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DITE AI DEMOCRATICI CHE VOGLIONO AZZERARE LA POLIZIA CHE HANNO APPENA ELETTO UN POLIZIOTTO A NEW YORK - ERIC ADAMS DAL PRIMO GENNAIO GUIDERÀ LA GRANDE MELA: 61 ANNI, AFROAMERICANO, VEGANO E DIABETICO, È STATO AGENTE PER 20 ANNI E VUOLE RIFORMARE LE FORZE DELL'ORDINE SENZA SPAZZARLE VIA, COME CHIEDONO INVECE LA SINISTRA E QUELLI DI "BLACK LIVES MATTER" (ANCHE PERCHÉ LA CRIMINALITÀ IN CITTÀ È ESPLOSA)

Francesco Semprini per "La Stampa"

 

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Chi conosce la storia di Eric Adams racconta che circa tre decenni fa, quando si mise in testa di diventare sindaco della Grande Mela, iniziò ad annotare cosa avrebbe cambiato e cosa avrebbe migliorato da primo cittadino di New York. Da allora ha riempito 26 taccuini. Di materiale su cui lavorare pertanto ne avrà molto Adams che dal 1° gennaio guiderà City Hall realizzando il sogno di una vita.

 

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Ben inteso, in trenta anni la città è profondamente cambiata tra la tolleranza zero di Rudolph Giuliani, gli attentati dell'11 settembre 2001, la crisi finanziaria, la disastrosa gestione di Bill De Blasio (che ora punterebbe alla poltrona di governatore) e in ultimo la pandemia e le chiusure forzate.

 

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Ma è anche vero che a New York c'è molto da fare sia per far fronte alle emergenze, come quella della sicurezza, sia per raccogliere le sfide di domani, a partire da quella economica, e traghettare la città fuori dalle acque del Covid-19. Aspetti su cui bisogna agire dal giorno uno della nuova giunta comunale, come lo stesso democratico ha precisato da subito.

 

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«Dobbiamo rafforzarci per far fronte a tre crisi: il virus, la criminalità e la devastazione economica - ha affermato a caldo subito dopo l'esito del voto -. La città vi ha tradito e vi tradisce ogni giorno. Ma questi tradimenti finiranno il 1° gennaio».

 

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Secondo i newyorkesi che lo hanno scelto rispetto al rivale repubblicano Curtis Sliwa fondatore dei volontari Guardian Angels, Adams racchiude in sé tutte le caratteristiche che servono alla città, a partire dal fatto che si tratta di un uomo d'ordine oltre ad essere il secondo sindaco afroamericano nella storia di New York, dopo David Dinkins.

 

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Il sindaco eletto ha compiuto 61 anni lo scorso 1° settembre, è presidente del distretto di Brooklyn, figlio di una addetta alle pulizie del Queens e di un agente, ha servito per vent'anni nel dipartimento di polizia ed è stato senatore dello Stato di New York.

 

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Da uomo di legge si è sempre battuto contro la violenza delle forze dell'ordine e a favore di diritti civili e minoranze. È cresciuto nel Queens dove a 15 anni è stato arrestato insieme al fratello ed è stato aggredito dalla polizia, da quel momento il suo obiettivo è stato chiaro: riformare la polizia senza spazzarla via o svuotarne le casse come chiesto dai democratici progressisti che hanno aderito al movimento «defund the police», a cui ha fatto seguito l'aumento della criminalità nella Grande Mela.

 

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Più agenti in strada e nelle metropolitane sono a suo avviso la chiave per ridare fiducia ai newyorkesi e contribuire al rilancio dell'economia, duramente colpita dalla pandemia che ormai da oltre un anno tiene lontano i turisti stranieri e gli uffici chiusi.

 

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Le molte sfide al momento non lo spaventano. Adams si gode la vittoria e promette: «Ho coronato il mio sogno americano e ora mi impegno a rimuovere le barriere che impediscono di coronare i vostri». In mente ha anche una New York più salutare forte del suo essere vegano (scelta dovuta al diabete) intende infatti promuovere uno stile alimentare sano e salutista nelle scuole.

 

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Se New York conferma la sua indole democratica, è la Virginia la principale sorpresa del martedì elettorale, con la vittoria del repubblicano Glenn Youngkin a governatore che gela la Casa Bianca e i liberal.

 

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Un campanello d'allarme a cui si aggiunge l'esito ancora incerto nelle elezioni per il governatore in New Jersey, in cui la vittoria del democratico Phil Murphy sul repubblicano Jack Ciattarelli appariva scontata.

 

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Pesa infine il referendum fallito a Minneapolis per riformare radicalmente il dipartimento di polizia coinvolto nella morte di George Floyd: una tegola sulle aspirazioni della sinistra progressista e del movimento Black Lives Matter, ma anche sulle chance di portare a casa quella riforma a livello nazionale non a caso già bloccata in Congresso.

 

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Boston fa la storia con l'elezione del suo primo sindaco donna Michelle Wu che vince le elezioni battendo la rivale Annissa Essaibi e diventa la prima asiatica-americana a guidare la città.

 

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Nella democratica Pittsburgh, invece, è stato eletto l'esponente dell'Asinello Ed Gainey, primo afroamericano a diventare sindaco. E a Detroit il Dem Mike Duggan ha conquistato il terzo mandato: eletto nel 2013 è il primo sindaco bianco da decenni nella capitale dell'auto, dove quasi l'80% della popolazione è afroamericano.

 

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