FARSA ITALIA A PEZZI: “AVVELENI I POZZI”, “LA MORALE DA TE NO, DAI”, FRA MULÈ E TOTI VOLANO GLI STRACCI - DOPO LA BATOSTA TRENTINA, I DUE BIG DI FORZA ITALIA AI FERRI CORTI SUL FUTURO DEL PARTITO – IL GOVERNATORE LIGURE: "SEMBRA CHE IL PROBLEMA NON SIANO GLI ELETTORI CHE SE NE VANNO, SEMBRA CHE IL PROBLEMA SIA IO…"
Carlo Tarallo per la Verità
«Continuate cosi... facciamoci del male!».
Basterebbe la frase finale del post su Facebook con il quale Giovanni Toti, governatore della Liguria, esponente di spicco di Forza Italia, risponde a Giorgio Mulè, esponente di spicco di Forza Italia, per sintetizzare il botta e risposta tra i due (ex?) amici che ieri ha tenuto banco tra i coraggiosi lettori e militanti «azzurri» che riescono ancora ad appassionarsi alle vicende del partito fondato da Silvio Berlusconi e affondato dai suoi fedelissimi, quasi fedelissimi e miracolati vari. Dall' alto dell' 1% conquistato alle ultime elezioni in Trentino, i dirigenti nazionali e locali del partito, che avrebbero dovuto gestire la transizione verso il post-Silvio continuano a litigare, con sprezzo del ridicolo e scarso senso della realtà.
Il battibecco del giorno inizia con l' attacco di Mulè a Toti, che aveva osato criticare la (sedicente) classe dirigente di Forza Italia, dalle colonne del Secolo XIX: «Toti», attacca Mulè, «è uno dei pilastri di questa classe dirigente, ma se ogni settimana trova il tempo per andare a un incontro della Meloni invece di presentarsi agli appuntamenti del partito, sbaglia. Ha chiesto i congressi e, ora che li iniziamo a fare, li retrocede a congressini di provincia?
giovanni toti marco bucci ponte morandi
Mi ricorda la favola della volpe e l' uva: ma dovrebbe trova il coraggio di fare un balzo, invece che saltellare di continuo. Perché non dà una mano», incalza Mulè, «invece di continuare a restare nel limbo? O dice chiaramente dove vuole stare o la smetta di mettere acqua inquinata nei rubinetti: così si delegittima da solo».
GIORGIO MULE MARIA STELLA GELMINI
«Da Giovanni», scandisce ancora Mulè, «arriva tanta distruzione e poca costruzione. Ma o trova il coraggio di fare un balzo, oppure si delegittima da solo. Esca allo scoperto, faccia i nomi. Basta critiche a come facciamo opposizione o sulla perdita di voti: nel primo caso è lui ad avere crisi d' identità, nel secondo gli ricordo che nessuno l' ha processato dopo le brucianti sconfitte a Imperia, Bordighera e Alassio».
giovanni toti in tuta con berlusconi
Che staffilata! Toti non ci sta, e reagisce da par suo: «Caro Giorgio Mulè», replica Toti, «ti leggo sul Secolo XIX questa mattina e... la morale da te no, dài. Ti abbiamo accolto da paracadutato in Liguria ed eletto al posto di qualcuno che magari il territorio lo conosceva di più e che per quel territorio aveva fatto di più.
In Liguria, dove in tre anni abbiamo vinto tutto, ti lamenti perché abbiamo perso proprio nella città principale del tuo collegio. Chissà perché?».
«Caro Giorgio», prosegue un addolorato Toti, «non solo non me ne vado da nessuna parte, ma vorrei, come auspichi, dare il mio contributo: ditemi solo dove e quando». Sembra una parodia dello storico «Che fai, mi cacci?» pronunciato da Gianfranco Fini nei confronti di Silvio Berlusconi: altri tempi.
«Ma che sia un confronto vero», monita Toti, «in cui i nostri elettori, militanti, amministratori, i tanti civici che ci hanno abbandonato possano dire la loro apertamente sulla linea politica, le candidature, gli incarichi di partito a tutti i livelli. Sono pronto per scrivere le nuove regole anche domani. In queste ore vi ho letto ed ascoltato con attenzione: sembra che il problema non siano gli elettori, i militanti che se ne vanno, sembra che il problema sia Toti che lo dice e chiede una riflessione su questo.
Continuate cosi». Conclude Toti, «facciamoci del male!».
giovanni toti marco bucciGIOVANNI TOTI
«Continuate così», commentano in coro i pochi elettori che ancora credono in Forza Italia, «noi intanto ce ne andiamo».