enrico costa

PRESUNTUOSO D'INNOCENZA - ENRICO COSTA, AUTORE DELL’EMENDAMENTO CHE VIETA DI PUBBLICARE L’ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE, DICE DI VOLER SPEZZARE IL CORTO CIRCUITO TRA GIORNALI E PROCURE MA FU RELATORE DEL “LODO ALFANO” (CHE BLOCCAVA I PROCESSI NEI CONFRONTI DELLE QUATTRO PIÙ ALTE CARICHE DELLO STATO, POI ABROGATO DALLA CORTE COSTITUZIONALE) - SI DIEDE DA FARE ANCHE SUL LEGITTIMO IMPEDIMENTO, CHE SOSPENDEVA I PROCESSI, FINO AL MANTENIMENTO DELLA CARICA ELETTIVA, CONTRO IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO (CHE ERA SILVIO BERLUSCONI) E CONTRO I MINISTRI

PROFESSIONE PASDARAN STORIA DI UN GUARDIANO DELLA RIVOLUZIONE CONTRO PM E GIORNALISTI

Estratto dell’articolo di Roberto Gressi per il “Corriere della Sera”

 

ENRICO COSTA CARLO NORDIO

[…] il guardiano della rivoluzione, contro la magistratura manettara e i giornalisti arruolati, che in combutta con le Procure si ostinano a dare notizia, carte alla mano, degli arresti. È il paladino della presunzione d’innocenza, il difensore del cittadino inerme, alla mercé della macchina tritatutto della giustizia. Oppure, per i detrattori, la versione giudiziaria di Superciuk, il super eroe al contrario del fumetto Alan Ford, che ruba ai poveri per regalare il silenzio, che è d’oro, ai potenti.

 

È lui, Enrico Costa, l’autore dell’emendamento che vieta di pubblicare l’ordinanza di custodia cautelare, e, giù per i rami, pure le intercettazioni, fino all’udienza preliminare. Che può arrivare, colpa della giustizia lenta, sei, dodici, e perfino diciotto mesi dopo.

enrico costa

 

[…] Nato a Cuneo 54 anni fa, entra in politica con il Pli, poi va con il Polo delle libertà, versione Unione di centro. Confluisce in Forza Italia, lo nominano capogruppo Pdl in commissione Giustizia, e lì diventa relatore del «lodo Alfano» che blocca i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato, poi abrogato dalla Corte costituzionale.

 

Ma si dà da fare anche sul legittimo impedimento, che sospendeva i processi, fino al mantenimento della carica elettiva, contro il presidente del Consiglio, che era Silvio Berlusconi, e contro i ministri. Viceministro e poi ministro nei governi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, molla tutto e torna nel centrodestra, ma non in Forza Italia, perché Berlusconi gli chiude le porte.

ENRICO COSTA E CARLO CALENDA

 

E quindi eccolo in Noi con l’Italia, con Maurizio Lupi. Poi torna ancora con il Cavaliere, fino al 2020, quando ridiventa deputato con Azione di Carlo Calenda, recuperato dopo la sconfitta nell’uninominale. […] Costa ha una sua visione. «La magistratura — racconta su X — da anni cerca di condizionare il Parlamento e l’iter delle leggi, con dichiarazioni, proteste, interviste, scioperi. Cosa accadrebbe a parti inverse […] se fossero i deputati che, durante le camere di consiglio, cercassero di condizionare i giudici?».

 

ENRICO COSTA

E poi si preoccupa di spiegare alla Fnsi, che chiede a Mattarella di non firmare la legge, che non ha capito nulla: «Si può dare notizia dell’arresto, e pure raccontare il contenuto, solo niente atti, così come era fino al 2017, prima della riforma Orlando». […] Ma prima del 2017, sui giornali, sono uscite tonnellate di atti e di intercettazioni. Quindi, non pare un semplice ritorno a un passato garantista più immaginario che reale. E allora? Per Costa bisogna spezzare il «legame perverso» tra giornali e Procure, e quindi siamo solo alla prima puntata.

 

enrico costa

La seconda Costa la annuncia: le sanzioni sono troppo deboli, e lui, giura, non vuole toccare i giornalisti. Nel mirino ci sono gli editori, con multe salate che facciano passare la voglia. Più difficile capire che fine farebbero atti e intercettazioni come quelle sull’omicidio di Giulia Cecchettin, o sulle coltellate a Giulia Tramontano, che tanto dibattito sui femminicidi hanno suscitato nel Paese. O anche i testi su Matteo Messina Denaro […]

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