AGENZIA MASTICAZZI - LE ELEZIONI EUROPEE SONO LA PIETRA SULLA TOMBA DI SCIOLTA CIVICA - CASINI CERCA DI AGGRAPPARSI AL BANANA, MONTI È FINITO

Marcello Sorgi per "La Stampa"

La crisi che s'è riaperta dentro Scelta civica - alla quale Mario Monti, il fondatore, cerca di por rimedio - ha ragioni strutturali e contingenti. Quelle strutturali, la lista dell'ex presidente del consiglio se le porta dietro fin dalla nascita, e sono relative all'amalgama, mai riuscito, tra le diverse componenti messe insieme alla vigilia delle elezioni politiche del 2013, quando Monti, ancora a capo del governo tecnico, decise di «salire» in politica: tra montiani «puri», Italia futura, Comunità di Sant'Egidio e Udc, le identità sono rimaste separate e la suddivisione degli incarichi ha finito per obbedire a logiche lottizzatorie, contrariamente a quel che lo stesso Monti avrebbe voluto.

Inoltre il risultato elettorale, non del tutto deludente ma al di sotto delle aspettative, in conseguenza dell'exploit di Grillo e del recupero di Berlusconi, non ha favorito di certo il rasserenamento dei rapporti interni.

Ma la ragione vera per cui tra Sc e Udc si rischia di passare dalla convivenza forzata a un possibile divorzio riguarda le prossime elezioni europee. Infatti, se non ci saranno contemporaneamente elezioni politiche anticipate (e al momento nessuno può dirlo, ma si sa per certo che il Presidente della Repubblica, a cui spetta la decisione, è contrario) si voterà nella prossima primavera con il sistema proporzionale, che prevede che ogni partito si presenti da solo e non in coalizione, con una soglia di ingresso a Strasburgo del 4 per cento.

Con la consueta rapidità che lo spinge sempre ad anticipare, Casini, che alle politiche non ha raggiunto neppure il 2, sta cercando di riposizionarsi per trovare il modo di assicurare una presenza del suo partito al Parlamento europeo. Va da sé che il leader centrista dubita che Scelta civica riesca a superare la soglia, e per questo ha dichiarato finita l'esperienza dell'alleanza centrista, anche prima che diventi realistica l'ipotesi di un ritorno in casa dell'Udc nel centrodestra.

Scelta civica, non è un mistero, era nata nell'ipotesi di un'uscita di scena di Berlusconi e con l'ambizione di intercettare la prevedibile fuoruscita di voti dal Pdl. Essendo ormai chiaro che il Cavaliere resterà in campo in qualsiasi condizione, anche da condannato e perfino durante l'espiazione della pena a cui prima o poi dovrà rassegnarsi, il problema di definire una nuova strategia, per Casini, ma a maggior ragione per Monti, va diventando di giorno in giorno più urgente. Anche perchè, se si vota solo per le europee, Berlusconi non ha bisogno di allearsi con nessuno.

 

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