erdogan sultano hsgetimage

PEZZI DI M-ERDOGAN - IL PREMIER TURCO CHIEDE L’ERGASTOLO PER IL DIRETTORE DI “CUMHURIYET” DOPO LO SCOOP SULLE ARMI DATE DAI SERVIZI SEGRETI DI ANKARA ALL’ISIS - ERDOGAN CENSURA LA STAMPA A 4 GIORNI DAL VOTO PER IL PARLAMENTO

Marta Ottaviani per “la Stampa”

ERDOGANERDOGAN

 

Le minacce di Recep Tayyip Erdogan? Una risata le seppellirà. A tre giorni dal voto gli attacchi ai giornalisti da parte del Presidente della Repubblica diventano sempre più violenti, ma c’è una redazione che non ha intenzione di indietreggiare di un solo passo e affronta la situazione con coraggio e ironia, anche adesso che il suo direttore rischia l’ergastolo. «Cumhuriyet» ha pubblicato venerdì uno scoop su camion dei servizi segreti turchi carichi di armi per ribelli siriani. Con foto e video a documentarlo.

 

La reazione del Presidente è stata furiosa. Ha accusato il direttore di spionaggio. Ha chiesto apertamente «l’ergastolo». «Cumhuriyet» in Turchia è qualcosa più di un quotidiano, rappresenta un’istituzione. È il giornale dei laici, quello dove scrivono gli intellettuali più quotati, quello con la grafica più elegante. Un punto di riferimento per l’intellighenzia di quella Turchia kemalista e un po’ retrò, indebolita dall’ascesa di Erdogan, ma che oggi sembra determinata a riprendersi il suo ruolo nella vita civile. Cominciando a non chinare la testa.

Il giornale CumhuriyetIl giornale Cumhuriyet

 

LE E-MAIL DI SOLIDARIETÀ

A Cumhuriyet si respira orgoglio e grinta a ogni piano, a partire dall’ingresso, dove, passate le rigide misure di sicurezza, ci si ritrova davanti alla prima copia del giornale, datata maggio 1924 e stampata ancora in ottomano. Il giornale ruota tutto attorno al suo direttore, Can Dundar, da sempre una delle firme più autorevoli del Paese e incorso nelle ire di Erdogan per avere pubblicato le prove di quello che si sospetta da tempo, ossia che i servizi segreti turchi passano armi e informazioni a gruppi jihadisti siriani anti Assad.

 

A scandire i ritmi della giornata, c’è Ayçin, la segretaria di redazione. Un mastino, a cui obbediscono tutti e che mostra con orgoglio i fax e le mail di solidarietà che stanno arrivando da tutto il mondo. Gradino dopo gradino, accompagnati dallo scricchiolio del legno e le foto dei vecchi direttori, si arriva al cuore del giornale.

Can DundarCan Dundar

 

«Intanto il Galatasaray ha vinto lo scudetto, adesso per domenica aspettiamo un’altra bella notizia - esordisce con una battuta Murat Sabuncu, il più stretto collaboratore di Dundar -. Qui noi siamo tranquilli, nessuna paura. Credo che Erdogan abbia fatto un grosso errore ad attaccarci in questo modo. Lo sa benissimo che a Cumhuriyet siamo abituati alle sue minacce. La parola d’ordine è ottimismo e continuare a lavorare come stiamo facendo.

 

Can Dundar Can Dundar

Ce lo ha chiesto il direttore in persona e il giornale sta reagendo molto bene». Dietro di lui è un continuo squillare di telefoni, gente che entra ed esce dagli uffici e che si chiama da una scrivania all’altra. Alla televisione, Erdogan sta parlando a Bingol davanti a una folla oceanica di donne velate. Non manca qualche battutaccia sul Capo dello Stato fra giornalisti, che viene zittita con un altrettanto sarcastico «Zitto, altrimenti arriva l’ergastolo anche a te». Perché sul fatto che la decisione della magistratura abbia imprimatur politico, a Cumhuriyet, non nutre dubbi nessuno.

 

ATTACCO ALLE LIBERTÀ

«Ci aspettavamo una mossa di questo genere - spiega Dogan Satmis, capo dell’ufficio centrale -. È una prova di forza da parte sua, ma gli andrà male. Il fatto che in pochi giorni le nostre copie siano aumentate significa che la gente ha capito e lo dimostrerà domenica».

 

Murat Sabuncu.JpegMurat Sabuncu.Jpeg

«Se glielo faranno dimostrare - gli fa eco Ceyda Karan, caporedattore degli esteri e di certo quella più preoccupata per la situazione -. La mia paura non è che un pazzo arrivi qui davanti con una pistola o con una bomba, ma la demonizzazione sistematica dei giornalisti. Anche da parte dei colleghi vicini a Erdogan. Tutti bravi a difendere a spada tratta Snowden e poi attaccano noi. In questi anni abbiamo toccato il punto più basso nella mancanza di libertà di stampa in Turchia».

 

PROIBITO AVERE PAURA

E poi, c’è lui, il direttore Dundar. Camicia bianca, sorriso e cellullare su cui continuano ad arrivare in modo compulsivo telefonate, messaggi e notifiche dai social network. E lui, con una calma quasi disarmante, trova il tempo per seguire tutti. Telefona agli inviati, si complimenta per il loro lavoro, dà istruzioni per i prossimi giorni.

Il Gran Mufti Mehmet Gormez e ErdoganIl Gran Mufti Mehmet Gormez e Erdogan

 

«Per colpa di Erdogan e degli avvocati non riesco più a parlare con i miei giornalisti - scherza -. Se c’è una cosa che ci sta insegnando questa vicenda è che siamo circondati da una grandissima solidarietà. Aver lavorato bene in questi anni ha pagato. Credo che il Presidente sia vittima di un delirio di onnipotenza e che abbia perso il suo fiuto politico, altrimenti non avrebbe mai commesso un errore del genere». E, alla domanda sulla paura, chiosa così: «Un giornalista in Turchia oggi non può permettersi di avere paura. Al contrario, questo, è il momento per tirare fuori tutto il nostro coraggio».

 

proteste in turchia contro il governo erdogan proteste in turchia contro il governo erdogan

 

Ultimi Dagoreport

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…