joao santana

VITA, MISFATTI E MIRACOLI DI JOAO SANTANA, IL MINISTRO DELLA PROPAGANDA, ARRESTATO LA SCORSA SETTIMANA PER CORRUZIONE, CHE E’ STATO IL “DEUS EX MACHINA” DEI GOVERNI DI LULA E DILMA ROUSSEFF - LA STAMPA DI RIO DE JANEIRO LO CHIAMA IL “GOEBBELS BRASILIANO” E LUI E’ NOTO COME IL “CREATORE DI PRESIDENTI”

Carlotta Dotto per Dagospia

JOAO SANTANA E DILMA ROUSSEFFJOAO SANTANA E DILMA ROUSSEFF

 

“Le disavventure del Goebbels brasiliano”… Può sembrare l’ottimo antefatto per una fiaba esotica alla Jonathan Swift. O lo spin off del Signore degli Anelli che segue le peripezie del mostruoso Gollum. In questo caso si tratta, però, del titolo di un editoriale apparso su “Istoé", importante settimanale brasiliano, che racconta e analizza la storia di uno dei personaggi più influenti del Brasile dell’ultimo decennio, tale João Santana, spesso paragonato a Joseph Goebbels, l’importante gerarca nazista durante il Terzo Reich.

 

JOAO SANTANAJOAO SANTANA

Sconosciuto ai più in patria e ignorato nel resto del mondo, Santana è stato il ministro della propaganda dal 2006 a oggi nei governi di Lula da Silva e Dilma Rousseff. Il suo arresto martedì scorso per corruzione e riciclaggio è stato oscurato dalle gigantesche notizie che sempre più precipitano l’ex presidente Lula e l’attuale Dilma nell’inferno della possibile e ormai probabile incriminazione, nell’ambito della massiccia operazione anti-corruzione portata avanti in Brasile, a partire dallo scandalo Petrobras.

 

JOAO SANTANA COME GOEBBELSJOAO SANTANA COME GOEBBELS

Si parla e si scrive solo di questo nel Brasile di oggi. Ma chi c’è dietro alla costruzione di questo grande sistema corrotto? Chi è il deus ex machina che con freddezza strategica avrebbe orchestrato l’immonda giostra di denaro sporco? Come spesso capita, dietro ogni perversa e megalomane follia del potere, nel bene e nel male, c’è la regia occulta di una non meno perversa e megalomane mente del marketing e della comunicazione, in questo caso incarnata dalla controversa figura dell’ex giornalista João Santana, noto come “o fazedor de presidentes” (il creatore dei presidenti).

JOAO SANTANA - LULA - DILMA ROUSSEFFJOAO SANTANA - LULA - DILMA ROUSSEFF

 

Già giornalista di successo che scriveva per le maggiori testate giornalistiche del Brasile, da “O Globo” al “Journal do Brazil”, e vincitore di numerosi premi, Santana si è lasciato fagocitare nell’ultimo decennio dai tentacoli irresistibili della politica.

 

Dalla sua incontenibile forza creativa sono nate le campagne elettorali che hanno contribuito a eleggere (o rieleggere) sette presidenti in cinque paesi e due continenti diversi (José Eduardo Santos in Angola, Danilo Medina nella Repubblica Domenicana, Mauricio Funes in El Salvador, Hugo Chávez e Nicolás Maduro in Venezuela, Lula e Dilma in Brasile). Campagne elettorali che sono riuscite a raccogliere circa 200 milioni di voti e circa un paio di milioni di dollari per il loro edificatore.

 

arresto di joao santanaarresto di joao santana

Nella complessa tessitura delle sue imprese, spiccano per genio e diabolicità quelle brasiliane, il suo paese di origine. Lo spessore etico del personaggio risulta inversamente proporzionale alla qualità del suo ingegno. Basti sapere che, nella non certo scontata rielezione presidenziale di Dilma del 2014, è riuscito a racimolare un gruzzolo di 88,9 milioni di reais (21 milioni e 500 euro al cambio di oggi), indispensabili per ricollocare la sua pupilla al governo del Brasile.

 

JOAO SANTANA  JOAO SANTANA

Padrone assoluto della campagna elettorale, responsabile dell’immagine e consigliere personale di Dilma, Santana è riuscito una volta di più a manipolare l’opinione pubblica, vendendo alle masse ingannevoli promesse e miraggi di un futuro d’oro, escogitando truffe grossolane a favore del governo e affidandosi a tattiche intimidatorie per mettere all’angolo i nemici politici. Il sistema è sempre quello, inesorabile, chirurgico e vincente: costituire un clima di guerra elettorale, macchiando in qualunque modo chiunque si ponesse contro il Partito dei Lavoratori.

 

JOAO SANTANA  JOAO SANTANA

Ecco che, se vai ad approfondire le “imprese” di Santana, quello che poteva apparire un paragone enfatico, ha la sua ragion d’essere. Joseph Goebbels, il grande, riconosciuto  stratega all’ombra di Hitler, fu decisivo nell’iniettare il delirio nazista nelle masse. In Brasile, al servizio di Lula e di Dilma, Joao Santana ne ha replicato il ruolo, i metodi e il successo.

 

JOAO SANTANA JOAO SANTANA

L’ex presidente Lula fu presentato all’elettorato, a partire dalla sua storia, come un credibile leader vicino agli interessi delle masse e, per questo, messo alle strette dalle élite neoliberali che volevano riconquistare il potere. La strategia funzionò e, da allora, il mito intorno Santana non ha smesso di crescere. Fino a quando, la scorsa settimana, lui e sua moglie sono stati arrestati  con l’accusa di aver ricevuto illegalmente 7,5 milioni di dollari depositati in conti all’estero. La polizia sospetta che il denaro sia uscito direttamente dalle casse di Petrobras, in un triangolazione che potrebbe confermare le gravi irregolarità nel finanziamento della campagna elettorale di Dilma.

 

La coppia ha ammesso il crimine di cassa, ma in sua difesa ha tentato di dimostrare che erano soldi destinati al partito. Vicende, come si vede, tristemente imparentate a quelle nostre di Tangentopoli. Purtroppo per i due, documenti inequivocabili usciti da Petrobras dimostrano che almeno 9 depositi da 500 mila dollari confluirono direttamente nei conti di Santana. Era il luglio 2014, in piena campagna elettorale.

 

arresto di joao santana arresto di joao santana

Sono i procuratori di giustizia coinvolti nell’investigazione ad affermarlo: è la prima volta che si trovano tra le mani prove tanto schiaccianti. Intercettazioni, tra l’altro, che incastrano i coinvolti, parlano di liberare denaro a favore di “Feira" (il soprannome di Santana) e che “sarebbe potuto arrivare un conto dalla Svizzera”. Altre prove che ingrossano i già rigonfi dossier in mano alla giustizia. In precedenza, il giudice Moro aveva già inviato al Tribunale Superiore Elettorale brasiliano una relazione dimostrando l’uso illecito del denaro confluito da Petrobras per finanziare le campagne elettorali.

 

DILMA ROUSSEFF E LULA DA SILVA DILMA ROUSSEFF E LULA DA SILVA

Le delittuose manovre elettorali di Santana entrano in questo contesto come una tra le tante. “Numerosi governatori e prefetti in passato persero i loro mandati per molto meno. Ignorare questi evidenti abusi della campagna e lasciare impuniti i colpevoli può danneggiare modo irreparabile la credibilità della giustizia brasiliana”, scrive nel suo editoriale Carlos José Marques, direttore de “Istoé”.

 

Nulla di nuovo, in fondo, sotto questo cielo da sempre martoriato dalla corruzione endemica. João Santana e la moglie non hanno fatto altro che replicare con più talento e più spregiudicatezza i metodi del predecessore Duda Mendossa, con il quale Santana iniziò a lavorare. “La cronica e sistematica propensione alle pratiche criminose di questi personaggi possono essere spiegati solo con un forte senso di impunità. Il sorriso sfacciato della signora Monica,quando è stata arrestata, come a deridere tutti i brasiliani, è il ritratto perfetto di questo sentimento di impunità. Nemmeno Goebbels farebbe meglio”, conclude nel suo durissimo editoriale Carlos José Marques.

 

DILMA ROUSSEFF E LULA FOTO LAPRESSE DILMA ROUSSEFF E LULA FOTO LAPRESSE

“La società di oggi si aspetta che mai più il Brasile possa essere saccheggiato dal Partito dei Lavoratori come accade da troppi anni, quando tesorieri, ministri, presidenti e candidati eletti si sono trasformati in una banda di ladri per distruggere lo stato e la dignità della nazione”.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...