI DI RENZI: “SE STRAPPIAMO IL 25% RESTIAMO IN GIOCO” (PER SUPPLICARE BERLUSCONI A FARE L'INCIUCIO) - FATTO FELICE FRANCESCHINI, QUANDO SI INFURIA ORLANDO?

 

Laura Cesaretti per “il Giornale”

renzi pd

 

Chiuso il travaglio delle liste, Matteo Renzi ha fretta di lasciarsi alle spalle le feroci polemiche di questi giorni e di buttarsi nella campagna elettorale. E comincia dal tinello domenicale di Domenica Live, ospite di Barbara D'Urso. Mirando con decisione al cuore di quel target, anziano e femminile, che guarda la tv del pomeriggio festivo. Nella conferenza stampa di sabato sera aveva annunciato una «riunione domattina con degli spin doctor speciali», eccitando la fantasia dei cronisti.

 

«Dopo tutti questi giorni di campagna politica devastante - rivela a Canale 5 - sono tornato a casa mia. E anziché fare come tutti gli altri, che si prendono gli spin doctor, ho pensato: vado a farmi un bagno di realtà». Da chi? «Dalle mie nonne», Maria e Annamaria, 98 e 88 anni. «È un modo per rimettere in fila la giusta gerarchia di valori: vai dalle nonne, che hanno vissuto la guerra, e capisci che questo è un grande Paese, i nonni lo hanno salvato. Ripartiamo da lì, dai valori veri».

 

renzi pd

Una captatio benevolentiae verso l'ambito segmento elettorale, assai ampio, dei «nonni»: quelli che difficilmente si rifugeranno nell'astensionismo, come i nipoti, e che tendenzialmente possono apprezzare quella «svolta centrista» del Pd denunciata con veemente indignazione dalle minoranze interne, da D' Alema e Grasso e dai salotti mediatici della sinistra.

 

I pronostici elettorali, al momento, sono assai pessimistici: un sondaggio Ixè di ieri dava il Pd a quota 22%, con un potenziale di 130 seggi alla Camera più 61 al Senato. «Paghiamo lo scotto di giorni di polemiche, alimentate dai media, sulla formazione delle liste», ammettono nel Pd.

 

RENZI DURSO

Ma soprattutto, il sondaggio conferma una tendenza già registrata, che vede il centrosinistra perdente nella partita dei tre blocchi sui collegi uninominali, che fa saltare gli schemini sulla distribuzione dei seggi «sicuri»: quelli giudicati certi per il Pd, secondo Ixè, sono solo 5 in tutta Italia, 3 alla Camera e 2 al Senato.

 

RENZI NONNE

Numeri tutti virtuali, certo, mentre manca ancora più di un mese al voto. Ma sufficienti a capire che la strada sarà in salita, e a spiegare perché il segretario abbia voluto forzare la mano con decisione nella compilazione delle liste, falciando le correnti e assicurandosi (come del resto, da che le liste elettorali sono liste elettorali, fanno tutti i segretari di partito) una pattuglia parlamentare di lealisti, da manovrare nei marosi di un complicato dopo-voto.

maria elena boschi gianni cuperlo selfie

 

Scontando, si intuisce, anche la possibilità di una nuova scissione: al Nazareno hanno interpretato l' improvviso gran rifiuto di Gianni Cuperlo, che ha rinunciato al collegio sicuro di Sassuolo, come un preannuncio: una pezzo di partito, segnatamente quello di provenienza ex Pci ridotto ai minimi termini, si mette sull' Aventino. Pronto alla rottura se, come ripete da tempo ai suoi Andrea Orlando, «dopo il voto Renzi trasformerà il Pd in una bad company per fare un partito centrista macroniano».

 

renzi berlusconi

Dopo il 4 marzo «sarà il tempo degli addii», avverte l' ex Ds siciliano Cracolici. Renzi sa che potrebbero partire manovre di vario genere: «D' Alema punta a riprendersi il Pd se perderemo. E quel genio di Grasso pensa di fare il premier di un governo che, nei suoi disegni, dovrebbe essere sostenuto da grillini, Leu e un Pd derenzizzato», confida. L' unico argine è una tenuta sostanziale del partito e della sua mini coalizione: «Se restiamo attorno al 25% saremo ancora in gioco». Se il Pd crolla, a giocare saranno solo Berlusconi e Grillo.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…