elly schlein paolo gentiloni

ELLY A PEZZI! COME DAGO-DIXIT, LA SVALVOLATA MULTIGENDER SCHLEIN HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. LE CORRENTI DEM IN PRESSING SU GENTILONI: L’IDEA E’ QUELLA DI AFFIDARGLI IL RUOLO DI PRESIDENTE DEL PD PER “COMMISSARIARE” ELLY – BONACCINI SAREBBE COSTRETTO A CEDERE LA PRESIDENZA DEM. PER LUI CI SAREBBE LA POLTRONA DI CAPOGRUPPO PD  ALL’EUROPARLAMENTO. PECCATO CHE A QUEL RUOLO AMBISCA ANCHE NICOLA ZINGARETTI CHE DOPO AVER SIGLATO UN ACCORDO DI FERRO CON FRANCESCHINI NEL LAZIO, È CONVINTO DI RISULTARE IL PIÙ VOTATO ALLE EUROPEE…

Estratti da "Il Foglio"

 

schlein gentiloni

I maggiorenti del Partito democratico di tutte le correnti o quasi, perché gli unici che non sono stati interpellati sono i fedelissimi della segretaria, hanno avuto modo di parlarsi e confrontarsi in questi giorni.

 

E hanno stabilito una linea d’azione comune per il dopo Europee. La premessa per tutti, anche per i big della minoranza interna, è che la leader non si tocca, qualsiasi sia il risultato elettorale. Non sarà un 19 o un 21 per cento a fare la differenza. Cambiare due segretari nel giro di tre anni è troppo persino per il Pd che è avvezzo a fare fuori i propri leader come se nulla fosse.

 

elly schlein paolo gentiloni

Però gli esponenti di spicco delle correnti dem non si fidano più di Schlein e della sua capacità di gestire il partito. Perciò hanno deciso di fare un ulteriore pressing su Paolo Gentiloni.

 

Sanno perfettamente che il commissario europeo vuole tenersi a distanza di sicurezza dalle beghe del partito e perciò si sono guardati bene dal riproporgli di fare il segretario.

 

bonaccini schlein

Per lui hanno pensato al ruolo di presidente del Pd. Una figura, quella di Gentiloni, che per l’autorevolezza che ha e per le conoscenze che ha coltivato in questi anni a Bruxelles è in grado, secondo di maggiorenti dem, di assicurare al partito una rotta di marcia senza troppi sbandamenti.

 

Insomma, l’obiettivo è la diarchia con l’idea che, tanto per fare un esempio, Sergio Mattarella preferirà parlare e tenere rapporti con Gentiloni piuttosto che con Schlein.

 

Tutto ciò, ovviamente, dovrebbe avvenire a novembre, quando il commissario europeo avrà definitivamente concluso i suoi compiti a Bruxelles. La road map delineata dai big delle correnti del Partito democratico prevede però che il posto di presidente si renda libero per il prossimo autunno.

 

elly schlein ascolta paolo gentiloni al festival dell economia di trento

Il che significa che bisognerà convincere Stefano Bonaccini, cioè l’attuale presidente dem, a lasciare quell’incarico.

 

Ma come? L’impresa non è facile, anche se il governatore dell’emilia Romagna è uomo di partito abituato far prevalere l’interesse dei dem rispetto alle sue personali ambizioni.

 

La difficoltà sta nel fatto che uno dei motivi per cui Bonaccini resisteva all’idea di candidarsi in Europa era la paura di finire in una sorta di esilio dorato, senza più poter toccare palla nei giochi interni di partito e nella politica nazionale. Perciò l’idea è quella di offrirgli il posto di capogruppo del Pd nel Parlamento europeo.

 

Con un ruolo di questo tipo, Bonaccini sarebbe costretto a cedere la presidenza dem. Qui, però, subentra un’ulteriore difficoltà. A quel ruolo, infatti, ambisce anche Nicola Zingaretti.

 

nicola zingaretti elly schlein

L’ex governatore, dopo aver siglato un accordo di ferro con Dario Franceschini nel Lazio, è convinto di risultare il più votato del Pd alle europee (eccezion fatta, ovviamente, per la segretaria). E sulla base di questa sua convinzione l’ex presidente della Regione Lazio aspira al posto di capogruppo degli europarlamentari dem. La situazione, dunque, è tutt’altro che semplice. Anche perché bisogna prendere in considerazione un altro elemento importante.

 

Schlein ha in animo di affidare a una donna il ruolo di capogruppo del partito a Strasburgo. E più precisamente a Camilla Laureti, che ha alle spalle già una legislatura e, quindi, una certa esperienza. Riusciranno i maggiorenti dem a districarsi in mezzo a queste difficoltà? 

camilla laureti

 

zingaretti laureti

(...)

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...