“ECCO I 15 POLITICI DI STATO CHE HO PAGATO PER AVERE APPALTI” - ADESSO A FRANCESCO MARIA DE VITO PISCICELLI GIRANO LE PALE (DELL’ELICOTTERO) E RACCONTA TUTTO. METTE A VERBALE I NOMI DI PARLAMENTARI, EX MINISTRI E FUNZIONARI CHE DICE DI AVERE PAGATO PER MANTENERE GLI APPALTI - SEI GLI INDAGATI CERTI. LUI, L’IMPRENDITORE, SI SENTE PARTE LESA, “UN POLLO DA SPENNARE” E SOSTIENE DI AVERE PAGATO PER MANTENERE GLI APPALTI “VINTI REGOLARMENTE…

Valentina Errante per il Messaggero

Adesso Francesco Maria De Vito Piscicelli rompe gli argini e racconta tutto. Mette a verbale i nomi di parlamentari, ex ministri e funzionari che dice di avere pagato per mantenere gli appalti. L'imprenditore intercettato mentre rideva del terremoto dell'Aquila, quello che ha deciso di collaborare con i pm per spiegare di essere stato «vessato» e costretto a pagare tangenti e vacanze aveva deciso a luglio di presentarsi in procura. Ma ieri Piscicelli è tornato negli uffici giudiziari per il primo vero interrogatorio. Quattro ore davanti all'aggiunto Alberto Caperna e altri tre appuntamenti in programma.

Sono circa quindici i nomi già sotto esame: politici e funzionari ai quali Piscicelli dice di avere elargito favori. Sei gli indagati certi. Lui, l'imprenditore, si sente parte lesa, «un pollo da spennare» e sostiene di avere pagato per mantenere gli appalti «vinti regolarmente». Si parte dal 2004: sotto accusa le gare per le caserme della Guardia di Finanza, i lavori assegnati dall'Unità di missione della Presidenza del Consiglio per i 150 dell'Unità d'Italia e quelli del provveditorato per i Lavori pubblici della Regione Lazio.

Accompagnato dall'avvocato Gianpietro Anello, Piscicelli, appena fuori dalla stanza di Caperna, ha commentato: «Sono qui perché ero stufo di prendere il Plasil e del mal di stomaco che non riuscivo più a gestire. Oggi è stato un colloquio lungo e faticoso, ma dovrò ritornare in Procura». L'avvocato spiega che sono tre i tronconi, gli argomenti della collaborazione, tre tanche su appalti e tangenti che andranno affrontati nei diversi incontri con i pm.

Le rivelazioni dell'imprenditore sono state secretate, ma fanno già tremare i Palazzi e hanno portato alle recenti dimissioni del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Malinconico, al quale Piscicelli sostiene di avere pagato le vacanze per intercessione di Angelo Balducci. Sul registro degli indagati c'è il nome di Antonello Colosimo, magistrato della Corte dei Conti.

Ieri, nel corso dell'interrogatorio, Piscicelli sarebbe tornato sulle dichiarazioni di luglio, quando aveva buttato giù il canovaccio della futura collaborazione: «Oggi - ha commentato - abbiamo affrontato una sola posizione di quelle già messe a verbale. Posso dire che sto parlando di fatti che partono dal 2004 e coinvolgono personaggi ancora in carica in uffici pubblici, che hanno fatto parte di uffici come la Struttura di missione presso la presidenza del Consiglio».

In merito alle posizioni dell'ex Presidente del Consiglio per i lavori pubblici, Angelo Balducci, e Claudio Rinaldi, commissario straordinario per i mondiali di nuoto del 2009, l'imprenditore si è limitato a dire di conoscere Rinaldi da circa dodici anni e Balducci da dieci. Poi ha aggiunto: «Non ho mai conosciuto Pasquale De Lise (ex presidente del Consiglio di Stato». E ancora: «Ho pagato per appalti per la costruzione di caserme della Guardia di Finanza e per i lavori gestiti dal provveditorato della Regione Lazio».

Quindi il capitolo delle minacce: «Alcune settimane fa, all'Argentario, davanti ai cancelli di casa - ha raccontato Piscicelli - sono arrivate tre persone, due delle quali armate di pistola parabellum. Ho presentato una denuncia per questo episodio e per quello dell'estate scorsa, avvenuto a luglio in piazza di Spagna. Quella volt, due persone distinte si sono avvicinate e mi hanno invitato a non dire cazzate, altrimenti sarebbe finita male».

E' l'avvocato Anello a precisare che su quelle minacce Piscicelli ha un'idea ben precisa che ha già riferito in procura. L'imprenditore è tornato anche difendersi per l'intercettazione diventata famosa: «La notte del terremoto all'Aquila non ho riso di nessuno. Ridevo per il nervoso, perché mi tremava il letto. Da circa 20 anni non vado all'Aquila e non ho mai preso un appalto».

 

 

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