UFFICIO SINISTRATI – EPIFANI: “IL CAV? GAME OVER” – VIA IL PORCELLUM MA DUBBI NEL PD SULLA NUOVA LEGGE ELETTORALE: COL PROPORZIONALE, CHE AVVANTAGGIA LA PALUDE NEOCENTRISTA, CHE NE SARÀ DEL PD?

Giovanna Casadio per "La Repubblica"
«Berlusconi è comunque perdente... «. Epifani sa che la notte è ancora lunga prima di arrivare al "giorno della verità", e ammette che nulla si può dare per scontato. Però i parlamentari democratici, riuniti in assemblea, decidono di votare la fiducia a Letta e sono convinti che il Caimano è stato messo all'angolo, che tanto decadrà da senatore e, se anche tirasse fuori dalla manica una carta a sorpresa, la partita del berlusconismo è "game over".

«Possiamo dare al governo quella traiettoria netta che vogliamo - sostiene il segretario del Pd - non avremo un governicchio ma l'esecutivo stabile che serve all'Italia; Berlusconi ha perso nel paese, contro la crisi si sono schierati associazioni di impresa, tutta l'opinione pubblica, la Chiesa, da tutti sono arrivati attestati positivi a Letta, e poi ci sono l'Ue, Obama, il presidente francese, la cancelliera tedesca». Epifani ha appena sentito il premier. I numeri e soprattutto la spaccatura del Pdl sembrano esserci.

«Parte del Pdl voterà sicuramente la fiducia, e questo grazie anche all'unità che i Democratici hanno dimostrato, alla capacità di portare la questione in Parlamento proprio perché era nata come una pagliacciata...».

Nessuno interviene nell'assemblea dei gruppi parlamentari e Epifani ironizza, ricordando com'è andata nel Pdl l'altro giorno quando Berlusconi ha stoppato Cicchitto e la richiesta di dibattito invitandolo a cena. In casa dem non funziona così: «Il dibattito
è aperto... intendiamoci io non invito nessuno a cena».

Poi nessuno ha voglia di dibattere, anche se non è tutto così pacifico nel partito. Il rischio di un Letta bis, con Berlusconi che manovra dietro le quinte, è ben presente. «Se il Pdl non si spacca in modo chiaro, logora Letta e soprattutto distrugge il Pd», confida Nico Stumpo, bersaniano. Bersani a sua volta ha avuto colloqui sia con Letta che con Epifani. È un giro di incontri, il più delicato dei quali è stato quello tra il premier e Renzi. Stefano Fassina, vice ministro dell'Economia, è più ottimista: «È la fine di vent'anni di berlusconismo ».

Sarcastico invece Roberto Giachetti, il renziano che è stato isolato a inizio legislatura sull'urgenza della riforma elettorale: «Ministri Pdl, diversamente in carica» scrive in un tweet dopo che Letta respinge le dimissioni dei ministri berlusconiani che ormai hanno lasciato il Cavaliere.

La scommessa del premier Letta è di portare avanti il governo delle larghe intese de-berlusconizzate fino al 2015. Sarà la fine di un'epoca? O il Pd non ne pagherà comunque un prezzo alto? Fabrizio Barca, che nel partito non vuole misurarsi nella sfida per la leadership però bacchetta sul cambiamento, lancia un ultimo appello: «Il Pd subordini il sì alla legge elettorale e a quella di stabilità».

Ma non sarà breve la navigazione del Letta bis, se nascerà, nelle intenzioni del premier e della maggioranza che lo sosterrà: deve comunque andare oltre il semestre di presidenza italiana della Ue. Pippo Civati, che alle larghe intese atto primo votò no, commenta: «Tanto tuonò che non piovve, ha mollato anche Renzi». Di maggioranze alternative, di governo di scopo non si parla più nel Pd, anche se bisogna vedere come va a finire oggi.

Le incognite cominciano dopo: su quale legge elettorale puntare, ad esempio. Con il proporzionale puro, che avvantaggia l'eventuale Ppe italiano, costola moderata di Forza Italia, quale sarà il destino del Pd?

 

Guglielmo Epifani Guglielmo Epifani Roberto Giachetti Stefano Fassina Fabrizio Barca arriva alla sezione di via dei Giubbonari Matteo Renzi Silvio berlu

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