LA CALIPPA HA PERSO (ANCHE) FEDE - EMILIO: “FRANCESCA PASCALE? QUANDO ARRANCAVA NELLA SUA STORIA CON BERLUSCONI, IO L’HO SEMPRE SOSTENUTA. SCRISSI UN EDITORIALE PER SPIEGARE CHE AVREBBE POTUTO FARE LA FIRST LADY, OVVIAMENTE SU SUA PREGHIERA. SONO PENTITO DI AVERLA AIUTATA”
Pietro De Leo per “Il Tempo”
«Il cerchio magico? Sì, il nome funziona bene giornalisticamente». Emilio Fede mantiene il piglio del direttore, e dopo la battuta spiega serio: «Conosco molto bene sia Francesca Pascale che Mariarosaria Rossi. Meno Deborah Bergamini. Non entro nel merito se sia stato giusto o meno dare a loro tutto questo spazio.
Dico solo che hanno alzato una specie di muro attorno a Berlusconi, mettendolo in una situazione per lui innaturale. Lui, sempre disponibile per tutti, pronto spedire dediche a chiunque gliele chiedesse, pronto ad aiutare, si è trovato isolato».
E racconta: «Quando negli ultimi tempi gli ho telefonato, sono stato costretto a fare un giro un po’ tortuoso, per fare in modo che Berlusconi sì, sapesse che lo stavo chiamando, ma non chi gli stava intorno. E lui poi mi ha sempre richiamato. A questo siamo arrivati».
Muro davvero impossibile da superare?
«Ci sono persone importanti, qualificate che lamentano di non riuscire a rintracciarlo da un anno e più. Sono contento che adesso Marina Berlusconi si sia stancata di questa situazione. Nei giorni precedenti al malore si vedeva che lui non stava bene, era pallido, stanco. Troppi appuntamenti, su e giù per fare campagna elettorale. E poi che ha rischiato di morire, l’ha detto Zangrillo, il suo medico».
Ma lei quindi l’ha visto prima che si sentisse male?
«Solo in tv, e mi sono accorto che qualcosa non andava. Comunque, quando è arrivato a Napoli per fare campagna elettorale, ero in un hotel a pochi metri dal suo, con degli amici. Che mi chiedevano perché non andassi a salutarlo».
Ecco, perché non ci è andato?
«Perché con lui c’era Francesca Pascale».
E allora?
«Le racconto. Quando Francesca Pascale arrancava nella sua storia con Berlusconi, visto che, diciamo così, c’erano altre pretendenti, io l’ho sempre sostenuta. Per un anno e mezzo ho diretto La Discussione, e scrissi un editoriale per spiegare che avrebbe potuto fare la first lady.
Ovviamente su sua preghiera. Poi, quando mi son cadute addosso la vicenda del bunga bunga, quella ancor più dolorosa della foto truccata che io, secondo chi mi accusa, avrei utilizzato per scongiurare l’allontanamento da Mediaset, lei mi ha mandato un messaggio per dirmi di non chiederle nulla, perché si tirava fuori da tutto.
Poi a questo si aggiungano le posizioni politiche che ha preso, sulla famiglia, gli omosessuali, cose che non condivido. La mia non è ripicca, ma una posizione più complessa. Sono pentito di averla aiutata. E anzi mi chiedo come mai Berlusconi non l’abbia fermata. Penso anche alla famosa foto con Luxuria. Per carità, nulla contro Luxuria o il suo ambiente. Ma quello non è il mondo di Berlusconi».
maria rosaria rossi con francesca pascale
Ha visto le immagini delle lacrime alla finestra del San Raffaele?
«Sì, ma non giudico. Posso capire che fosse preoccupata».
Adesso secondo lei davvero cambierà tutto attorno a Berlusconi?
«Leggo articoli pieni di lodi su Marinella (la storica ex segretaria di Berlusconi ndr), scritti anche da persone che non la conoscono per niente. Che sia un personaggio importantissimo nella la vita di Berlusconi lo sappiamo. Ma vedo una corsa alla ruffianeria pubblica che non mi piace, e conoscendola non piace neanche a lei.
Pensi che, ai tempi d’oro, una rivista fece un servizio su di lei e ci rimase malissimo perché è una persona molto riservata. Io l’ho incontrata qualche tempo fa a Milano 2. Dopo l’allontanamento da Berlusconi si è costruita la sua vita con il marito, ha un figlio che adora. Chi ne parla a sproposito dovrebbe tacere».
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Come legge le manovre in Forza Italia?
«Guardi, sulle questioni politiche, con Berlusconi non entravo mai. Partecipavo alle famose cene del lunedì, quelle con la Lega, e se si affrontavano argomenti delicati andavo in un’altra stanza, nonostante Berlusconi mi invitasse a restare. Ma stavolta voglio dire una cosa: chi pensa di sostituire Berlusconi è un imbecille. Leggo di direttori, gruppi del Nord, del Sud... ma per favore! Sarà lui quando lo riterrà opportuno a dire cosa fare».
Ha provato a contattare Berlusconi o qualcuno a lui vicino nei giorni precedenti l’operazione?
«No. Una notte sono arrivato fino al San Raffaele, poi non sono entrato perché sarebbe diventata una notizia. Ho pensato di scrivere alcune righe e fargliele recapitare da una persona di cui non dirò il nome. Ma poi sono convinto che lui sa qual è il mio stato d’animo. Quando si operò alla prostata mi chiamò per primo, per rassicurarmi. Quando fu colpito dalla statuetta in faccia, al Duomo di Milano, io mi precipitai al suo fianco e sono stato accanto a lui».
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Però dice tutto con molta amarezza.
«Sì, per le cose che sto passando. Il processo Ruby è stato annullato in Cassazione con rinvio in appello. Ma quello che più fa male è il processo sulla foto truccata, e il mio allontanamento da Mediaset. Mi accusano di aver fatto un ricatto per rimanere direttore a Mediaset. Figuriamoci! Il Tg4 l’ho inventato io.
È il trucco della foto truccata... un grande trucco nei miei confronti che mi auguro sia chiarito al più presto, per ristabilire la verità e far cessare la mortificazione mia e della mia famiglia».
Mentre parliamo veniamo interrotti da una telefonata su un’altra utenza. «Aspetti, le faccio ascoltare», dice Fede e mette in vivavoce. Dall’altra parte, una ragazza con accento milanese lo riempie di insulti. «Qualcuno ha messo su internet il mio numero - spiega - e da allora è iniziata la persecuzione. Non cambio numero perché questo ce l’ho da decenni e ho registrato mille contatti».
Denunce ne ha fatte?
«Sì, la procura di Napoli ha individuato tre persone. Sono stato anche cinque ore all’antiterrorismo di Milano».
Addirittura!
«Sì, mi sono ritrovato iscritto a dei gruppi di Whatsapp dove si inneggia alla morte del Papa, girano immagini orribili e violente. Tutte segnalate. Sono giovani e giovanissimi. Sto seriamente pensando di scriverci un libro: "I figli dell’orrore"».