EUROPA DA RIFORMARE - COSA MANCA ALL’UE PER IL DEFINITIVO SALTO DI QUALITA’? IL MECCANISMO DELL'UNANIMITÀ PER DECIDERE SU UNA SERIE DI QUESTIONI DELICATE, DALLA POLITICA FISCALE ALLA POLITICA ESTERA ALLA DIFESA COMUNE, È UN VINCOLO CHE VA SUPERATO - SERVIRA’ UNA DIFESA COMUNE E MAGGIORI POTERI AL PARLAMENTO (ALTRIMENTI ELEGGIAMO SOLO DELLE FIGURINE) - IL PARLAMENTO UE HA SEDE SIA A BRUXELLES SIA A STRASBURGO, CON GLI EURODEPUTATI CHE SVOLGONO LA MAGGIOR PARTE DEL LAVORO IN COMMISSIONE IN BELGIO, E LA MAGGIOR PARTE DELLE SESSIONI MENSILI IN CUI VOTANO SULLE LEGGI IN FRANCIA CHE SENSO HA?
Estratto dell’articolo di Letizia Tortello per “la Stampa”
[…] le donne nel Parlamento Ue sono il 39,8%, risultato record raggiunto in questa legislatura. Solo 11 Stati su 27 hanno norme elettorali che rispettano la parità di genere (l'Italia c'è). Eppure, le donne rappresentano il 51 per cento della popolazione degli Stati membri, secondo Eurostat 2022.
[…] Dalla fondazione coi Trattati di Maastricht nel '92, l'abitudine a pensarci europei è cresciuta, ma l'astensionismo è ancora forte: nel 2019, è andato a votare il 50,9% degli aventi diritto. Il dato più alto degli ultimi vent'anni, ma pur sempre un elettore su due. E solo il 42% tra gli under 25. Questo crea, naturalmente, un problema di legittimità.
Che cosa manca all'Europa per essere davvero Unione?
Come la frase attribuita a Kissinger, «chi devo chiamare se voglio parlare con l'Europa?», la domanda potrebbe essere mutuata pensando ai canali d'informazione utili per votare: dove mi posso orientare, se voglio conoscere i programmi dei partiti che mi rappresentano nella Ue? In realtà, il sistema con cui votiamo è proporzionale per tutti i 27 Stati, ma poi nei Paesi ci sono regole diverse.
Ad esempio, in Grecia, Belgio e Lussemburgo è obbligatorio recarsi alle urne, una norma inesistente altrove, anche da noi. Si tratta, di fatto, di 27 votazioni nazionali separate, in cui scegli il partito che ti rappresenta meglio, con un dato nome, che poi in Europa ha un altro nome, si trova in un gruppo internazionale frutto di determinate alleanze con i partiti della stessa tonalità politica. Se vivi o lavori all'estero, devi tornare a casa per imbucare la tua preferenza, se non hai fatto richiesta di voto anticipato dal Paese in cui ti trovi (solo il 4% l'ha fatta): questo significa che vengono tagliate fuori quasi 500 mila persone.
Come una Malta intera che non potrà votare.
LA DOPPIA SEDE
Il Parlamento Ue ha sede sia a Bruxelles sia a Strasburgo, con gli eurodeputati che svolgono la maggior parte del lavoro in Commissione in Belgio, e la maggior parte delle sessioni mensili in cui votano sulle leggi in Francia. Un sistema costoso, non molto efficiente, che costringe al pendolarismo e non propriamente "green".
LA DEMOCRAZIA
In un sondaggio della Tui Stiftung, sempre più giovani si dicono preoccupati dello stato della democrazia nel proprio Stato, solo il 17% dichiara di sentirsi "fortemente" rappresentato dai delegati nazionali ed europei. Il problema della disaffezione verso la macchina Ue porta in sé un'anomalia intrinseca alle istituzioni comunitarie: «Il parlamento Ue ha poco controllo sulla politica della Commissione Ue. Vota le leggi dell'organo esecutivo, ma non può proporle», […]
LA RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLA RUSSIA STATO SPONSOR DEL TERRORISMO
Cioè, i delegati che scegliamo sabato e domenica non sono in realtà il cuore della vita democratica dell'Unione. I governi nazionali hanno avuto, naturalmente, negli anni, paura di perdere sovranità, ragione delle regole attuali. Ma come diceva Vivien Schmidt, a livello europeo abbiamo «policies without politics», a livello nazionale «politics without policies», cioè politica senza possibilità di regolamentazione, decisa a Bruxelles.
L’UNANIMITA’
Il meccanismo dell'unanimità per decidere su una serie di questioni comunitarie delicate, dalla politica fiscale alla politica estera alla difesa comune, è un vincolo che sta sempre più stretto. Lo abbiamo visto sui pacchetti di aiuti all'Ucraina o sulle sanzioni alla Russia, misure bloccate sistematicamente dall'ungherese Orban, vicino a Mosca. Si sta pensando di superare il diritto di veto, ma…anche per questo ci vuole l'unanimità.
ZELENSKY PARLA AL PARLAMENTO EUROPEO
LA DIFESA COMUNE
Con la guerra in Ucraina è emersa in modo prepotente la necessità di una politica di riarmo e di difesa comune europee. Gli eserciti dei 27 Stati contano circa 2 milioni di soldati, stessa cifra che negli Usa. Stiamo progressivamente entrando nell'ottica di acquisti comunitari, (pensiamo agli Eurofighters), o di programmi di accordi integrati tra Paesi per la costruzione di carri armati (Italia, Francia, Germania), abbiamo investito per produrre un milione di munizioni entro un anno, dopo che i depositi erano stati svuotati per rifornire Kiev.
[…] LA STABILITÀ
Ci sono due episodi molto chiari, agli antipodi, di come l'Europa non ha funzionato oppure ha funzionato: la Ue non è stata in grado di costruire strumenti di supporto temporaneo per far fronte alla crisi dell'euro, nel 2010, ed è stato un disastro sociale. Ha risposto bene, invece, con il Covid e gli strumenti temporanei come Sure, una cassa integrazione europea per far fronte al crescere della disoccupazione a causa della pandemia. […]