È INIZIATA LA BATTAGLIA DI DAMASCO: L'ISIS ORMAI È ALLE PORTE DELLA CAPITALE SIRIANA - ASSAD È CIRCONDATO, A PROTEGGERLO CI SONO SOLO GRUPPI SALAFITI - TEHERAN LO SOSTIENE MA PUTIN POTREBBE ANCHE DECIDERE DI SCARICARLO

Carlo Panella per “Libero Quotidiano”

 

obama netanyahu assad isis 1obama netanyahu assad isis 1

I miliziani dell' Isis continuano ad avanzare armi in pugno verso il centro di Damasco su due direttrici, da ovest, dove si sono impadronite della città di Zabadani e soprattutto da sud, nel quartiere di Al Qaddam che ormai controllano per la quasi totalità. La loro penetrazione nel tessuto urbano della capitale è tale che si trovano ormai a soli 8 chilometri dalla moschea degli Omayyadi cuore storico della città che conta 1.500.000 abitanti e che ha una grande estensione territoriale perché è composta in gran parte di edifici di due, tre piani.

 

ASSAD AL VOTO CON LA MOGLIEASSAD AL VOTO CON LA MOGLIE

Ma soprattutto, le milizie califfali distano ormai solo 45 minuti a piedi dal palazzo presidenziale di Assad, nel quartiere di Dummar. Contro di loro, combattono, per ora, non già le milizie del regime di Assad, ma le milizie islamiste del Fronte islamico, che raggruppa sette gruppi salafiti, collegati all' Arabia Saudita, che sinora hanno controllato Al Qaddam, ma che non sono mai riusciti a penetrare verso il centro città. Conquistato Al Qaddam, e sbaragliata la "concorrenza" dei gruppi ribelli che non ne riconoscono il comando, è prevedibile che le milizie califfali inizino l' avanzata verso il centro città.

 

ASSAD PUTINASSAD PUTIN

È dunque iniziata la "battaglia di Damasco" che si prefigura terribile e che, non a caso è accompagnata da un "a fondo" dell' Isis nella regione nord occidentale della Siria dove abitano e sono arroccati gli alauiti, i membri della setta misterica di alveo sciita di cui Beshar al Assad è il dominus politico-religioso assoluto e che costituiscono il nucleo fondante del suo regime (assieme ai sunniti agiati e - purtroppo - anche a molti cristiani, incluse - ahimé - alcune gerarchie episcopali delle 7 chiese cristiane siriane).

 

Ieri, infatti, è esplosa un' autobomba nella piazza Hamam di Latakia (capitale morale degli alauiti) uccidendo dieci civili e ferendone una cinquantina. Latakia, peraltro, è parzialmente circondata sulle sue alture da miliziani dell' Isis che hanno evidentemente deciso di non limitarsi all' abituale lancio di razzi e missili sull' abitato, ma hanno deciso di attaccare il cuore della città.

 

napolitano assad napolitano assad

Si accelera così la corsa contro il tempo della diplomazia per tentare di governare quello che ormai appare sempre più ingovernabile: il processo di transizione dal regime baathista a un nuovo governo. I Paesi arabi (in primis l' Arabia Saudita) e la Turchia alternano la pressione militare attraverso il finanziamento e il supporto a milizie ribelli loro fedeli (ma minoritarie sul terreno rispetto all' Isis), con pressioni diplomatiche.

 

Offrono consistenti compensazioni economiche ai gerarchi del regime di Assad per convincerli a "tradire" e trattano attraverso canali sotterranei con il Cremlino, grande e indispensabile sponsor del raìs di Damasco, per concordare una sua uscita di scena bilanciata, che magari preveda un arroccamento suo e dei suoi miliziani nella regione alauita.

Kerry e Assad a cena insieme a Damasco nel Afp kerry resize Kerry e Assad a cena insieme a Damasco nel Afp kerry resize

 

Mosca, negli ultimi giorni, per bocca del ministro degli Esteri Serghjei Lavrov, dà conto di questa trattativa e mostra una blanda disponibilità a cessare la sua difesa intransigente di Assad. Non così Teheran, però, che ha garantito con le sue migliaia di Pasdaran e con gli Hezbollah libanesi (che riconoscono il comando politico dell' ayatollah Khamenei) e che ancora ieri ha ribadito che «Assad non si tocca».

 

Demenziale, al solito, nel silenzio incredibile di Barack Obama che continua a considerare quella siriana una "crisi regionale", la posizione dell' Onu che per bocca di Steffan de Mistura, inviato speciale di Ban Ki Moon per la Siria, dopo avere platealmente fallito un anno di sforzi per siglare una tregua su Damasco e Homs, ora propone una terza Conferenza di Ginevra. Appuntamento che verrà anticipato - se mai qualcuno avrà la folle idea di organizzarlo - dal responso dello scontro armato sul terreno.

 

Asma Assad Asma Assad

Agli atti, dopo la presa della strategica Palmira della scorsa primavera, c'è il risultato nullo dei bombardamenti americani e dell' operazione di killeraggio dei leader dell' Isis ad opera dei droni tanto cari a Obama, incredibilmente convinto di contrastare dei banditi, non un' insorgenza jihadista travolgente.

 

Dalla primavera a oggi la pressione militare dell' Isis in Siria infatti è sensibilmente aumentata e la stessa sconfitta subita a Kobane è stata ridimensionata quanto a effetti reali. Partita aperta a Damasco, quindi, con l' Isis in vantaggio di iniziativa.

Ultimi Dagoreport

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...