
ERDOGAN CHE MORDE - IL DITTATORE TURCO ARRIVA A ROMA PER INCONTRARE IL PAPA, GENTILONI E MATTARELLA E L’UNICO CHE HA IL CORAGGIO DI DIRE LA VERITA’ E’ SALVINI: “MI VERGOGNO CHE L'ITALIA OSPITI IL RAPPRESENTANTE DI UN REGIME ESTREMISTA SANGUINARIO, DI UN PAESE ISLAMICO NEI FATTI, DOVE LA RELIGIONE COMANDA SULLA LEGGE” - I CURDI DENUNCIANO: “ERDOGAN CI STA MASSACRANDO CON LE BOMBE AD AFRIN”
1 - ERDOGAN A ROMA: PRESIDENTE ARRIVATO IN VATICANO
(ANSA) - Il presidente turco Erdogan è arrivato in Vaticano. E' atteso da Papa Francesco.
2 - ERDOGAN A ROMA:SALVINI,VERGOGNA CHE ITALIA LO OSPITI
(ANSA) - "Mi vergogno che l'Italia ospiti il rappresentante di un regime estremista sanguinario, di un Paese islamico nei fatti, dove la religione comanda sulla legge. La Turchia in Ue sarebbe il disastro. Vorrei vedere come voteranno i partiti, compresa Fi, la nostra mozione contro l'ingresso della Turchia in Ue". Lo afferma il leader della Lega, Matteo Salvini a Omnibus su La7, commentando la visita di Erdogan a Roma.
GENTILONI MATTARELLA AUGURI DI NATALE
3 - TENSIONE, PROTESTE E DENUNCE LA SFIDA DELLA PIAZZA A ERDOGAN
Francesca Paci per “la Stampa”
Pattuglie dei vigili lungo via Cristoforo Colombo, il centro città trasformato in green zone, via della Conciliazione presidiata e 3500 agenti mobilitati: una Roma blindata accoglie il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che stamattina sarà in Vaticano per uno storico incontro con papa Francesco e poi al Quirinale e a Palazzo Chigi.
IL MEME SULLE PROMESSE ELETTORALI DI SALVINI
Sullo sfondo della visita di 24 ore, di cui fonti governative italiane sottolineano l'importanza per i rapporti tra Ankara e Bruxelles e per il dossier libico, senza dimenticare lo stato di emergenza denunciato dalle organizzazioni dei diritti umani e i bombardamenti sull'enclave curda di Afrin, ci sono i mille fronti aperti che contrappongono l' opinione pubblica occidentale a Erdogan, in particolare dopo il giro di vite imposto all' indomani del tentativo di golpe del 2016.
Gia ieri mattina, a poche ore dall' arrivo del presidente turco, cinque attivisti curdi erano stati bloccati nel tentativo di entrare a San Pietro con le bandiere nascoste sotto i giacconi, mentre a Torino un gruppo di anarchici (poi identificati dalla Digos) esponeva nella chiesa di San Tommaso uno striscione in memoria del «sangue versato dal popolo curdo». Oggi la sicurezza è massima e, salvo cambiamenti last minute, non sono previsti punti stampa.
«Ci faremo sentire, che vogliano ascoltarci o meno», promette l' Uiki, l' ufficio di' informazione del Kurdistan in Italia. La portavoce Ozlem Tanrikulu sarà in piazza con chi contesta Erdogan perchè «non si può dialogare come se niente fosse mentre ad Afrin si contano 127 civili uccisi e oltre 250 feriti nei quindici giorni da cui è cominciata l' offensiva di Ankara, gente indifesa, famiglie in fuga dai massacri dell' Isis».
La guerra scatenata dalla Turchia contro il Pkk in Siria, posticipando di fatto la vittoria internazionale sullo Stato Islamico è uno dei nodi critici che accompagnano la sortita italiana di Erdogan. Ma non è l' unico.
«Urge utilizzare la visita per far presente la questione dei diritti umani e soprattutto della libertà di stampa in un Paese dove tra 150 e 170 giornalisti sono in carcere e dove tra un mese ripartirà il processo contro il quotidiano di opposizione Cumhuriyet, i cui 18 responsabili rischiano fino a 48 anni di carcere per sospetto favoreggiamento del terrorismo», spiega Antonella Napoli, membro del direttivo di Articolo21 che, insieme alla Fnsi, Reporter sans frontières e un' ampia rete europea di associazioni, ha promosso il sit-in di oggi a Castel Sant' Angelo e ha inviato una lettera aperta al Papa, al presidente Mattarella e al premier Gentiloni.
marcia di protesta contro erdogan
Tra le preoccupazioni di maggior rilievo c' e la fuga in avanti del Tribunale penale di Instabul che pochi giorni fa, contraddicendo la sentenza assolutiva della Corte costituzionale turca, ha negato la scarcerazione del giornalista di Zaman Sahin Alpay e dell' economista editorialista Mehmet Altan, entrambi nel mirino del governo dal luglio di un anno e mezzo fa.
Una lettera aperta (ma senza sit in) è anche quella scritta da Amnesty International e indirizzata agli interlocutori romani di Erdogan. «Chiediamo a Gentiloni e al ministro degli esteri Alfano di presentare al presidente turco la questione del responsabile di Amnesty Taner Kilic, in cella dal 6 giugno scorso senza alcun motivo», dice il direttore di Amnesty International Italia, Gianni Rufini.
La settimana scorsa lo stesso Rufini aveva salutato su Facebook l' annunciata liberazione del collega: «Era stato assolto, la famiglia lo attendeva fuori dal carcere, aveva gia preparato le sue cose quando un altro giudice ha emesso un nuovo mandato e così si ricomincia. Ci aspettiamo che il governo italiano faccia presente il caso di Kilic nel contesto dell' ondata repressiva ai danni di giornalisti, giudici e professori universitari».