I GIUDICI HANNO FATTO LA FIGURA DEL "POLLO" - FALSA PARTENZA NEL PROCESSO SPAGNOLO SUI PRESUNTI FONDI NERI AL M5S DA PARTE DEL VENEZUELA: L'EX 007 VENEZUELANO HUGO ARMANDO CARVAJAL, DETTO IL "POLLO", HA PRETESO GARANZIE E NON HA DATO RISPOSTE AI PM MILANESI CHE SI SONO FATTI UNA GITARELLA A VUOTO A MADRID - I SOLDI AI GRILLINI, DESCRITTI COME "UN MOVIMENTO DI SINISTRA RIVOLUZIONARIO E ANTICAPITALISTA" SONO STATI CONSEGNATI DAVVERO?
Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"
fondi del venezuela al m5s il documento pubblicato da abc
Falsa partenza per quello che sarebbe dovuto essere lo sprint spagnolo dell'inchiesta della Procura di Milano sul possibile finanziamento illecito del Movimento 5 Stelle nel 2010 da parte del Venezuela di Chávez e Maduro: se c'era chi - pochi per la verità in Procura, molti più invece tra politici in fibrillazione nel reciprocamente rinfacciarsi scandali giudiziari - si attendeva ieri una svolta alle indagini dall'interrogatorio in rogatoria a Madrid dell'ex capo dei servizi segreti venezuelani Hugo Armando Carvajal, l'aspettativa è andata delusa.
Almeno per adesso: un po' perché «il Pollo» (soprannome del generale sudamericano fermato in Spagna su richiesta di estradizione degli Stati Uniti per vicende di droga) ha preso le cose parecchio alla larga nelle risposte ai pm milanesi in trasferta, e molto perché lo 007 ha preliminarmente insistito a subordinare la propria disponibilità (anche con gli inquirenti italiani come prima con quelli spagnoli interessati invece a eventuali finanziamenti al movimento «Podemos») a concrete garanzie sulla propria posizione giudiziaria e sulla sicurezza per sé e per sua moglie.
Il punto di partenza è sempre l'articolo scritto nell'estate 2020 dal giornalista del quotidiano spagnolo ABC, Marcos Garcìa Rey, secondo il quale Nicolás Maduro, all'epoca ministro degli Esteri di Hugo Chávez, avrebbe autorizzato la consegna, tramite il console del Venezuela a Milano, Gian Carlo Di Martino, di una valigetta con 3,5 milioni di euro al defunto Gianroberto Casaleggio, indicato nel documento come «promotore di un movimento di sinistra rivoluzionario e anticapitalista nella Repubblica Italiana».
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Difeso dagli avvocati Luigi Isolabella e Maria Beatrice Lanzavecchia perché indagato per diffamazione dopo la querela sporta da Davide Casaleggio, il giornalista mesi fa aveva ribadito anche ai pm milanesi di essersi basato su un documento dei servizi segreti venezuelani, il cui mittente sarebbe stato il responsabile di una unità speciale dell'intelligence sudamericana e il cui destinatario sarebbe stato appunto Carvajal.
Dal generale venezuelano ci si aspettava quindi che ieri almeno confermasse o smentisse di essere stato lui il destinatario del documento; e che chiarisse se quanto scritto fosse un progetto rimasto sulla carta (soldi destinati ai 5Stelle), oppure fosse stato poi attuato; e, in questo caso, se attuato solo nella prima tratta (soldi portati in valigetta diplomatica dal Venezuela al console Di Martino a Milano) o anche nella tratta finale (soldi cioè non solo arrivati in Italia con quella teorica destinazione, ma davvero poi consegnati a Casaleggio o comunque a esponenti 5Stelle).
fondi del venezuela al m5s il documento pubblicato da abc 2
Ma su questi interrogativi, dopo l'interrogatorio di ieri di fronte al procuratore aggiunto milanese Maurizio Romanelli e alla pm Cristiana Roveda, la situazione sembra essere rimasta interlocutoria.
«Quel documento è un falso, il "Pollo" sta parlando in Spagna solo per cercare di non essere estradato negli Stati Uniti, e il Venezuela (per il quale Carvajal è un agente della Cia che ha tradito Chávez) ribadisce che il governo non ha avuto alcun legame col Movimento 5 Stelle, che rispettiamo ma col quale non c'è stato nessun passaggio di denaro», aveva reagito il console Di Martino quando era emerso che questo 55enne ex sindaco della città di Maracaibo era indagato per le ipotesi di riciclaggio e violazione della legge sul finanziamento pubblico al partito.
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A complicare l'inchiesta milanese è il fatto che la movimentazione dei soldi, collocata a 11 anni fa dal quotidiano spagnolo, se non «rinfrescata» da qualche più recente segmento di condotta sarebbe comunque estinta dall'intervenuta maturazione dei termini massimi di prescrizione del reato.